30 aprile 2023
Un'innovazione che cambia i rapporti tra le persone e le loro conoscenze
Sui sentieri dell'intelligenza artificiale,
con moschettoni e in cordata

Insufficiente il dibattito pubblico non solo in Italia - Si distingue l'Unione Europea che prova a regolare l'innovazione senza bloccarla
C'è chi - molto esperto - l'ha inserita nella lista dei "passaggi di umanità". ChatGpt, sorprendente strumento dell'Intelligenza Artificiale Generale, è l'ultimo di questi passaggi: all'inizio fu l'invenzione della ruota; prima di ChatGpt ci sono stati internet e il personal computer. Anche se per l'amministratore delegato di OpenAi, la società statunitense che lo produce, è per ora "un'anteprima di progresso", stiamo sicuramente partecipando ad un mutamento dei rapporti tra le persone (e l'umanità intera) e le loro conoscenze.
Il percorso mostra opportunità, genera speranze collettive e personali; corre lungo precipizi, come tutti i sentieri che portano in alto. Servirebbero moschettoni e chiodi da parete (norme internazionali, leggi nazionali) e possibilmente camminare in cordata (magari un vertice globale sull'intelligenza artificiale).
Per intanto prevale l'iniziativa degli investitori nell'intelligenza artificiale. E gli investitori hanno - naturalmente - interesse più a perfezionare sempre più le macchine che a farsi carico del loro utilizzo.

 
9 aprile 2023
La Pasqua nel cammino sinodale della Chiesa
Dopo la globalizzazione, la sinodalità: la profezia è in cammino
Le esperienze di ascolto nelle diocesi italiane e la dimensione europea
Ecco la Pasqua. "Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!" (2Cor 6,2). È il momento favorevole di un itinerario. La Resurrezione non è un episodio, ma un'esperienza; l'esperienza di una comunità, la cui attualità quest'anno è rafforzata dal cammino sinodale nel quale è impegnata la Chiesa italiana con la Chiesa universale.
"L'idea di sinodalità non si fa al di fuori della società di oggi; è una forte profezia rivolta a tutti", dice convintamente la teologa argentina Emilce Cuda, componente della Pontificia Accademia delle scienze sociali.
La "tenda" allestita in Europa e lo "zaino" verificato nei Cantieri di Betania sono l'attrezzatura testata nel sinodare della Chiesa, che può diventare utile all'intera famiglia umana nell'attuale incertezza causata dalla crisi della globalizzazione. C'è un'alternativa al nazionalismo, al radicalismo politico, al fondamentalismo religioso, al populismo: convertire la globalizzazione in un processo di comunicazione, condivisione e reciproca valorizzazione. È la profezia che il Sinodo sulla sinodalità condivide con tutti.

 
26 marzo 2023
Non è un evento, ma un metodo: voce del verbo "sinodare"
Il Sinodo dà forma alla Chiesa pellegrina
I quattro "Cantieri di Betania" sono stati aperti anche nei "villaggi" circostanti
Il Sinodo sulla sinodalità ha preso la forma che Papa Francesco aveva proposto: non un evento, non un risultato, ma un metodo; ancora meglio: la forma della Chiesa.
Succede così che, sia nei tre cantieri proposti dalla Conferenza episcopale, sia nel quarto affidato all'iniziativa delle singole diocesi, la Chiesa prenda progressivamente, spontaneamente (o inaspettatamente?) la forma di comunità di pellegrini. Proprio come succede in tutti i cantieri: il lavoro si organizza via via sulla base delle competenze presenti e delle urgenze collettive e - da un certo punto in poi - all'opera che prende forma si presta più attenzioni che al progetto iniziale.
In buona parte i "Cantieri di Betania" locali (complessivamente 84 in Italia) sono del resto aperti sul "villaggio" che la Chiesa incontra mentre è in cammino.

 
12 marzo 2023
Il governo Meloni ha reso nota una bozza di legge delega
Il fisco trasformato in Robin Hood alla rovescia
Abbassa le tasse a favore dei redditi medi e alti, e intanto si tolgono tra i due e i tre miliardi ai più poveri; ma agli industriali ancora non basta
Il governo Meloni ha messo in cantiere la riforma fiscale, preparando una bozza di legge delega che sarà varata la prossima settimana. L'Irpef sarà ridotta a tre aliquote. Il previsto accorpamento delle due aliquote centrali creerebbe un maxi scaglione intermedio (da 15 a 50 mila euro) che avrebbe la conseguenza di beneficiare chi guadagna tra 28 e 50 mila euro lordi annui (l'ipotesi è del 27 per cento), ma anche chi guadagna di più., mentre sarebbero più esposti i lavoratori dipendenti con basso salario. Il costo per l'Erario sarebbe elevato: per questo è stato definito un Robin Hood all'inverso il concomitante annuncio della riforma fiscale con la modifica del reddito di cittadinanza: togliere ai poveri per dare ai ricchi. Riducendo la platea degli aventi diritto e tagliando l'entità e la durata degli assegni, si toglierebbero 2 o 3 miliardi dagli 8 che fino al 2022 si destinavano al Reddito.

 
19 febbraio 2023
L'Assemblea sinodale continentale a Praga
Era il Sinodo delle Chiese, sembrava l'Unione Europea
Incontrarsi ed ascoltarsi a partire dalle differenze
Fare unità nella diversità, sfuggendo alla tentazione dell'uniformità: sembra di sentir riecheggiare "Unità nella diversità", il motto dell'Unione Europea. È invece l'esperienza vissuta la settimana scorsa all'Assemblea sinodale europea che si è tenuta a Praga.
Nel loro cammino sinodale di credenti i duecento partecipanti di 45 paesi del continente europeo, riuniti nella capitale della Repubblica Ceca, si sono ritrovati ad essere come compagni di strada anche le speranze civili e i progetti politici che vengono da molto prima del Sinodo. Già questo è un segnale che il Sinodo europeo cammina sulla strada che si è prefissa, quella di non far camminare i cattolici da soli. È già anche una realizzazione del titolo dell'assemblea praghese: "Allarga la tua tenda", citazione del profeta Isaia.

 
29 gennaio 2023
Com'è successo che nella parte più dinamica del pianeta si sia piantata la povertà generativa?
Essere madri è un nuovo diritto sociale
Una moderna lotta di libertà per "riprendere l'attività economica dalle radici, dalle radici umane"
Come l'inverno demografico, anche la possibile primavera delle culle si alimenterebbe di scelte personali e di decisioni collettive e avrebbe al centro la donna, i diritti della donna. Sull'argomento Papa Francesco è sempre chiarissimo: dentro all'inverno demografico "c'è la schiavitù della donna: una donna che non può essere madre perché appena incomincia a salire la pancia, la licenziano; alle donne incinte non è sempre consentito lavorare".
Per questo ai giovani del mondo di nuovo riuniti ad Assisi nel settembre scorso per "Economy of Francesco" propone un capovolgimento di prospettiva: lottare per restituire alle donne il diritto di essere madri, mentre molti dei loro genitori sono cresciuti pensando di dover liberare la donna dalla schiavitù della maternità; e propone loro di condurre questa moderna lotta di libertà da economisti, come uno dei modi per "riprendere l'attività economica dalle radici, dalle radici umane": cioè dalle donne e dagli uomini che lavorano.

 
22 gennaio 2023
L'impoverimento demografico caratterizza tutta la parte più dinamica e produttiva del pianeta
Fanno più notizia tremila bambini francesi in più
o 850 mila cinesi in meno?

Per l'Italia un'agenda per portare le nascite annuali sopra le 500 mila nei prossimi 15 anni

La denatalità è da quest'anno una questione globale. Con i dati diffusi a gennaio dalla Repubblica Popolare, nell'inverno demografico è entrata ufficialmente anche la Cina: lì nel 2022 per la prima volta dalla fine degli Anni Cinquanta è stato registrato un saldo negativo tra nascite e morti, che ha determinato un calo della popolazione di circa 850 mila persone.
Però, mentre l'inverno demografico si irrigidiva quasi ovunque nella parte più dinamica del pianeta, nel 2021 (ultimo dato ufficiale) in Francia sono aumentate le nascite: i nati sono stati 742.100; tremila in più dell'anno precedente. Qui, secondo un dato elaborato dall'Ocse, nel 2022 il 2,68 per cento del PIL è stato dedicato ad un sistema composito di politiche orientate al sostegno della famiglia e della natalità.
E se la notizia vera (nel senso della novità e della straordinarietà) fossero proprio questi tremila bambini francesi in più e non gli 850 mila cinesi in meno?

 
15 gennaio 2023
Sotto la calotta della denatalità si dissecano le radici della generatività
L'inverno sta diventando l'unica stagione demografica
Poco si è badato che stavamo… invecchiando anche fin da piccoli: mentre crescevano i vecchi, infatti, diminuivano i bambini
"In alcuni contesti, penso ad esempio all'Italia, è in atto un pericoloso calo della natalità, un vero e proprio inverno demografico, che mette in pericolo il futuro stesso della società". Sono parole di Papa Francesco, la cui profonda e ribadita preoccupazione nasce dalla consapevolezza che in Italia l'inverno sta diventando l'unica stagione demografica.
Persistenza e rigidità crescenti stanno rendendo irreversibile l'inverno demografico italiano. Sotto la calotta glaciale della denatalità si dissecano le radici la generatività.
Prima c'è stato l'invecchiamento della popolazione italiana. Si sono sottolineati come conquiste la riduzione della mortalità e l'allungamento della vita media. Poco si è badato che stavamo… invecchiando anche fin da piccoli: mentre crescevano i vecchi, infatti, diminuivano i bambini.
Ora è iniziato il declino demografico. A diminuire di undici milioni non saranno gli anziani. La demografia procede implacabilmente per età.

