![]() |
3 dicembre 2006 | |
Buoni risultati della Presidenza finlandese dell'Unione Due terzi degli europei pronti per la Costituzione Alla Germania il rilancio a cinquant'anni dai Trattati di Roma La Finlandia affida alla Germania (presidente di turno nel primo semestre del 2007) non un'Europa in cui sembravano decisivi due "no" di Paesi Bassi e Francia, ma un'Europa in cui possono diventare decisivi i diciotto "sì" già pronunciati. Il Parlamento finlandese - come aveva promesso - ha ratificato nel corso del semestre di Presidenza europea la futura Costituzione dell'Unione: con il voto del Parlamento di Helsinki sono 18 su 27 gli Stati che hanno detto sì alla Costituzione europea. Si raggiunge cioè la maggioranza dei due terzi che consente procedure rafforzate di salvaguardia del lavoro svolto. La Presidenza tedesca darà il suo contributo soprattutto preparando con intensità politica, istituzionale e popolare il cinquantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma. A Berlino il 25 marzo 2007 Angela Merkel proporrà a tutti i 27 paesi dell'Unione, la firma di una Dichiarazione di Berlino dalla quale formalmente ripartirà il processo costituzionale europeo che continua da mezzo secolo. ![]() |
|
5 novembre 2006 | |
Dall'1 gennaio 2007 un ulteriore passo nell'integrazione L'esercito europeo comincia con tremila soldati stabili La Commissione europea propone il Mercato unico per l'industria della Difesa L'esercito europeo è ormai pronto. Dall'1 gennaio 2007 saranno pienamente operativi i gruppi tattici armati dell'UE (GT-1500). Si tratta di una forza militare interforze e multinazionale delle dimensioni di un battaglione di 1500 soldati, associata ad un suo quartier generale e ai mezzi di impiego necessari. Saranno contemporaneamente attivi due GT-1500. Tremila militari di vari paesi europei saranno stabilmente a disposizione per le possibili iniziative europee, indipendentemente dalle crisi. Pur se per periodi limitati a sei mesi, saranno militari dell'Europa. Nel secondo semestre uno dei GT-1500 sarà formato da Italia, Ungheria e Slovenia. ![]() |
|
5 ottobre 2006 | |
Ormai è deciso: dall'1 gennaio 2007 entrano Bulgaria e Romania Si completa l'Europa progettata sulle rovine del Muro di Berlino La nuova Costituzione non sarebbe comunque arrivata in tempo e c'è il rischio di alimentare aspettative che invece appartengono a nuove sfide Il più grande allargamento dell'Unione Europea, quello cominciato nel 2004, si concluderà l'1 gennaio 2007. Bulgaria e Romania, che erano rimaste fuori due anni fa, entreranno sicuramente con l'inizio del nuovo anno. Il rapporto della Commissione europea di fine settembre non lascia dubbi: Bulgaria e Romania non sono proprio pronte, ma non importa; faremo controlli e verifiche, mettiamo delle garanzie, ma facciamoli entrare. L'urgenza nasce soprattutto dal bisogno dell'Europa di chiudere la partita che ha deciso di giocare con la caduta del muro di Berlino e la riunificazione della Germania. Più passa il tempo da quella decisione, più occasioni si creano perché quella motivazione si diluisca, anzi si perda dentro una prospettiva solo di grandezza economica e di puro mercato. Oppure che si inseriscano altre finalità, come quelle contenute nella trattativa per l'adesione della Turchia. ![]() |
|
3 settembre 2006 | |
Verso la Giornata mondiale dell'Alzheimer Demenza senile: emergenza sanitaria e risposta sociale L'impegno del personale dell'Ira di Padova Cinquanta dei 500 mila italiani colpiti dal morbo di Alzheimer vivono all'Istituto di Riposo per Anziani di Padova. Per questa malattia la farmacoterapia è certamente una opportunità da cogliere ma all'interno di una "terapia d'ambiente", nel quale convivono il malato e le persone che lo hanno a cuore. Il farmaco non solo non basta a restaurare le funzioni perse, ma neppure blocca una patologia di lunga durata, con un peggioramento progressivo che, per ora, non conosce terapie risolutive. Sono passati cento anni da quando il neurologo tedesco Alois Alzheimer ha descritto il primo caso di una malattia che poi sarebbe stata definita malattia di Alzheimer. Ancor oggi però le persone colpite sono inguaribili. Ma i medici non si arrendono nella ricerca, e intanto tutte le persone che lavorano all'Istituto di riposo per Anziani di Padova non si arrendono nell'averle a cuore. ![]() |
|
6 agosto 2006 | |
