ECONOMIA E LAVORO |
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![]() ![]() Conversione stabile alla produzione nazionale per la salute Il Servizio sanitario pubblico ha dimostrato di sapersi adattare alle esigenze; saprà farlo anche l'imprenditoria privata? ![]() ![]()
di Tino Bedin Produrre mascherine per la difesa sanitaria (secondo le varie tipologie previste dalle norme nazionali ed europee) sembra che non sia un gran problema tecnico: decine di aziende, secondo le informazioni (tra il consolatorio e il pubblicitario) che ci vengono trasmesse, si sono "riconvertite" in tutto o in parte a questa produzione. Ora è sperabile che questa "conversione" non sia estemporanea, ma che l'imprenditoria italiana progetti e produca in una logica di profitto aziendale ma anche nazionale. Con le mascherine non è avvenuto: non se ne facevano in Italia. Ora spero che si continuino a fare anche finita l'emergenza e che - magari - sia le Regioni (titolari della Sanità) sia lo Stato facciano il censimento dei beni indispensabili in Sanità e ne prevedevano una adeguata produzione nazionale.
L'Unione Europea è un buon partner. Impossibile fare concorrenza ai cinesi? Credo che non sia vero. Da quello che stiamo sentendo in queste settimane di lacrimevoli considerazioni di industriali rappresentativi, sono migliaia le aziende italiane che producono in Cina e hanno il marchio tricolore, perché conservano parte della produzione in Italia. Se si fa con i motori, le componenti meccaniche e i tessuti, non dovrebbe essere complicato organizzarlo anche per le produzioni sanitarie meno remunerative.
Sono bravi e guadagnano. Tornando all'Italia, il nostro settore bio-medicale è fra i settori industriali più avanzati del mondo; ha produzioni di alta qualità e di prezzi remunerativi sia per quello che vende in Italia che per quello che esporta. È un settore che fa buoni guadagni proprio con la Sanità, prevalentemente con quella pubblica, date le dimensioni di quest'ultima. Una compartecipazione anche di questo settore alla messa in sicurezza del sistema sanitario universale e pubblico, con investimenti anche in settori meno remunerativi mi sembra una richiesta che come cittadini possiamo fare. 19 aprile 2020
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24 aprile 2020 la-081 |
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