 
8 gennaio 2023
Un giovane imprenditore di Macomer ha accolto subito
la sollecitazione di Papa Francesco

Facendosi accompagnare dalle mamme l'Italia tornerà
sulla strada del futuro

Il rapporto tra maternità e lavoro non incide solo sulla sfera dei diritti individuali delle donne;
è anche parte della più generale questione della denatalità

Il rapporto tra maternità e lavoro non incide solo sulla sfera dei diritti individuali delle donne; è anche parte della più generale questione della denatalità; questione che il Santo Padre propone agli imprenditori come paradigma di una revisione complessiva del lavoro.
A Macomer, nella provincia italiana che ha la più alta percentuale di centenari, Lorena e Alessandro hanno accettato la sfida del terzo figlio e il giovane imprenditore Mirko Manca ha scelto che quel bambino (con le sue due sorelle) non fosse solo "affare loro". Quando considerare i figli come "fatti nostri" e non come "fatti loro" (dei genitori) diventerà una condivisa e concreta scelta della comunità nazionale, l'Italia tornerà sulla strada del futuro.
Tornerà, perché è una strada che l'Italia conosce.
E c'è una "segnaletica" molto precisa per ritrovare quella strada: è l'articolo 31 della Costituzione repubblicana.

 
1 gennaio 2023
Continueranno ad essere pochi e ancora a lungo
La valutazione di impatto generazionale per tenerci i bambini
Il dato demografico è da tempo una questione politica strutturale

Anche il 2023 inizia con la certezza che in Italia i bambini continueranno ad essere pochi ancora lungo. Così a lungo e così pochi da afflosciare sempre più le speranze di futuro. Il dato statistico diventa dunque una questione politica strutturale.
Nel medio e breve periodo altrettanto decisive risulteranno le politiche destinate ai bambini e ai ragazzi che già ci sono nella società italiana. La loro "scarsità" richiede che - come si fa per le risorse ambientali - si introduca una valutazione di impatto generazionale di ogni politica pubblica o comunque con conseguenze collettive.
Sarà possibile arrivarci? Più precisamente: ci sarà il consenso sociale necessario per prendere questo orientamento?
C'era anche questa valutazione di impatto generazionale sulla democrazia nella proposta di Enrico Letta, a nome del Partito Democratico, di dare il voto ai sedicenni.

 
11 dicembre 2022
Documento congressuale conferma: il Partito Democratico "naviga a vista"
Diventa una bussola ogni iscritto ed elettore del PD
L'individuale e personale opinione non è invitata a confrontarsi con un contenuto consolidato o con un orizzonte condiviso

Identità e profilo per un partito dovrebbero però essere un punto fisso; dovrebbero essere il Nord che la bussola indica sempre e grazie a questa predeterminazione consente di determinare i punti cardinali. I dirigenti nazionali del Partito Democratico, che hanno preparato "La Bussola" e questa settimana l'hanno distribuita ad iscritti ed elettori, non si sono invece assolutamente premurati di dire che il partito ha il suo "Nord" e che la bussola serve per trovare la via più giusta per arrivarci.
Non c'è un criterio in base al quale scegliere. Neppure ciascun iscritto è portato a darsi un criterio, a individuare un "Nord", in base al quale poi orientarsi nel dare le risposte e compiere le opzioni.
Così ogni iscritto ed ogni elettore diventa una bussola.

 
6 novembre 2022
Era giusto sostenere Mario Draghi, ma il voto è sul futuro non sul passato
Perdere le elezioni non è il prezzo del governare
Succede quando ci si allontana dai problemi molto concreti delle persone

"Fenomeni misteriosi se non fosse che oramai si vota col cuore, col fegato, con l'istinto ma certamente non con la ragione". Così parla Romano Prodi. E il suo è un giudizio diffuso sia tra i politici sia tra gli studiosi anche non direttamente coinvolti nella politica. Il risultato elettorale suggerisce che questa risposta di è insufficiente dal punto di vista politico ed elettorale.
Le emozioni - nella vita delle persone e quindi anche delle comunità - non valgono meno della ragione. Nel caso dell'ultimo risultato elettorale, Draghi meritava certamente di essere difeso e meritava di essere rivendicato il sostegno dato a quel governo dai ministri del PD. Ma quando si vota, si sceglie per il futuro, mai per il passato: si vota una speranza e quindi un'emozione.
Questa chiave interpretativa vale anche per una delle "giustificazioni" della sconfitta del PD: la giustificazione del "governismo".
L'esercizio del governo non è una funzione astratta. È molto concreta. Ad ogni livello incide sulla vita delle persone. Il governo logora se non sceglie a nome di chi governa.

 
30 ottobre 2022
Più dei voti mancanti nelle urne pesa l'impossibilità di fare coalizione
Sconfitta la missione unitaria del Partito Democratico
È uno dei compiti fondativi che la storia dell'Ulivo può far recuperare

L'impossibilità di rimettere insieme forze con le quali ha collaborato ha comportato per il Partito Democratico una sconfitta non solo elettorale, ma anche politica. Da queste elezioni potrebbe risultare irrimediabilmente sconfitta una delle sfide originarie del Partito Democratico.
Quindici anni fa al Lingotto di Torino il PD con Veltroni nasceva a vocazione maggioritaria. Si proponeva come lo strumento per interpretare e quindi rappresentare politicamente parti diverse della comunità nazionale, capaci però di avere una visione comune del futuro. Non era solo una vocazione elettorale, legata al sistema elettorale: era una visione politica della società.
Ecco perché - al di là dei numeri - in queste elezioni il PD ha perso.

 
23 ottobre 2022
A quattro settimane dal voto del 25 settembre
Il sistema elettorale torna a formare il governo
I collegi uninominali decisivi nella sconfitta del PD e di tutto il centrosinistra

Siamo a quattro settimane dal voto e c'è il governo della Destra a guida Fratelli d'Italia.
Era dalle elezioni vinte dal centro-destra nel 2008 che il sistema elettorale non riusciva a convertire una maggioranza relativa di voti in maggioranza assoluta di seggi. Quindi, a differenza di quanto successo nel 2013 e nel 2018, il governo è il risultato diretto del voto come è stato dal 1994 al 2008.
Non sarebbe successo senza la componente maggioritaria del sistema elettorale. Con la divisione nel campo del centrosinistra, il centrodestra ha vinto circa l'80 per cento dei collegi uninominali, arrivando così alla maggioranza assoluta nelle due Camere.
Il PD ha provato a fare alleanze. Non è stato possibile farle. La campagna elettorale ha fatto il resto. Il PD ha avuto contro tre avversari: un centrodestra coeso e compatto, Azione-Italia viva e il Movimento Cinquestelle.

 
16 ottobre 2022
Iscritti ed elettori alla ricerca del Partito Democratico che l'Italia vuole
Il PD si riconoscerà dalle persone che rappresenta
Dai laburisti inglesi buoni suggerimenti sui contenuti ed anche sul metodo

Il voto del 25 settembre continua a "prendere la parola" e lo farà a lungo. Il voto - ad ascoltarlo - dice molte cose. Bisogna però ascoltarlo e non solo giudicarlo.
In queste settimane - mentre costruisce il congresso - il PD rivendichi di essere il più grande partito progressista, europeista e ambientalista italiano, dando sostanza a ciascuna di queste parole. Cioè traducendole in progetti e i progetti in fatti. Anche questo insegna l'analisi del voto. Bisogna farsi riconoscere dalle proprie battaglie.
Nella scorsa legislatura, due riforme costituzionali (ambiente e sport) e una riforma universalistica dello stato sociale (l'assegno unico per i figli) sono frutto delle scelte del Partito Democratico, ma non ne hanno connotato l'immagine pubblica e quindi la campagna elettorale, cioè il cammino successivo nella legislatura futura.

 
25 settembre 2022
Come nelle elezioni del 1994
che hanno aperto il trentennio dell'individualismo mercantile

Questa scelta elettorale
riguarda la forma della comunità italiana

Sovranismo e presidenzialismo hanno contenuti non solo istituzionali,
ma anche sociali ed economici

Questa volta succede qualcosa di duraturo. Domenica 25 settembre è meglio votare. "Siamo ad un bivio, come per la Brexit", ha sintetizzato Enrico Letta nel confronto di ieri con Giorgia Meloni. L'immagine rende bene la posta in gioco. Prima dell'assetto istituzionale, è la forma della nostra comunità che è affidata agli elettori.
È già successo in altre elezioni politiche, quelle del 1994, con il messaggio prepolitico del berlusconismo.
Può succedere nel 2022: con il messaggio prepolitico dell'inefficienza della democrazia; della democrazia italiana e della democrazia europea. Il voto può certificare l'accettazione elettoralmente maggioritaria del sovranismo e del presidenzialismo. Di fatto si tratta della riduzione degli spazi di democrazia: quello geografico dell'Europa e quello politico del Parlamento.
Meglio votare, dunque: per evitare che mentre nella società si spegne l'entusiasmo per i poteri del Mercato, si accenda quello per la Donna Forte.

 
18 settembre 2022
Con le scelte politiche dei Cinquestelle e la defezione di Calenda
Competizione elettorale sbilanciata dai rifiuti al PD
Chi governerà non potrà nascondersi dietro l'Europa
Il campo largo, ideato da Enrico Letta, era lo spazio politico e sociale in cui far germogliare e poi portare a maturazione con le elezioni una pluralità di risposte alle richieste della comunità. Non l'aggregazione attorno ad una pianta già formata; un vigneto, piuttosto: dove ogni pianta ha i suoi grappoli, ma il vino è prodotto da tutte le piante.
La scelta dei 5Stelle di far cadere il governo Draghi ha frantumato questo progetto e ricondotto gli eletti di Grillo al proprio orto: lì sono tornati a coltivare le proprie piante.
Il PD si è preso allora la responsabilità di coltivare un'altra area, in parte già dissodata. Non tutti hanno accettato. Calenda ha scelto alla fine di restare in proprio: teneva così tanto a se stesso che sull'etichetta elettorale il suo nome è il doppio dei nomi dei due… vini della bottiglia.
È per questo che la coalizione di centro-sinistra è nei numeri di oggi elettoralmente più debole al voto del 25 settembre.

 
4 settembre 2022
Un grande bacino di voti anche nell'area del centrosinistra
L'indifferenza politica farà la differenza elettorale
Milioni di cittadini non vogliono punire nessuno;
non hanno interesse a favorire nessuno

Le previsioni sulle percentuali di astensione domenica 25 settembre indicano che - almeno per ora - milioni di elettori non hanno interesse a cercare le responsabilità; sono rassegnati; sono disincantati. Non vogliono punire nessuno; non hanno interesse a favorire nessuno.
Data l'ampiezza dei numeri delle previsioni, sono elettori anche dell'area di centrosinistra; persone che hanno un'identità politica personale, ma non più un'identità collettiva da coltivare. Questo grande bacino elettorale farà alla fine la differenza nel risultato: se resta silenzioso, potrebbe confermare le previsioni di schiacciante vittoria del centrodestra; se prende la parola con la scheda, potrebbe contribuire ad avviare per l'Italia e per l'Europa un nuovo ciclo di innovazione nel lavoro, nell'ambiente, nei diritti individuali, nei rapporti internazionali.