Un ruolo decisivo per Medio Oriente ed immigrazione Nel Mediterraneo la pace e lo sviluppo dell'Europa La Presidenza finlandese dell'Ue ha un notiziario in latino L'Europa è soprattutto mare Mediterraneo in queste settimane. La crisi libanese, con i rischi di guerra globale, si affianca ad altri drammi ed ad altre speranze, per le quali la dimensione europea è la sola adeguata. Ne ricordo alcuni. L'Unione Europea sembra l'unica vera potenza di pace nello scenario che è sfuggito di mano sia ad israeliani che ad Hezbollah in Libano. Soprattutto l'Europa - a differenza degli Usa - è in grado di dialogare con la Siria. Nel Mediterraneo continua il dramma del profugato economico. Le pattuglie europee di polizia di frontiera potrebbero essere attivate entro la fine del mese di agosto: l'operazione denominata "Jason" coinvolgerà in un primo periodo l'Italia, la Grecia e Malta. Il problema del profugato economico non si risolve per solo con le pattuglie di polizia. Serve anche cooperazione allo sviluppo. Una delle maggiori "scommesse europee" è il Congo. Si prepara l'ingresso della Bulgaria e della Romania nell'Unione europea. La data fissata è l'1 gennaio 2007: ormai manca poco. All'Europa si prepara anche la Croazia. La Croazia vuole aderire all'Unione europea nel 2008. La Presidenza finlandese del Consiglio dell'UE sta pubblicando una lettera d'informazione in latino (intitolata Conspectus Rerum Latinus). Un segnale che anche dal Baltico si guarda con interesse e partecipazione al Mediterraneo. ![]() |
|
2 luglio 2006 | |
La Presidenza finlandese dell'Unione Europea Un piccolo Paese farà grande l'Europa Il rilancio della fase costituzionale Nella seconda metà del 2006 la capitale politica dell'Europa è a Helsinki. La Presidenza di turno dell'Unione Europea è infatti affidata alla Finlandia. Quando fu inventata, la presidenza a rotazione delle istituzioni europee doveva servire soprattutto a far diffondere l'idea dell'Europa nei singoli paesi. In questo secondo semestre del 2006 credo che succederà il contrario: sarà la Finlandia a diffondere lo spirito europeo nel resto del continente. La sfida che la Finlandia si è assunta è di far ripartire il Trattato costituzionale, che proprio mentre svolge la Presidenza il Parlamento di Helsinki ratificherà in settembre. Si prevede che il testo riceverà tra l'80 e il 90 per cento di voti favorevoli. La scelta finlandese è un'opportunità per l'Europa perché la Finlandia ha caratteristiche che possono far superare pregiudizi e obiezioni. ![]() |
|
11 giugno 2006 | |
"No" al referendum per fermare un treno che sta tornando indietro Scuola e salute "rimpicciolite" non sono il futuro Berlusconi sacrifica la Costituzione in un'ordalia sulle elezioni politiche È possibile volere la novità dicendo "no" al cambiamento? La sfida vera che - in particolare nell'opinione pubblica del Nordest - i sostenitori del "no" al referendum costituzionale del 25 e 26 giugno devono sostenere è nella difficile risposta a questa domanda. Cosa vuol dire che le Regioni hanno competenza esclusiva sulla Scuola? Come potrà una Regione pur importante e popolosa come il Veneto assumere tutte le spinte e le sfide che vengono dall'integrazione europea, dalla centralità mediterranea dell'Italia, dal ruolo del Mediterraneo nei rapporti con la Cina e l'India? Serviranno le lezioni di dialetto veneto che qualche assessore ha in mente o ha già praticato? Cosa vuole dire che le Regioni hanno competenza esclusiva sulla Sanità? Vuol dire che i centri medici di eccellenza chi li ha se li tiene per i propri cittadini? I veneti non andranno a farsi curare a Bologna? E la grande ricerca medico-scientifica veneta non potrà contare sulla spinta che viene da una "clientela" nazionale? "Rimpicciolirsi" nella conoscenza e nella salute è un tornare indietro. Per andare avanti occorre tirare il freno a mano in un treno che la Destra ha fatto partire verso il passato. Con le elezioni abbiamo già fatto scendere il macchinista, ma il treno era stato messo in moto all'indietro. Un "No" lo ferma e si riparte nella direzione giusta. ![]() |
|
4 giugno 2006 | |
La vittoria di Franco Frazzarin alle municipali di Vigodarzere Con i propri elettori in cerca di tutti i cittadini Lungo il Brenta un unico progetto politico La vittoria del centrosinistra a Vigodarzere è l'inizio un ciclo, non un risultato. Per questo l'impegno è maggiore che altrove, se si vogliono creare le condizioni di una prospettiva decennale, la sola che consenta oggi di progettare il futuro e di realizzarne almeno una parte. Si richiede la pazienza del convincimento, la pazienza dei passi necessari perché la maggioranza dei cittadini di Vigodarzere si riconosca nell'amministrazione di Franco Frazzarin. Questa non è la situazione attuale. Per cambiarla serve l'umiltà di ascoltare anche chi non ci ha votati, ma è pronto a farlo. Per essere proficuo per i cittadini e per gli amministratori, questo ascolto deve nascere da parole chiare, non rinunciare alle ragioni di diversità, all'originalità del progetto. L'attività amministrativa deve far vedere la diversità, per costruire attorno ad essa non separazioni ma una più vasta unità. ![]() |
|
28 maggio 2006 | |
Il centrosinistra e la formazione delle coalizioni per le elezioni Un'amministrazione locale che cerca la comunità La Destra alza barricate di partito ed issa bandiere identitarie Alzare barricate può forse far sentire tranquillo qualcuno, ma è la negazione di una politica "moderata", specialmente nelle comunità locali: al di qua e al di là della barricata infatti crescono le ragioni della divisione e quindi del conflitto, si approfondisce la separazione. Essa impoverirà tutti in uno scontro interno, mentre c'è bisogno di rafforzarsi l'un l'altro per vincere sfide che non dipendono solo da un Comune e da chi amministrerà la città. Quasi dovunque invece nelle coalizioni elettorali locali il centrosinistra ha puntato e punta alla "grande comunità" dei cittadini. Una comunità in cui i diritti di cittadinanza non derivano dall'appartenenza ad una coalizione politica e neppure da un'immaginaria identità culturale, ma dal vivere in territorio. La forza (ed anche la sfida) del progetto con cui l'Unione si è presentata è appunto nella consapevolezza di dover costruire la "grande comunità" civica. ![]() |
|
28 aprile 2006 | |
Continua il dialogo attraverso internet Euganeo.it una porta aperta alla partecipazione civica Un utile archivio su temi sempre di attualità Inizia venerdì 28 aprile la quindicesima legislatura repubblicana; finisce formalmente la quattordicesima e con essa il mio servizio parlamentare. Non finisce però Euganeo.it, anche se questo sito è nato con il sottotitolo "Il collegio senatoriale di Tino Bedin" ed ha cercato di assolvere proprio questo compito: essere la porta aperta a tutti attraverso la quale entrare in Senato, non solo per ascoltare e guardare, ma per parlare e operare. Ora esso servirà ai molti che hanno preso l'abitudine alla partecipazione politica: vi troveranno idee ed informazioni; fatti con cui confrontarsi; uno spazio nel quale dialogare. Il filo conduttore sarà ancora una volta il territorio, il Veneto, Padova. La conclusione del mandato parlamentare non è per me la conclusione di un "mandato civile", cui cercherò di essere fedele, con la disponibilità a condividere esperienze e progetti delle comunità padovane. ![]() |
|
15 aprile 2006 | |
Uno dei primi impegni del centrosinistra al governo La forza del lavoro italiano nella globalizzazione La "legge Maroni" va buttata via, perché nel nuovo mondo si compete lavorando meglio e lavorando tutti In campagna elettorale mi hanno chiesto spesso se il centrosinistra avrebbe cambiato la "legge Biagi" (come la chiamano loro). Ho sempre risposto - programma dell'Unione alla mano - che la "legge Maroni" (come la chiamo io) deve essere buttata via per la sua filosofia, che rende rischiosi anche contenuti apparentemente condivisibili. A leggere queste norme si ha la sensazione che una parte della società italiana abbia voluto elevare al rango di legge un'ideologia molto diffusa, che in Veneto si riassume nel motto "i schei fa schei": come se anche in Veneto, soprattutto in Veneto, all'origine dei soldi non ci fosse il lavoro, molto lavoro. Le società democratiche possono partecipare alla sfida globale se competono con la qualità del lavoro, il valore del lavoro, il diritto al lavoro per tutte le persone; possono partecipare cioè se coinvolgono la maggior parte dei loro cittadini. Se ci rinunciano e pensano di vincere affidandosi ai pochi che dispongono dei capitali necessari per "comprare" il lavoro dei cinesi e degli indiani, le democrazie occidentali si metteranno nelle condizioni di essere a loro volta "comprate", rinunceranno cioè ad essere democratiche. ![]() |
|
29 marzo 2006 | |