 
28 agosto 2022
Senza dimenticare chi ci porta alle urne prima del tempo
Il voto del 25 settembre è fatto anche di scelte sulle persone
Il peso dei collegi uninominali cresce con la diminuzione del numero dei parlamentari
Sul piano della rappresentanza, essendo minore il numero complessivo, i collegi uninominali (sia per la Camera che per il Senato) diventano più influenti sul risultato finale. È una delle molte ragioni per cui è domenica 25 settembre meglio votare.
Nel collegio uninominale va in Parlamento il candidato che ottiene un voto in più rispetto al secondo. Dunque, ogni voto di noi cittadini determina il rappresentante del "nostro" territorio. Il voto del 25 settembre è fatto anche di queste scelte sulle persone; scelte che richiedono coerenza e responsabilità da parte dei veneti: responsabilità nella partecipazione al voto, coerenza nella individuazione dei propri rappresentanti.
Il 25 luglio Massimo Pavin, affermato industriale del Cittadellese, sul "Mattino di Padova" l'ha così riassunta commentando il licenziamento di Mario Draghi: "È stata una cosa gravissima e spero che la gente vada a votare e riponga i voti in qualcuno che non si sia comportato in questa maniera". Mi pare una sintesi da utilizzare per scelte personali di voto, ma anche una motivazione da proporre a concittadini indecisi.

 
5 giugno 2022
Né il SÌ né il NO risolveranno le questioni proposte il 12 giugno
Questi referendum riguardano proprio i cittadini?
La partecipazione democratica deve essere effettiva (e non strumentalizzata)
È difficile appassionarsi alle questioni poste dai prossimi referendum. Sembra, infatti, avere ragione Enrico Letta quando valuta che "una vittoria dei sì in questi referendum aprirebbe più problemi di quanti ne risolverebbe".
I referendum sono uno strumento importante di partecipazione democratica. Vanno quindi salvaguardati da un utilizzo strumentale, che sembra essere stato prevalente nell'iniziativa leghista e radicale che porta al voto del 12 giugno. La strumentalità è evidenziata anche da fatto che su molti dei temi proposti dai referendum il Parlamento ha già avviato riforme incisive. La strumentalizzazione è particolarmente accentuata da parte della Lega, che fa parte del Governo Draghi e della sua maggioranza e che quindi ha lo spazio e il ruolo politico e parlamentare per far valere le proprie posizioni.
Anche questa contraddizione sta allontanando l'interesse dei cittadini per il voto.

 
24 aprile 2022
La Chiesa può farsi ed essere desiderata come compagna di strada
Una politica chiamata "popolarismo"
Il Sinodo si prefigura come un percorso di ricostruzione del popolo
Il Sinodo della Chiesa che è in Italia si prefigura come un percorso di ricostruzione del popolo, sollecitato a "camminare insieme", seguendo le tracce dello Spirito nell'unica famiglia umana.
Accompagnare dall'interno questo processo lento, difficile è la proposta che continuamente Papa Francesco fa alla Chiesa. È la prospettiva che indica anche alla politica.
Nella comunità politica il popolo sembra scomparso. Chi non sceglie la scorciatoia del populismo ha davanti a sé una domanda ancora senza risposta: come rendere protagonisti una moltitudine di individui isolati, senza più partiti di popolo e con i corpi intermedi (organizzazioni dell'impresa e del lavoro, ad esempio) sempre più esangui. L'unico "corpo collettivo" sembra essere l'opinione pubblica: questa presume di essere soggetto; di fatto è un oggetto, sovrastato da forze tecnologiche, comunicative ed economiche enormi.

 
20 marzo 2022
Una parola comunissima, fuori dalle categorie logiche
Il popolo si capisce vivendolo
Papa Francesco: servono comunità capaci di offrire e generare relazioni
Popolo è parola comunissima, tuttavia non univoca. In una conversazione con Antonio Spataro, direttore di Civiltà Cattolica, Papa Francesco va dentro questa "parola molto maltrattata"; la racconta come un'esperienza, non la definisce in base a logiche esterne.
"Popolo" non è una categoria logica, né è una categoria mistica, se la intendiamo nel senso che tutto quello che fa il popolo sia buono o nel senso che il popolo sia una categoria angelicata. (…) Popolo è una categoria storica e mitica. Il popolo si fa in un processo, con l'impegno in vista di un obiettivo o un progetto comune. (…) Essere parte del popolo è far parte di un'identità comune fatta di legami sociali e culturali. E questa non è una cosa automatica, anzi: è un processo lento, difficile.
C'entrano nulla il peronismo (a volte evocato da commentatori occidentali) o la teologia della liberazione (disinformante etichetta genericamente applicata alla Chiesa latino-americana) che alcuni critici non smettono di citare a proposito del Pontefice argentino.

 
20 febbraio 2022
Nel solco della democrazia personalistica di cui è un interprete
Sono i cittadini i titolari
della chiamata di Mattarella al Quirinale

Con il discorso di investitura il Presidente li ha fatti parlare
perché le attese costruiscano la speranza

Finite le poche righe di preambolo, quando il discorso diventa nei contenuti e nel tono quello del nuovo Capo dello Stato, Mattarella spiega che il suo sì "per la seconda volta a rappresentare l'unità della Repubblica" è la risposta "a tutte le italiane e a tutti gli italiani: di ogni età, di ogni Regione, di ogni condizione sociale, di ogni orientamento politico. E, in particolare, a quelli più in sofferenza, che si attendono dalle istituzioni della Repubblica garanzia di diritti, rassicurazione, sostegno e risposte al loro disagio".
Del resto, che egli senta come "titolari" della sua chiamata al Quirinale prima di tutto i cittadini, l'aveva detto subito nella telegrafica dichiarazione di accettazione.
"Ecco, noi, insieme, responsabili del futuro della nostra Repubblica", è l'ultima riga del discorso, immediatamente preceduta e motivata dal ricordo di David Sassoli.
Sassoli e Mattarella: nel loro modo di stare nelle istituzioni e nelle parole con cui se ne fanno carico si sente che il cattolicesimo democratico, assente dalle cronache politiche, ha molte risposte alle domande della comunità italiana; nel legame profondo con la Costituzione repubblica la democrazia personalistica continua ad aprire strade nuove al futuro della società.

 
13 febbraio 2022
Nel dialogo con Fabio Fazio cita Paolo VI e Aparecida
Papa Francesco confessa il plagio in tv
La strada della Chiesa verso il futuro è iniziata con il Concilio
All'inizio era il popolo. Storia biblica e dottrina conciliare si sono fuse in una delle prime immagini del pontificato di Francesco: il Papa a capo chino in attesa della benedizione che il popolo in piazza San Pietro sta chiedendo al Signore per lui.
Ora, rispondendo ad una domanda di Fabio Fazio nella storica intervista televisiva di domenica 6 febbraio, Papa Francesco ribadisce i suoi riferimenti: "Io immagino la Chiesa del futuro come l'ha immaginata san Paolo VI dopo il Concilio, con l'esortazione apostolica Evangelii nuntiandi. Poi io ne ho fatta un'altra, che si chiama Evangelii gaudium, ma non è tanto originale, è un plagio di Evangelii nuntiandi e di Aparecida".
Al Concilio e a Paolo VI (nomi presumibilmente noti alla maggioranza di chi lo ascoltava) aggiunge nell'intervista "Aparecida", nome talmente ignoto ai più in Italia che qualche trascrizione giornalistica immediata dell'intervista addirittura lo omette.

 
6 febbraio 2022
È sempre la Costituzione, ma resa ancor più personalistica
Sergio Mattarella presenta al Parlamento la Carta della Dignità
Il discorso di investitura del Presidente della Repubblica
Ai parlamentari Sergio Mattarella rilegge la Costituzione non attraverso gli articoli, ma richiamando la vita delle persone, soprattutto di quelle alle quali il patto costituzionale deve restituire la dignità.
Costruire o ricostruire i diritti sociali per riconoscere la dignità personale è il programma che il nuovo Presidente indica alla Repubblica. È sempre la Costituzione, ma resa ancor più personalistica.
Il discorso di investitura del Presidente Mattarella va letto per intero. La parte conclusiva sui diritti sociali in rapporto alla dignità della persona è fra le più impegnative ed è certamente quella che caratterizzerà il Settennato: pronunciata 18 volte giovedì 3 febbraio in Parlamento, la parola "dignità" l'ascolteremo molte volte in questi anni, per richiamare il "programma" del Presidente o per attualizzarla o per richiamarla come progetto. È da subito campo per i parlamentari e i rappresentanti regionali che hanno accompagnato con lunghi applausi il discorso di investitura di Sergio Mattarella.

 
16 gennaio 2022
La morte del presidente del Parlamento europeo
Con David Sassoli impossibile l'indifferenza
"Di vita in vita": è la sua esperienza
descritta nelle parole ascoltate al suo funerale

In molti abbiamo conosciuto David Maria Sassoli. Ne abbiamo avuto conferma in questa triste settimana della sua morte e dei funerali di Stato. La sua immagine è fissata nel telegramma di condoglianze di Papa Francesco, che lo ricorda "credente animato di speranza e di carità, competente giornalista e stimato uomo delle istituzioni che, in modo pacato e rispettoso, nelle pubbliche responsabilità ricoperte si è prodigato per il bene comune con rettitudine e generoso impegno, promuovendo con lucidità e passione una visione solidale della comunità europea e dedicandosi con particolare cura agli ultimi".
Di vita in vita: in un verso di padre Turoldo, l'esperienza di David Sassoli che provo a descrivere con le parole che abbiamo ascoltate al suo funerale.

 
26 dicembre 2021
La scarsa conoscenza della religione propria
spegne ogni interesse a conoscere la religione dell'altro

Le democrazie si rafforzano con l'alfabetizzazione religiosa
È tempo che la materia non sia delegata esclusivamente alle Chiese
e alle confessioni religiose

La scarsa conoscenza della religione propria spegne ogni interesse a conoscere la religione dell'altro: bastano luoghi comuni e pregiudizi, che generano conflitti non solo ideologici, ma anche nei rapporti di vita quotidiana; che pretendono dalle istituzioni lacerazioni della comunità civile; che creano ostacoli alla partecipazione democratica.
È, dunque, una questione politica, non solo religiosa. Lo è da sempre. Lo è dovunque.
Lo hanno capito i partiti e i movimenti populisti, che hanno assunto la rappresentanza politica di questa questione, non per risolverla ma per alimentarla ai fini del consenso elettorale.
Sono, invece, in ritardo le democrazie europee. Costruire una cittadinanza che nel confronto si arricchisce delle diversità è un obiettivo politico che richiede che l'alfabetizzazione religiosa non sia materia delegata esclusivamente alle Chiese e alle confessioni religiose, ma finalità anche delle democrazie, impegnate ad avere cittadini liberi di professare ciò in cui credono e - in quanto liberi - anche tolleranti e possibilmente dialoganti.

 
5 dicembre 2021
La circolare europea (interna e subito ritirata)
sulle parole con riferimenti religiosi

La pretesa di trattare l'esperienza religiosa
come una nomenclatura

Un prodotto tipico con il marchio "Orgogliosa ignoranza",
frutto dell'analfabetismo religioso (in questo caso con laurea)

Sono sicuri di sapere di religione gli esperti della Commissione Europea autori della circolare interna in cui tra le altre cose si suggeriva ai funzionari di Bruxelles (era in vista l'Avvento) di sostituire, nelle comunicazioni, "Natale" con "festività" e i nomi come "Maria" e "Giovanni" con "Malika" e "Julio". Giustamente subito ritirate, quelle linee-guida erano frutto dell'analfabetismo religioso (in questo caso con laurea). Lo ha involontariamente ammesso la commissaria europea all'Uguaglianza, Helena Dalli, quando ha spiegato che scopo del documento era "mostrare la natura inclusiva della Commissione europea verso tutti i ceti sociali e le credenze dei cittadini europei". Come si possa essere inclusivi, escludendo il Natale e tutte le donne europee che portano il nome di Maria, è già un prodotto tipico con il marchio "Orgogliosa ignoranza" religiosa.
L'analfabetismo religioso strutturale di quelle linee-guida è però nella pretesa di trattare l'esperienza religiosa esclusivamente come una nomenclatura, come se "Natale" e "Maria" fossero solo parole.

 
7 novembre 2021
La propagandistica cittadinanza onoraria di Anguillara Veneta a Jair Bolsonaro
Padova e il Brasile hanno tutta un'altra storia di popolo
Basta mettersi sulle tracce di padre Ezechiele Ramin e di don Ruggero Ruvoletto
La scelta del giorno non è dipesa da lei, Alessandra Buoso, sindaco di Anguillara Veneta. La coincidenza della festa di Ognissanti ha reso ancor più stridente la presenza in riva all'Adige di Jair Bolsonaro, presidente del Brasile, venuto a ritirare il "certificato" di cittadino onorario, deciso dalla maggioranza leghista che amministra il Comune.
Né Buoso né Bolsonaro hanno badato alle osservazioni che questo gesto aveva provocate.
Sia nelle informazioni giornalistiche sia nei commenti tra i protagonisti si è molto insistito sul "forte imbarazzo" espresso dalla diocesi di Padova. È certamente il passaggio più politico. La distinzione, anzi l'opposizione della Chiesa padovana è però espressa contrapponendo alla cittadinanza onoraria a Bolsonaro l'onore a due martiri brasiliani partiti da Padova: padre Ezechiele Ramin e don Ruggero Ruvoletto. Nella festa di Ognissanti era a loro che toccava l'onore, se ad Anguillara Veneta si fosse davvero voluto segnalare il legame con il Brasile.

 
24 ottobre 2021
Mentre succede che il cibo alimenta più la finanza mondiale che le persone
L'attualità della Dottrina sociale diventa sempre più un'urgenza
In Italia può essere l'occasione per rimotivare il cattolicesimo democratico
Nell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite "Sconfiggere la fame" è il secondo degli obiettivi, conseguenza del primo "Sconfiggere la povertà". A metà del percorso verso il 2030, la situazione non migliora; anzi peggiora: nei numeri e nei suoi contenuti sociali. Succede infatti che c'è molto più cibo a disposizione, ma questo cibo costa sempre di più e chi ha fame non può comprarselo. Succede che il cibo alimenta la finanza, non lo stomaco.
"È ciò che la Dottrina sociale della Chiesa ha chiamato strutture di peccato. Il cambiamento personale è necessario, ma è anche imprescindibile adeguare i nostri modelli socio-economici, affinché abbiano un volto umano, perché tanti modelli lo hanno perso", precisa Papa Francesco per evitare che la situazione sia considerata ineluttabile.
"La Dottrina sociale della Chiesa non contiene tutte le risposte, ma ha alcuni principi che possono aiutare questo cammino a concretizzare le risposte e aiutare sia i cristiani sia i non cristiani", scrive ancora il Santo Padre. Portare queste risposte nel dibattito pubblico e nel confronto politico è un modo di sostenere il cammino comune. In Italia può essere l'occasione per rimotivare il cattolicesimo democratico.

 
17 ottobre 2021
Papa Francesco insiste su salario minimo e riduzione della giornata lavorativa
Lavorare tutti, lavorare meno per lavorare meglio
Misure concrete sulle quali dibattito pubblico e confronto politico sono insufficienti
Lavorare tutti, lavorare meno. È sabato 16 ottobre 2021 e ne parla Papa Francesco.
Il Pontefice non ne parla al passato, non fa citazioni storiche degli anni Settanta del Novecento, quando quelle parole erano uno slogan presto silenziato dalla globalizzazione e dal terrorismo. Papa Francesco guarda al presente svelato dalla pandemia e al futuro già ipotecato dalla finanza.
È "tempo di agire" e Papa Francesco propone alcune misure concrete: un reddito minimo (o salario universale) e la riduzione della giornata lavorativa. In questo modo ogni persona potrebbe permettersi di "accedere ai beni più elementari della vita".
Lavorare tutti, lavorare meno, lavorare meglio: questa la sintesi completa della proposta che Papa Francesco ha inserito nel lungo videomessaggio di sabato 16 ottobre in occasione del quarto incontro dei Movimenti popolari.

 
26 settembre 2021
Si confermano una componente essenziale del sistema economico italiano
Le famiglie danno lezioni di Economia (non solo) domestica
Hanno adottato per se stesse "la diligenza del buon padre di famiglia"
che il nostro Codice civile invoca o prescrivere per molti rapporti finanziari

Le famiglie sono da sempre una componente essenziale del sistema economico italiano; la loro capacità di risparmio e di spesa vale almeno tanto quanto la capacità produttiva delle imprese o la capacità di indirizzo della pubblica amministrazione. Succede anche in questi mesi: mentre il "sistema imprenditoriale" recupera produttività negli scambi internazionali, il "sistema familiare" costituisce il volano del mercato interno, non solo spendendo nel recupero di spazi di vita collettiva, ma anche con gli investimenti nelle proprie abitazioni (utilizzando i vari bonus).
Il volano economico familiare non è attualmente alimentato dal debito ma dal risparmio. Alla riduzione delle entrate l'insieme delle famiglie non solo non ha risposto con la riduzione del patrimonio o l'indebitamento, ma riducendo le spese in proporzione alle entrate correnti e anche a quelle prevedibili. Alle famiglie viene insomma naturale adottare per se stessa "la diligenza del buon padre di famiglia" che il nostro Codice civile invoca o prescrivere per molti rapporti finanziari.

 
11 luglio 2021
Milioni di famiglie l'hanno potuto misurare durante la pandemia
La produzione di valore economico del lavoro di cura
Il suo riconoscimento sociale e stipendiale può favorire l'aumento complessivo dell'occupazione in Italia
L'Italia ha sottoscritto l'Impegno sociale di Porto, che ha questo primo obiettivo: "almeno il 78% della popolazione di età compresa tra i 20 e i 64 anni dovrebbe avere un lavoro" entro il 2030. L'Italia parte dal 58 per cento di occupati e per aumentarli di un terzo in dieci anni serve investire nei settori ad alta occupazione e il lavoro di cura è uno di questi. Un servizio di qualità ad una persona anziana consente ad un familiare di lavorare almeno a tempo parziale; un posto di lavoro in asilo nido ne attiva altri per le mamme, che lavorando potranno aver bisogno di collaborazione domestica…
Questa catena di buon lavoro va tenuta stretta con un incremento delle opportunità offerte ai giovani, ma soprattutto con un adeguamento degli stipendi che corrisponda non solo alla qualità del lavoro richiesto, ma anche alla considerazione sociale di cui i lavori di cura in generale devono godere.

 
20 giugno 2021
Il futuro comune è una scelta politica ed economica non facile
Non c'è sviluppo senza giustizia: anche in Italia
L'unico obiettivo non può essere la "ripresa" dopo il Covid-19
Proprio in settori che hanno richiamato l'attenzione pubblica nei mesi di isolamento pandemico, come il lavoro di cura o la logistica,si incontrano anche molti "lavoratori poveri": persone occupate la cui retribuzione non consente una vita dignitosa per sé e per la propria famiglia. Lavoratrici e lavoratori "scartabili", secondo la realistica definizione di Papa Francesco (ed effettivamente scartati nel pieno della pandemia), rischiano di aumentare in numero e in povertà se l'unico obiettivo è la "ripresa" dopo il Covid-19. Del resto, proprio la pandemia sta facendo vedere che le connessioni sociali sono così strette che la condizione di ciascuno è influenzata dalla condizione di molti. La presente debolezza collettiva consente di capire che non c'è sviluppo senza giustizia, di vedere che lo sviluppo è vero se è per tutti. Evidenze che san Paolo VI illustra nell'enciclica Populorum progressio: era il 1967 e il Papa ci avvertiva di tenerne conto nei rapporti tra gli Stati; mezzo secolo dopo quel richiamo è diventato necessario addirittura nei rapporti della nostra società, addirittura in Italia.