Il voto serve ad un futuro adeguato alle speranze Portate al seggio anche i vostri ragazzi I cittadini mi hanno aiutato a mantenere gli impegni presi cinque anni fa Tra domenica 9 e lunedì 10 aprile ritorna il giorno in cui ogni cittadino vota in proprio. Il voto è un momento di verità. È utile per verificare se il voto precedente ha dato i risultati che ci si aspettava. È importante per costruire le condizioni di un futuro adeguato alle speranze. È guardando al futuro che mi permetto di chiedere alle famiglie di votare perché il prossimo Presidente del Consiglio sia Romano Prodi. Mi rivolgo proprio alle famiglie e non solo agli elettori e alle elettrici singolarmente, perché il voto del 9 e 10 aprile riguarda anche chi non vota, riguarda principalmente i nostri ragazzi. Essi si ritrovano con meno futuro a disposizione di quanto non ne abbiano avuto mamme e papa, nonni e zii. Guardano avanti e vedono la nebbia di una scuola che li costringe a procedere a tentoni quando ancora non sanno quale sia la loro strada. Mettono i piedi nel lavoro e affondano nella precarietà che inghiotte entusiasmi e sfide. ![]() |
|
5 marzo 2006 | |
Lettera a conclusione del servizio parlamentare Grazie di essere stati con me al Senato Molte le persone che hanno accompagnato la mia attività L'inizio ufficiale della campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento conclude anche il mio servizio di rappresentanza parlamentare. Praticando da politico quello che scrivevo da giornalista, ho considerato dodici anni un periodo sufficiente per portare il mio contributo di esperienze e di idee sia in Senato che nella politica. Per questo ho segnalato subito la mia volontà di non essere ricandidato. Avendo dodici anni fa sperato di poter scrivere nelle leggi la vita delle persone, così come per molto tempo avevo fatto con le notizie sul settimanale diocesano, non ho mai vissuto il servizio parlamentare come un impegno solo personale, ma come un'esperienza collettiva di cui essere protagonista ma non titolare esclusivo. Per questo desidero ringraziare le molte persone che, individualmente o coralmente, mi hanno accompagnato, aiutato e indirizzato nella mia attività in Senato. ![]() |
|
22 gennaio 2006 | |
Il nuovo sistema elettorale per il Parlamento Le elezioni senza candidati Quando si accorgeranno di non decidere quasi nulla, molti cittadini non vorranno passare da sovrani a sudditi Il 9 e 10 aprile per il rinnovo del Parlamento i cittadini italiani non avranno nessun nome da votare; nessuno da scegliere in base a requisiti che non siano solo le etichette di partito. Letteralmente "spariscono" i candidati. Sulla scheda non ci sarà scritto nessun nome. Non c'è lo spazio per scrivere un nome. Non c'è neppure la lista dei candidati. Con la legge elettorale voluta dalla Destra italiana è come se i partiti dicessero ai cittadini: tu dammi il voto, al resto penso io. Le liste sono fatte dai partiti e sono liste bloccate. Per diventare senatore o deputato non occorre andare dai cittadini a chiedere un voto. Chi sta in cima alla lista è eletto, chi sta in fondo non ha nessuna possibilità. Qui non c'entra il sistema proporzionale o il sistema maggioritario. Qui viene tolta via la "sovranità che appartiene al popolo". Viene tolta via non solo al momento del voto, ma anche per tutti gli anni successivi. L'elettore non avrà nessun "diritto" sul senatore e sul deputato, perché non sarà lui che ne ha determinato l'elezione, ma il partito che l'ha messo nella parte "buona" della lista. ![]() |
|
8 gennaio 2006 | |
Oltre le polemiche elettorali Votare da europei alle elezioni italiane L'Italia è fuori di ogni alleanza decisiva Il 9 aprile noi italiani voteremo per l'Europa. In cerca di giustificazioni alla sua incompetenza di governo la Destra italiana porta gli elettori in pellegrinaggio alle Torri Gemelle, a Pechino e a Bruxelles. Lì ci sono i nemici che hanno trasformato i sogni berlusconiana in incubi. Non ci fossero il terrorismo, i cinesi e l'euro, oggi saremmo nella terra promessa in cui non occorre pagare le tasse e si fanno ferrovie ad alta velocità e ponti mai visti, aumentano le pensioni e l'inglese a scuola s'impara assieme alle tabelline (anzi no: per queste c'è il computer). Il guaio vero per l'Italia è che mentre le forze di governo tentano questo gioco di prestigio elettorale, altrove c'è chi si sta domandando se l'Europa starebbe meglio senza l'Italia. Cinque anni fa si poteva immaginare l'Italia al di fuori di ogni intesa fra i principali attori europei? Oggi succede. ![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
IL SENATORE | IN PARLAMENTO | EUROPEI | CITTÀ E PAESI DI PADOVA | IN POLITICA | ULIVO |
4 febbraio 2007 Redazione Euganeo.it |
![]() |
scrivi al senatore Tino Bedin |