 
23 maggio 2021
La proposta del Partito Democratico per una dotazione economica ai giovani
L'eredità universale ai diciottenni per ripartire anche con loro
Le Destre populiste o liberali hanno preferito discutere delle successioni milionarie
Un'eredità universale ai giovani: è la proposta di Enrico Letta con la costituzione di una "dote per i diciottenni italiani", di cui un contenuto politico è la redistribuzione del reddito che è uno dei pilastri della democrazia realizzata.
Proprio ora è importante la proposta del Partito Democratico; è proprio ora che con fondate speranze l'Italia (assieme al resto del pianeta) prova ad uscire dalla pandemia; è proprio ora che c'è spazio per le cose nuove; è proprio ora che l'Europa sta ridisegnando se stessa per i prossimi anni. Quindi è questa l'ora dei giovani.
Con "dote18" il PD vuole assegnare una dote di 10 mila euro a chi compie 18 anni e potrà avere, anche quando i genitori non possono aiutarli, un'opportunità di formazione, l'impegno in attività economiche, la possibilità di andare via di casa, con l'accesso ai mutui-abitazione anche per chi non ha genitori in grado di fornire garanzie. "Il mio sogno è trattenere i ragazzi italiani in Italia, senza però farli restare in casa con mamma e papà fino a trent'anni", argomenta Enrico Letta.

 
16 maggio 2021
La globalizzazione della fraternità - 3
Senza i sogni collettivi tornano le guerre
Papa Francesco cerca l'alleanza dei giovani:
hanno una vita davanti,con la storia alle spalle

La costruzione sociale del sogno si è rivelata decisiva nel corso della storia recente dell'umanità e il suo venir meno fa registrare oggi un regresso pericoloso. La valorizzazione dei sogni collettivi che nella seconda metà del secolo scorso hanno consentito forme nuove e costruttive di cooperazione fra i popoli e fra gli Stati è un altro dei temi politici dell'enciclica Fratelli tutti.
Il Santo Padre li considera decisivi nella globalizzazione della fraternità e quindi si preoccupa che essi siano soppiantati dai miraggi dell'individualismo, tanto che ai "Sogni che vanno in frantumi" è dedicata la prima parte del primo capitolo.
Con il ridursi della fraternità politica internazionale oggi in atto, anche ogni persona rischia la regressione. Senza i sogni, svanisce l'immaginazione e cresce l'attitudine al fatalismo e alla rassegnazione. Non si chiude solo il mondo; si chiude la vita di ogni singola persona. Papa Francesco cerca allora l'alleanza dei giovani, della generazione che è nata e vive nella connessione globale ma che è anche nell'età dei sogni.

 
2 maggio 2021
La globalizzazione della fraternità - 2
I sogni politici che la politica da sola non può sognare
Per Papa Francesco è l'umanità stessa
che - alla fine - deve scegliersi come protagonista

Costruendo la globalizzazione della fraternità diventa possibile sognare con Papa Francesco che la dignità di ogni persona umana sia riconosciuta sempre e in ogni circostanza, che i diritti umani siano davvero universali (FT 206), che ogni uomo possa vivere in un mondo senza frontiere, che il futuro di ciascuno non dipenda dal luogo in cui nasce), che si ricomponga lo scisma tra persona e comunità umana che caratterizza l'Occidente, che si rinunci alla barbarie della pena di morte, che l'Onu sia riformato perché le nazioni povere contino alla pari delle grandi potenze, che il debito estero dei Paesi del Sud del mondo sia condonato, che la destinazione universale dei beni prevalga sulla proprietà privata, che si abbandoni l'illusione che possa esistere una guerra giusta, che abbia fine il commercio delle armi.
Sogni politici, che troviamo nell'enciclica Fratelli tutti e che la politica da sola non può sognare. La difficoltà a valutare come "bene comune" il vaccino anti-Covid e a adeguare a questa valutazione le altre regole è una recente dimostrazione dell'insufficienza della politica a realizzare sogni fraterni quando agisce con finalità solo politiche.

 
25 aprile 2021
La globalizzazione della fraternità - 1
Un'altra umanità, non un'altra economia
Il sogno di Papa Francesco sfida l'illusione propagandata dal mercato
Il destino comune, immaginato e progettato in un sogno fatto insieme, è il filo con cui Papa Francesco ha cucito l'enciclica Fratelli tutti: non è utopia, ma progetto; è presa d'atto della necessità di cambiamento della realtà concreta; è visione di una direzione di marcia con l'indicazione della meta (giustizia e pace) e l'individuazione dei mezzi (incontro e dialogo).
Stanno altrove le illusioni. Con durezza profetica Papa Francesco le denuda: "Qualcuno pretendeva di farci credere che bastava la libertà di mercato perché tutto si potesse considerare sicuro" (FT 33).
Il sogno sfida l'illusione. La globalizzazione è il terreno della sfida. È lo stesso terreno scelto dall'economia.
La presa d'atto della realtà e la constatazione dei risultati negativi richiedono un progetto globale: la globalizzazione della fraternità. La definizione non si legge nell'enciclica, ma basta far abitare la "casa comune" dai "fratelli tutti" e il progetto si incontra con chiarezza: la ricomposizione dei legami personali, locali e internazionali sulla base della fraternità. Come abbiamo appena letto, quella che Papa Francesco invita a sognare e a pensare è un'altra umanità, non un'altra economia.

 
11 aprile 2021
Gli iscritti al PD si confrontano nella Consultazione proposta dal segretario Enrico Letta
L'impegno politico è generato dalla propria comunità
È la vita delle persone a decidere le priorità, ad esempio la salute: quella di tutti o quella degli anziani messa alla prova dalla pandemia
Il primo paragrafo della Consultazione lanciata tra gli iscritti del Partito Democratico da Enrico Letta nel giorno della sua elezione a segretario nazionale, pone questioni politicamente molto diverse fra loro; è quasi un compendio dell'intera Consultazione. A tenere insieme tutti i temi politici è la condizione esistenziale dalla quale prende avvio l'intera riflessione: "Dopo l'anno più buio della storia della Repubblica … nuovi lutti e nuove sofferenze".
I Democratici ne possono ricavare una prima proposta del segretario Enrico Letta su cui discutere e scegliere: l'impegno politico è originato dalla partecipazione alla vita delle persone e della comunità. Vuol dire, ad esempio, che non siamo noi a scegliere le priorità dell'impegno sulla base dei nostri valori e dei nostri obiettivi, ma è la vita della comunità in cui operiamo a decidere le priorità del nostro impegno e gli obiettivi diventano quelli comunitari, che noi ci sforzeremo di arricchire con i nostri valori.
Da mesi, ad esempio, si pongono domande che finora sono solo mediche, ma che la vita delle persone pone ogni giorno e la pandemia ha fatto diventare invocazioni. Una per tutte: la condizione di multipatologia della vecchiaia, causa prevalente della strage di anziani nella pandemia, è inevitabile?

 
28 marzo 2021
La sovranità originaria del popolo e la sua centralità
sono esaltate dal popolarismo

La buona politica genera democrazia se è esercitata da tutti
Il mercato ha mostrato nella pandemia di non avere risposte per tutto
e gli steccati propagandati dal populismo nulla hanno potuto contro il virus

Il dogmatismo mercantile con la sua globalizzazione irriguardosa ha contemporaneamente alimentato un altro nemico mortale per la politica: il populismo localista e identitario che contrappone ciascuno contro ogni "altro".
È l'esatto contrario dell'amicizia sociale. Mette a rischio "la legittimità della nozione di popolo", cioè del soggetto fondante della politica; e senza il popolo potrebbe essere eliminata "la parola stessa democrazia (governo del popolo)". È l'avvertimento di Papa Francesco nell'enciclica Fratelli tutti, che dedica i primi sette paragrafi del capitolo dell'enciclica sulla "migliore politica" al populismo, cui l'enciclica contrappone il sostantivo "popolo" e l'aggettivo "popolare". La sovranità originaria del popolo e la sua conseguente centralità politica (una affermazione costante nel magistero di Papa Francesco), deturpate dal populismo, sono invece esaltate dal popolarismo.
Questa enciclica sociale sulla globalizzazione utilizza parole, "popolarismo" e "popolare", che fanno parte della vicenda politica europea e soprattutto italiana. La buona politica genera democrazia solo se è esercitata da tutti, come insegna il nostro maestro di amicizia sociale, il Buon Samaritano.

 
28 febbraio 2021
Papa Francesco segnala le "strategie che mirano a indebolirla, a sostituirla con l'economia o a dominarla con qualche ideologia"
La politica è sempre più fragile in tutto il mondo
Una fragilità che sta colpendo sia il popolo, che è il soggetto della politica, sia lo Stato, che della politica è lo strumento più potente
Papa Francesco avverte subito, fin dal preambolo: "la politica diventa sempre più fragile". Una fragilità che sta colpendo sia il popolo, che è il soggetto della politica, sia lo Stato, che della politica è lo strumento più potente. Fratelli tutti è l'enciclica sociale sulla globalizzazione: su chi ne trae profitto e su chi ne è vittima; soprattutto su quali sono i poteri che la governano. Propone, dunque, una questione politica, la cui soluzione condiziona e condizionerà la questione sociale.
Nella valutazione di Fratelli tutti il popolo sta correndo pericoli mortali e, essendo il popolo il soggetto stesso della politica, è la politica che si vuole eliminare. Papa Francesco rende avvertiti delle "strategie che mirano a indebolirla, a sostituirla con l'economia o a dominarla con qualche ideologia". Sono strategie con le quali il populismo e il liberismo individualista vogliono rendere "inoffensivo" il Buon Samaritano, togliendogli lo strumento per realizzare l'amicizia sociale.

 
17 gennaio 2021
Scienziati e ricercatori hanno potuto svolgere test e verifiche
con una accelerazione mai utilizzata prima

Per fermare il Covid abbiamo cambiato il tempo
Gli italiani campioni europei di fuga dalla pandemia
Un milione di vaccinati in Italia nelle prime due settimane della campagna europea, che comprendevano anche parte delle festività natalizie: italiani campioni d'Europa nello sprint della fuga dal Covid-19. Nessuno è partito così bene nell'Unione Europea, tanto che i giornali tedeschi hanno preso ad esempio l'Italia.
Le necessità di questa crisi pandemica includevano, fin dall'inizio, anche il fattore tempo: fattore decisivo per la sicurezza sanitaria ma anche per la sicurezza sociale ed economica globale, che il Covid-19 aveva complessivamente minato. La crisi ha allora cambiato il tempo: le risorse finanziarie sono state messe in anticipo dai governi (per noi dall'Unione Europea) servendo per le prenotazioni e non solo per l'acquisto, le aziende farmaceutiche hanno fatto ricorso alle capacità dell'intelligenza artificiale e al trattamento dei Big Data, gli scienziati e i ricercatori hanno così potuto svolgere test e verifiche con una accelerazione mai utilizzata prima, senza rinunciare alle procedure scientifiche e ai criteri etici che la scienza si è data sui vaccini.

 
27 dicembre 2020
Gli europei iniziano tutti insieme la più imponente vaccinazione della storia
Fuori dal Covid sulla strada da cui ci siamo arrivati?
Questa crisi globale è invece già parte di una possibile "nuova" vita
Insieme, nella stessa domenica, noi europei incominciamo la campagna di vaccinazione contro il Covid-19: sarà la più imponente della storia. Domenica 27 dicembre 2020 è una data da segnare nel calendario europeo.
Una parentesi, così pensiamo la pandemia: il dopo sperato come il prima; ripetere gli abbracci, le interrogazioni a scuola, la pizza con gli amici, il giro al mercato; e ancora: "Lasciateci lavorare, l'economia ripartirà"; e l'immunità di gregge perseguita col vaccino servirà a rilanciare l'economia, a rimettere in moto la produzione, a far riprendere i consumi. Raccontiamo il futuro utilizzando verbi con il prefisso "ri-", il prefisso di ripetere. Ce lo raccontiamo tutti insieme: noi persone, noi comunità. E tutti insieme ci apprestiamo a correre il più velocemente possibile fuori dalla pandemia sulla strada che conosciamo, perché è quella da cui veniamo.
Questa crisi, però, è già parte di una possibile "nuova" vita: quella in cui le generazioni si abbracciano, quella in cui la cittadinanza europea è solidale, quella in cui la scienza ha l'orologio dei bisogni. Chiudere tra parentesi la pandemia vorrebbe dire soffocare questi germogli di vita e conservare di questa crisi globale solo i morti.

 
29 novembre 2020
In cento giorni l'Unione è cambiata più che in trent'anni
Per fronteggiare la pandemia l'Europa esce dalla trincea
del passato

Rilanciata la dimensione continentale e solidale
Nelle precedenti crisi finanziarie o politiche l'Europa era arretrata, aveva provato a difendersi con le regole che aveva, ma nella trincea del passato aveva perso il futuro, che è lo spirito vitale dell'Unione, ed era entrata in affanno. Anche all'inizio dell'offensiva del Covid-19 l'Europa era tornata nella trincea del passato: chiuse le frontiere interne, "ognuno per sé" alla forsennata ricerca di mascherine e respiratori, nessun coordinamento sanitario. La disgregazione era imminente.
In quel momento, proprio la dimensione dello shock pandemico ha esaltato valore e necessità dell'Unione Europea: la riposta adeguata non poteva che essere a livello continentale e i contenuti della risposta dovevano riguardare tutti i cittadini, tutti gli Stati. Il rischio di morte si è trasformato nel germoglio di vita.
L'Europa, che per la prima volta si indebita a vantaggio dell'Europa intera e che sospende le proprie norme di governance finanziaria. Chi l'avrebbe mai detto?

 
11 ottobre 2020
È tempo di mettere in pratica i propositi del confinamento
Anziani celebranti e carrozzine come altare
nelle chiese domestiche

Puntuali e ripetuti gli insegnamenti di Papa Francesco per evitare
la clericalizzazione dei laici

Siamo di nuovo assediati dalla pandemia. "Altri 5.724 casi registrati ieri su 133.084 tamponi, il massimo dei prelievi giornalieri effettuati finora tra screening e tracciamento", scrivono i giornali di oggi, domenica 11 ottobre. E il professor Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute per la pandemia, annota: "Sicuramente se entreremo in emergenza daremo ancora una volta il meglio di noi, ma stavolta sarebbe veramente il caso di trarre vantaggio dall'esperienza dei mesi primaverili".
A fare esperienza in quei mesi è stata anche la comunità dei credenti in Italia. La sospensione delle celebrazioni religiose, prima, e le limitazioni precauzionali alla partecipazione tuttora in corso hanno sollecitato l'approfondimento sulla natura essenziale della comunità cristiana. Ora la recrudescenza del Covd-19 e soprattutto la protezione, sollecitata e indispensabile, dei membri fragili della comunità sia civile che religiosa, potrebbero incentivare l'applicazione concreta di alcuni propositi maturati durante il confinamento.
Aiutare le famiglie a realizzare forme di liturgia domestica, in cui i più anziani e i più fragili diventano i celebranti e la carrozzina o il letto si trasforma in altare: è questa, ad esempio, una bella sfida per i laici e per il clero. Non è detto che i laici siano disponibili, subito. È vero che il clericalismo attecchisce più facilmente nel clero, ma il laicato molto spesso preferisce che "facciano i preti".

 
27 settembre 2020
In continuo aumento il debito ecologico dei Paesi ricchi
I poveri non avranno più indietro la loro Terra
Anche gli abitanti giovani e futuri del Nord del mondo vivranno in un pianeta impoverito in modo irreversibile
Nella partita del dare e avere economico planetario non figura quasi mai il credito ecologico che la parte più povera della popolazione mondiale vanta nei confronti della minoranza più ricca. Si tratta in gran parte di un credito inesigibile, perché è costituito da risorse naturali non più reintegrabili e da milioni di persone costrette ad abbandonare la loro terra senza nessuna prospettiva di farvi ritorno. Dalla "scoperta" dell'America alla prima rivoluzione industriale, dal colonialismo all'ambientalismo a casa propria, il Nord del mondo ha messo a carico del Sud del mondo molti dei suoi problemi, in uno scambio ecologicamente diseguale sia per il diverso potere contrattuale delle due parti, sia per la diversa percentuale di ricchezza che ciascuna delle due parti può ricavare.
Poiché, però, la terra è una sola, chi si indebita con lei finisce per indebitarsi con sé stesso, perché non siamo i padroni, ma parte della "terra, indicata nella Scrittura come adamah, luogo dal quale l'uomo, Adam, è stato tratto", ha appena ricordato Papa Francesco. Succede così che a trovarsi con un non desiderato credito ecologico siano anche gli abitanti giovani e gli abitanti futuri del Nord del mondo: anche la loro terra è impoverita in modo irreversibile.

 
13 settembre 2020
Assieme all'abuso di potere e al malinteso senso di appartenenza
Il clericalismo si serve della reverenza per creare sudditanza
Papa Francesco vuole allarmare per guarire
Rendere evidente la connessione tra clericalismo e potere è una costante nella catechesi di Papa Francesco: è questa connessione, infatti, la parte più maligna della perversione nella Chiesa perché rende grottesco l'annuncio evangelico. Per questo, - ha commentato recentemente padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica, "il discorso di Francesco - non vuole rassicurare: vuole allarmare per guarire".
Padre Spadaro commenta così il messaggio di Papa Francesco all'assemblea annuale delle Pontificie Opere Missionarie. È un discorso complesso, a tratti spigoloso, pur prendendo le mosse dalla speranza della festa dell'Ascensione, giorno in cui è datato il messaggio. Un capitolo del messaggio è intitolato "Le insidie da evitare". Vi si esaminano alcune "insidie e patologie incombenti" sul cammino di molte istituzioni ecclesiali. Tornano le insidie tipiche del clericalismo, ma la loro descrizione è ancora più ampia e riguarda direttamente anche i laici organizzati, ad esempio quando parla di "elitarismo" e di "isolamento dal popolo".

 
6 settembre 2020
L'innovazione tecnologica sposta (non riduce) l'impatto ambientale e sociale
È incurabile la doppia "spremitura" della Terra
e dei suoi abitanti?

Qui c'è la fonte delle crisi che maggiormente spaventano le opinioni pubbliche e preoccupano i governi
L'innovazione tecnologica in due strumenti di massa come gli smartphone e gli autoveicoli non ridurrà l'impatto ambientale e sociale; semplicemente lo sta spostando. Non cambia di fatto la qualità dell'approccio: si conserva la mentalità estrattiva (la "spremitura" dei beni del pianeta) e si aumenta il debito del Nord del mondo verso il Sud (la "spremitura" di milioni di abitanti del pianeta).
Le conseguenze di questa doppia spremitura non figurano nelle agende politiche nazionali o multilaterali e nell'attenzione delle opinioni pubbliche. Sono considerate inevitabili e quindi "incurabili", anche se sono la fonte delle crisi che maggiormente spaventano le opinioni pubbliche e preoccupano i governi: la crisi climatica (con le devastanti emissioni di CO2) e la crisi migratoria (somma di sofferenze e di paure) hanno origine da questo processo di impoverimento contestuale della terra e dei suoi abitanti.
Se ne ricava che la crisi climatica è una dimensione costitutiva di un sistema di produzione e consumo che considera la spremitura della natura una propria componente essenziale e non una conseguenza.

 
30 agosto 2020
Ha impersonato i rimedi contro il clericalismo nella Chiesa
Giovanni Paolo I il Papa pastore vissuto nel gregge
La catechesi di Papa Francesco per superare le tentazioni dell'elitarismo e del professionismo
Sul finire di ogni agosto si affaccia Giovanni Paolo I.
Si affaccia nei ricordi di chi l'ha visto Papa dal 26 agosto al 28 settembre 1978: trentatré giorni di pontificato, bastano a farne una parte indimenticabile dell'esperienza di chi c'era, oltre che un evento nella storia della Chiesa.
Durò abbastanza per mostrare l'essenza pastorale della Chiesa, riassunta nella parola "Humilitas" che campeggia sul suo stemma vescovile. Il cardinale Beniamino Stella dice che in Giovanni Paolo I brilla il "bambino" del Vangelo, che è "trasparenza" prima ancora che fragilità. Gli è perciò venuto subito naturale insegnare a guardare a Dio con occhi di bambino. Dio è Padre e Madre: anche con questa verità il "Papa del sorriso" continua ad affacciarsi ad ogni fine di agosto. E con lui si affaccia, dice il cardinale Beniamino Stella, "il sorriso di Dio", "la bellezza di un volto che perdona, che ama e soprattutto che usa misericordia". "Io direi che il vero profilo di Papa Luciani è stato quello del pastore di popolo e del catechista", sintetizza il cardinale, ricordando come egli usasse anche il dialetto per parlare alla sua gente.
Dialetto, pastore, misericordia: tutti antidoti vissuti allora da Papa Giovanni Paolo I e continuamente proposti ora da Papa Francesco contro il clericalismo nella Chiesa e contro le tentazioni cui il clericalismo espone facilmente: l'elitarismo e il professionismo, ad esempio.

 
9 agosto 2020
La sovranità del santo popolo di Dio è usurpata dal clericalismo
Nessuno è stato battezzato prete né vescovo
Non è stata data al clero l'esclusività nell'agire della comunità cristiana
"Il mio sogno è he ogni cristiano si renda conto della sua vocazione missionaria e che si sappia superare il clericalismo, cioè l'esclusività che il clero ritiene di avere nell'agire della comunità cristiana" ha confessato domenica scorsa 2 agosto ad Avvenire il vescovo mons. Luigi Bettazzi, che con i suoi 97 anni è l'ultimo padre conciliare italiano vivente.
"Ricordati di tua mamma e di tua nonna" (cfr. 2 Tim. 1,5) consigliava, del resto, già san Paolo al giovane vescovo Timoteo, suo discepolo: e non era un richiamo agli affetti familiari, ma l'ammonizione a vivere il suo servizio secondo la "gerarchia" autentica della Chiesa, che Francesco illustra così: La nostra prima e fondamentale consacrazione affonda le sue radici nel nostro battesimo. Nessuno è stato battezzato prete né vescovo. Ci hanno battezzati laici ed è il segno indelebile che nessuno potrà mai cancellare. Ci fa bene ricordare che la Chiesa non è una élite dei sacerdoti, dei consacrati, dei vescovi, ma che tutti formano il Santo Popolo fedele di Dio.
Questa "gerarchia ecclesiale" è capovolta e la sovranità del santo popolo di Dio è usurpata da chi confonde il "servizio" presbiterale con il "potere" presbiterale.

 
12 luglio 2020
L'insistente catechesi di Papa Francesco sui rischi del clericalismo
Il popolo è insostituibile nelle celebrazioni religiose
Quel fermo richiamo durante il confinamento: le misure drastiche non sempre sono buone
In chiesa non basta essere spettatori. Il santo popolo di Dio non è uno spettatore che sta davanti o dietro le telecamere; è invece un soggetto insostituibile della celebrazione. L'esperienza del confinamento è stata illuminante di questa natura del popolo di Dio. Mi è sembrata appropriata un'osservazione sull'uso di internet fatta proprio nelle settimane della chiusura delle celebrazioni da padre Ermes Ronchi, "Non si tratta di mettere online un'ulteriore messa, o ripetere una di quelle celebrazioni che si son sempre fatte, per illuderci che il filo non si spezza. Chissà, magari un rito con queste modalità potrebbe perfino rafforzare l'idea di una separazione tra chi presiede e l'assemblea che celebra, in sostanza che non rafforzi il clericalismo e trasmetta la sensazione che in fondo se ne può benissimo fare a meno".
Leggendola allora, ho pensato che il clericalismo deve essere un virus potentissimo, se riesce anche ad attecchire in internet e a modificare buone intenzioni ed entusiasmi. E internet non era l'unico "focolaio" nei giorni del confinamento.

 
14 giugno 2020
Per un attimo accomunati dalla paura dell'ignoto
e dall'impotenza di fronte alla morte

Nella pandemia si sono specchiati
i Popoli della Terra e i Popoli della Merce

Natura e umanità si salvano o si danneggiano a vicenda: l'ecologia
integrale, il paradigma esistenziale proposto nella Laudato si',
è diventata esperienza drammatica per miliardi di persone

Natura e umanità si salvano o si danneggiano a vicenda: l'ecologia integrale, il nuovo paradigma esistenziale proposto nella Laudato si', è diventata, con la pandemia, esperienza drammatica per miliardi di persone, che stanno vedendo che "tutto è connesso" (altra evidenza illustrata dall'enciclica) non dalla globalizzazione, ma dalla biosfera.
Lo conoscono bene e da molto tempo, questo legame tra salute e natura, in Amazzonia. Qui le popolazioni isolate hanno scarse difese immunitarie e il Covid-19 ha subito fatto rimbalzare nel mondo tragiche immagini di fosse comuni da Manaus, la città più popolosa della grande regione. Qui vivono i sopravvissuti all'epidemia di morbillo che in due ondate fece strage dei popoli locali tra il 1974 e il 1977. E non è stato, come si è visto, che un episodio. Oggi la pandemia globale lo attualizza e lo amplifica fino a tutti i confini del mondo: è di nuovo tragica esperienza per i popoli amazzonici; è imprevisto ed eloquente specchio per tutto il pianeta di una universale condizione umana e ambientale. I "popoli della Merce" e i "popoli della Terra" sono per un attimo accomunati dalla paura dell'ignoto e dall'impotenza di fronte alla morte.
Dura poco, certo. Dura un attimo, lo specchiamento dei popoli tra loro: poi i "popoli della Merce" mettono in campo ospedali, respiratori, tamponi; poi i "popoli della Terra" continuano a non avere né cliniche né dottori.

 
24 maggio 2020
Papa Francesco doveva essere in Campania ad Acerra nel quinto anniversario della Laudato si'
Un'unica processione dall'Amazzonia alla Terra dei Fuochi
Il sinodo dei vescovi iniziato alle sorgenti del Rio delle Amazzoni,l'esortazione apostolica Querida Amazonia, gli impegni dei vescovi italiani
Con l'esortazione apostolica Querida Amazonia Papa Francesco fa continuare la processione iniziata il 19 gennaio 2018 a Puerto Maldonado in Perù, arrivata a Roma con il Sinodo speciale e ora di nuovo incamminata verso l'Amazzonia, in un itinerario che percorrerà il mondo.
"I mercanti di legname hanno parlamentari / e la nostra Amazzonia non ha chi la difenda […]. / Esiliano i pappagalli e le scimmie […] / Non sarà più la stessa la raccolta delle castagne": sono versi di Jorge Verga Marquez, poeta operaio boliviano, letto in Querida Amazonia.
"Terra che produceva tre raccolti l'anno, ora gravata dal più grande inceneritore d'Europa, non può essere ulteriormente sacrificata. Ai contadini si chiede di restare, essere presidio, organizzarsi, adottare modelli cooperativi (come chi già lo fa), fruire delle tecnologie che garantiscono prodotti salubri e sollevano l'uomo da tanta fatica. E, soprattutto, di non farsi clientes dei politici. Siate attori, non mendicanti di favori. I vostri padri hanno abbandonato la terra all'industria in cambio del posto fisso che li ha traditi e fatti ammalare. Voi custodite, coltivandolo, ogni singolo centimetro. Tanti giovani già lo fanno, e i prodotti della loro terra ormai sono ottimi": è il grido di mons. Antonio Di Donna, vescovo di Acerra, Terra dei Fuochi, Campania, Italia.
Proprio ad Acerra Papa Francesco aveva pensato di andare a "baciare la terra", la Terra dei Fuochi, domenica 24 maggio, giusto nel quinto compleanno della Laudato si'.

 
19 aprile 2020
Molti imprenditori si sono messi a fabbricare mascherine contro il Covid-19; possono fare di più e per sempre
Conversione stabile alla produzione nazionale per la salute
Il Servizio sanitario pubblico ha dimostrato di sapersi adattare alle esigenze; saprà farlo anche l'imprenditoria privata?
Produrre mascherine per la difesa sanitaria (secondo le varie tipologie previste dalle norme nazionali ed europee) sembra che non sia un gran problema tecnico: decine di aziende, secondo le informazioni (tra il consolatorio e il pubblicitario) che ci vengono trasmesse, si sono "riconvertite" in tutto o in parte a questa produzione. Ora è sperabile che questa "conversione" non sia estemporanea, ma che l'imprenditoria italiana progetti e produca in una logica di profitto aziendale ma anche nazionale. Con le mascherine non è avvenuto: non se ne facevano in Italia. Ora spero che si continuino a fare anche finita l'emergenza e che - magari - sia le Regioni (titolari della Sanità) sia lo Stato facciano il censimento dei beni indispensabili in Sanità e ne prevedevano una adeguata produzione nazionale.
Il Servizio sanitario nazionale sta dimostrando in queste settimane una grande capacità di adattamento e di trasformazione: nella salute dei concittadini l'imprenditoria italiana è chiamata a dimostrare di essere altrettanto capace dello Stato nell'adattarsi e nel rispondere ai bisogni.

 
12 aprile 2020
Le cure palliative per i malati terminali di Covid-19
La dura carità di accompagnare alla morte
In questa Pasqua, come le Pie Donne del Vangelo che non fuggono dalla realtà della morte, del dolore della paura
Morte, dolore, paura: i bollettini regionali, nazionali e mondiali del Covid-19 alimentano quotidianamente questi sentimenti in milioni di persone. Dietro i numeri ci sono storie di cui l'informazione si impossessa, molte volte senza pudore, senza pietà né per i vivi né per i morti.
Fermi sulla soglia: cronisti e commentatori non si sono ancora addentrati nella sofferenza che il Covid-19 provoca.
Il Venerdì Santo, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha emanato un'ordinanza con cui ha disposto una serie di misure, previste dalla legislazione nazionale, per garantire il diritto alla sedazione profonda per i pazienti terminali colpiti del Covid-19, anche se si trovano a casa o nelle residenze sanitarie assistenziali. L'ordinanza non è nata da un'esigenza burocratica, ma da condizioni di vita drammatiche: "La morte per Coronavirus è terribile. I medici dicono che si soffre moltissimo, come si vivesse un annegamento prolungato nel tempo", ha scritto il governatore Enrico Rossi. Fare dell'accompagnamento alla morte un duro atto di carità: personalizzato, personalizzante; rasserenante non solo per i malati terminali, ma anche per chi li assiste: in questa Pasqua c'è chi rinnova il gesto delle pie donne di cui Papa Francesco ha tessuto le lodi nell'omelia della Veglia pasquale.

 
5 aprile 2020
L'incauto paragone tra sanità italiana e americana
del candidato democratico Joe Biden

Il servizio sanitario universale è meno costoso
di una pandemia

Se si dà un prezzo alla vita umana,
un missile nucleare vale più di un marinaio

Il corrispondente di Repubblica Federico Rampini riferisce: il socialista Bernie Sanders è tornato a proporre il modello europeo: sistema sanitario nazionale, unico e statale. Il favorito Joe Biden gli ha risposto: "È quello che esiste in Italia, ma non ha retto".
Due settimane dopo quel dibattito, gli Usa sono diventati il primatista mondiale per numero di contagiati da Covid-19. Noi italiani potremmo ribaltare polemicamente il ragionamento capzioso di Joe Biden: il vostro sistema sanitario sta producendo un disastro, mentre il nostro sta limitando i danni, quindi noi stiamo meglio.
Joe Biden resterà molto probabilmente della sua opinione; anche noi italiani restiamo della nostra; anzi ci stiamo sempre più rafforzando in questa evidenza proprio nel tragico periodo della pandemia.
Un sistema universale e pubblico è l'unica vera diga sanitaria per tutti: nella pandemia il pericolo è uguale per tutti, per chi solitamente è esente da ticket e per chi solitamente si paga la prestazione privata; e per tutti la risposta è solo nella sanità pubblica, perché la sanità commerciale non investe in respiratori, in terapie intensive, in tamponi di massa.

 
29 marzo 2020
Duro richiamo di Sergio Mattarella all'inconcludente Consiglio europeo
I governi hanno messo in quarantena l'Europa: sopravviverà?
Il presidente della Repubblica agli italiani: "Dobbiamo compiere ogni sforzo perché nessuno sia lasciato indietro"
Si sono presi due settimane:14 giorni, giusto quelli della quarantena del Covit-19. I capi di Stato e di Governo dell'Unione Europea hanno detto che solo fra due settimane decideranno se e come affronteranno insieme la pandemia. Ma finita la quarantena, fra due settimane, non sarà su questo che dovranno scegliere: la scelta sarà se curare l'Europa o lasciarla morire. Non si tratterà di curare l'Italia o la Spagna o la Francia, ma di dare respiro ad un'Unione a corto di ispirazione e indebolita dalla lontananza delle opinioni pubbliche. Il tempo è poco. Il tempo è sempre meno.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affrontato l'inconcludenza del Consiglio europeo di questa settimana, indicando con schiettezza il modo di superare il fallimento definitivo alla prossima occasione, e cioè "superando vecchi schemi ormai fuori dalla realtà delle drammatiche condizioni in cui si trova il nostro Continente".
Fra poco più di due mesi, a luglio, la Germania assumerà la Presidenza di turno dell'Unione europea: in queste due settimane uno dei paesi fondatori deve scegliere se guiderà l'Europa verso il futuro o se ne officerà il funerale.

 
22 marzo 2020
Un fronte lasciato ancora troppo scoperto dalle istituzioni regionali e nazionali
Le case di riposo non sono fatte per la morte
La Regione Veneto deve considerare il sistema socio-sanitario come un insieme unico nella battaglia contro il Covit-19
Continuano a dire che questo è il virus dei vecchi: è più facile che li attacchi; è più frequente che li uccida. È quello che stiamo constatando. Età avanzata e salute definitivamente instabile: è la fotografia delle persone che vivono nelle case di riposo per anziani.E allora perché questo maledetto Covit-19 non vanno a cercarlo subito là dove ci sono persone avanti con gli anni, con una serie di malanni fisici e già chiuse in casa?
La visione unitaria e la gestione coordinata delle risorse umane disponibili nel contrasto alla pandemia sono oggi una scelta ineludibile della Regione Veneto, sia nei confronti del personale sia nei confronti degli anziani ospiti. Per quanto riguarda il personale l'intervento più urgente la sicurezza degli operatori.Per quanto riguarda gli anziani è urgente fare chiarezza sulle modalità di assistenza e di cura. Ci sono situazioni che fanno intravvedere il possibile scenario di tanti "lazzaretti" di piccole e medie dimensioni nelle case di riposo, dove i vecchi colpiti da corona virus vengono confinati con limitate possibilità di cura e la sola prospettiva della morte. Oltre che rischiosa per il resto delle singole comunità, questa scelta sarebbe disumana.

 
18 marzo 2020
La pandemia svela che la non autosufficienza da età non può essere trattata come una condizione personale e familiare
La fragilità dei grandi vecchi è una questione pubblica
Ci siamo impegnati ad invecchiare e ci siamo riusciti non come singoli,
ma come comunità

Ci siamo impegnati ad invecchiare e ci siamo riusciti. Anche come salute i grandi vecchi del Veneto si difendono discretamente: tre su quattro sono autosufficienti, visto che gli ultraottantenni riconosciuti come invalidi civili e quindi non autosufficienti parzialmente o totalmente sono circa 83 mila, cioè un quarto del totale. Un grande vecchio su quattro malandato in salute è comunque un problema: per sé, per la sua famiglia, per l'organizzazione sociale. I problemi della non autosufficienza da età non hanno ancora una soluzione adeguata, neppure in Veneto.
Dovrà pur costruire qualcosa di buono nel tempo anche questa ondata di morte e di paura. Per esempio, ridurre la fragilità di un numero importante di grandi vecchi e attenuare la fragilità psicologica ed economica che la non autosufficienza da età produce in migliaia di famiglie del Veneto, che sopportano costi elevatissimi per la casa di riposo o per l'assistenza a domicilio.
Finora queste fragilità sono sulle spalle dei grandi vecchi e delle loro famiglie. Lo stiamo constatando proprio nella pandemia: le strutture sanitarie non sono a loro misura, cioè a misura della loro condizione e del loro numero; l'organizzazione di protezione non solo non arriva nelle abitazioni ma sta faticando ad arrivare addirittura nelle case di riposo.

 
15 marzo 2020
Se la Medicina sarà costretta a "misurare" la vita
La competizione fra generazioni nella pandemia
I vecchi: improvvisamente isolati quelli già fragili e malati; improvvisamente spaesati quelli in salute
C'è il principio di giustizia, che afferma l'eguale valore di ogni persona a prescindere da ogni discriminazione e la possibilità per ognuno ad accedere al più alto standard di cure mediche, compatibilmente con le risorse disponibili. Queste risorse possono scarseggiare, come vediamo già avvenire in Lombardia. Cos'è in condizioni estreme la giustizia?
La pandemia, come molti bisogni di massa, genera anche una competizione fra generazioni. Conosciamo questa competizione a proposito di posti di lavoro, di servizi sociali, di risorse economiche (confronto fra stipendi dei giovani e pensioni dei vecchi). Ora la pandemia rende esplicita questa competizione anche in tema di salute. Non è una novità: alcuni farmaci costosi non vengono prescritti ai troppo vecchi; cure ospedaliere sono a volte misurate sull'età. La pandemia fa esplodere questo discorso finora tenuto a voce bassa.
È una costrizione dura "misurare" la vita. Lo è per i medici; lo è per ogni persona. Sappiamo che la vita ha una "misura", ha un limite; finora ciascuno lo sa per sé, lo sa per le persone che ha a cuore. La pandemia rende collettiva questa consapevolezza personale: la morte (che è la misura della vita) si aggira tra noi in continuazione, ci passa accanto con le persone che incontriamo e noi sappiamo che c'è.

 
2 febbraio 2020
Mentre sempre più persone guardano al passato per immaginare il futuro personale e della loro comunità
Essere popolari tornando al popolo
Non con un partito di cattolici, ma con una forza politica popolare, accogliente e dialogante
Il ripensamento, a livello nazionale e in molte comunità locali, sia del popolarismo sturziano sia della sua evoluzione storica ha coperto l'intero 2019 ed ha portato tra l'altro ai due appuntamenti più rilevanti degli ultimi mesi: la presentazione del Manifesto Zamagni il 31 ottobre e il convegno a Roma del 18 gennaio, nel duplice anniversario della nascita e della ri-nascita del Partito Popolare Italiano.
L'anno si era aperto con l'editoriale di padre Antonio Spadaro su Civiltà Cattolica da titolo "Tornare ad essere popolari". Padre Spadaro, suggerendo "Sette parole per il 2019", pone l'accento più sul verbo "essere" che sul verbo "tornare". È propone un'antologia dei "luoghi" nei quali, scrive padre Spadaro, occorre stare, "essere" per "ricostruire la relazione naturale con il popolo".
Che strada seguire per raggiungere questi luoghi, per tornare ad essere popolari, per tornare là dove si è lasciato il popolo?
Poiché non è solo il movimento cattolico ma la società italiana nel suo insieme che è sfidata a "tornare ad essere popolare", la risposta non può che essere politica, non può che essere l'organizzazione della presenza pubblica di quanti hanno le stesse idee sulla comunità, vivono le stesse speranze, animano le stesse sfide. Non un partito di cattolici, ma una forza politica popolare, accogliente e dialogante.

 
19 gennaio 2020
Un impegno nella complessa epoca della globalizzazione e della paura
Ricomposizione politica attorno alla dottrina sociale cristiana
La sfida è resa più ardua dalla crescente debolezza delle comunità cristiane nel loro insieme all'interno della società italiana
Praticamente afoni nelle istituzioni, nei partiti e nell'informazione, i cattolici italiani in politica sono assai ciarlieri tra di loro. Preferiscono di gran lunga i convegni, gli incontri culturali, le tavole rotonde: strumenti e luoghi in cui idee e parole sono anche persone.
Sabato 18 gennaio a Roma si è svolto uno di questi convegni: c'erano 150 persone di ispirazione cattolico-popolare, che rappresentavano 36 sigle: tante isolette "personali" di uno stesso arcipelago ideale e valoriale, quello che si richiama al popolarismo di don Luigi Sturzo e al cattolicesimo democratico della Democrazia Cristiana. Ad almeno altrettante sigle fanno riferimento i primi 500 firmatari del Manifesto "Per la costruzione di un soggetto politico 'nuovo' d'ispirazione cristiana e popolare", presentato a Roma il 31 ottobre e ribattezzato "Manifesto Zamagni", perché l'ha promosso e presentato Stefano Zamagni, presidente della Pontifica Accademia per le Scienze sociali.
Le fotografie di entrambi gli appuntamenti rimandano all'attualità di una frammentazione, segnalano tuttavia anche un movimento di ricomposizione politica attorno alla dottrina sociale cristiana, arricchita ed inverata nel nostro tempo dai documenti di Papa Francesco, nei quali si trovano le ragioni di un impegno nella complessa epoca della globalizzazione e della paura.

 
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Aggiornato: 30 aprile 2023
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