16 novembre 2008
L'Europa esporterà la Politica agricola comune?
Il cibo torna a non essere solo merce
Una nuova era per i cetrioli storti e le carote nodose

Il cibo non è merce. Da slogan dei campesinos, l'affermazione entra nella filosofia economica dell'Unione Europea. Vi entra all'interno del ripensamento planetario sul ruolo dell'agricoltura, determinato prima dalla esplosione dei prezzi delle derrate agricole (a causa di una speculazione finanziaria sull'uso energetico e non alimentare dei prodotti della terra) e poi dal crollo dell'economia di carta.
Al riguardo dall'Unione europea arrivano due notizie sostanzialmente molto diverse fra loro, ma che non sarebbero state immaginabili solo 12 mesi fa in un clima di "adorazione" del dio mercato, che coinvolgeva opinioni pubbliche, governi e istituzioni. La prima: non solo è utile all'Europa avere una sua politica agricola, ma sarebbe bene portare fuori dall'Unione europea le conoscenze tecniche e l'esperienza europee. La seconda: la frutta e la verdura "fuori norma" avrà diritto di esistere.

 
17 agosto 2008
Se di fronte alla globalizzazione prevale la paura
Sovrani su tutto, padroni di niente
Senza una forza adeguata, la sovranità nazionale è una finzione; l'Unione Europea è una soluzione

L'Europa è molto spesso vissuta (o presentata) come un problema. C'è questo problema? Lo si può risolvere?
Davanti alle sfide di questo tempo (clima, energia, immigrazione, lavoro, qualità sociale) gli Stati nazionali da soli non bastano. Vale per loro ciò che Geoffrey Howe osservava di Robinson Crusoe sulla sua isola: Robinson Crusoe era sovrano su tutto ma padrone di niente. L'Europa è l'unico modo per i nostri Stati di recuperare peso reale e capacità di azione.
La maggior parte dei cittadini europei sostiene che sulla globalizzazione è necessario scrivere una nuova pagina di regole comuni a livello mondiale. L'Europa è esperta, perché lo ha fatto al proprio interno. In questa prospettiva, l'Europa unita non è un problema o un pezzo del problema; è una parte di soluzione ai problemi di una globalizzazione governabile e di una sovranità nazionale e di un controllo democratico adatti alle sfide di oggi.

 
10 agosto 2008
La filosofia di Maastricht non le basta per essere protagonista
L'Europa è un mercato senza Stato
Rischia di subire la globalizzazione come un contagio

A fine luglio a Ginevra è fallito il tentativo di compromesso sul commercio internazionale nell'ambito del Doha Round. Questo è stato il primo Round dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto, World Trade Organization) in cui l'Europa non ha giocato una parte di primissimo piano.
L'Europa non è nata per promuovere la globalizzazione tra gli europei ma per difendere il modello ed i valori europei. Questo modello però è entrato in tensione nell'epoca della globalizzazione. L'origine della crisi è nella dimensione dell'esercizio della sovranità (e quindi della guida democratica da parte degli europei), dimensione che in questo secolo e già in quello precedente è almeno continentale. In Europa la sovranità perduta dai singoli Stati non viene guadagnata dall'Unione Europea, che ha una Banca centrale europea che si occupa della stabilità dei prezzi, ma non ha un Ministro europeo dell'economia che definisca una politica europea di sviluppo e non c'è quindi una manovra di bilancio europea discussa con i cittadini. L'Unione Europea, insomma, è un mercato senza Stato. Non ha cioè un governo.

 
3 agosto 2008
Il Trattato di Lisbona ratificato dal Parlamento italiano
Dall'Europa comunitaria alla Federazione europea
In molti particolari, giuridicamente decisivi e simbolicamente eloquenti, c'è una parte del nostro futuro

Non c'è alternativa all'Unione Europea. Il Parlamento italiano lo ha ufficialmente constatato ratificando il Trattato di Lisbona. Più che votata, questa constatazione è stata proclamata con un voto tanto significativo quanto inconsueto: prima al Senato e poi alla Camera il rinnovato patto tra europei è stato approvato all'unanimità: nessun voto contrario, nessuna astensione, tutti i senatori favorevoli, tutti i deputati favorevoli.
I due trattati su cui si basa l'Unione Europea cambiano nome: il Trattato sull'Unione europea si chiamerà Trattato di riforma di riforma dell'Unione Europea e il Trattato che istituisce la Comunità europea diventerà il Trattato sul funzionamento dell'Unione europea. È come se gli Stati membri dicessero: l'Unione Europea è definitivamente una realtà per tutti e non si discute; discutiamo invece su come migliorarla e su come farla funzionare. Senza avere le ambizioni proclamate e quindi avversate del Trattato Costituzionale, mai entrato in vigore, il Trattato di Lisbona non è solo un aggiornamento funzionalistico dell'Unione Europea. Basta qualche particolare, giuridicamente decisivo ma altrettanto eloquente simbolicamente per ritrovare nel Trattato una parte del nostro futuro.

 
13 luglio 2008
Con lo spirito che ha fatto nascere l'Europa
Una Comunità europea dell'energia
per ripartire dai bisogni dei cittadini

Dare agli europei il diritto di scegliersi il governo dell'Unione

L'agenda dell'Unione Europea nel corso della Presidenza francese nel secondo semestre 2008 porterà a discutere di immigrazione, di Unione per il Mediterraneo e agricoltura. Un semestre è certamente troppo breve per portare a condivisione tutti questi obiettivi, che del resto sono assai complessi. L'importante è che l'Europa prenda decisioni - dico bene decisioni - sui temi in cui è competente e che interessano di più i cittadini. L'aumento dei prezzi dei carburanti, ad esempio, ha messo in risalto ancora una volta l'incapacità dell'Unione Europea a decidere rapidamente. Non dico che sia facile creare questa capacità. Non basta la sola volontà dell'Europa, perché la scena è planetaria e non c'è un solo protagonista. Però è ora di provare ad avere coraggio: lo stesso coraggio che ebbero gli ideatori dell'Europa mezza secolo fa. Le sfide sono le stesse.

 
6 luglio 2008
Si moltiplicano le ragioni di un confronto approfondito
L'Europa unita divide cittadini, governi e istituzioni
Tocca all'Irlanda risolvere il problema creato con referendum

Giovedì 3 luglio, il Parlamento cipriota ha ratificato il Trattato di Lisbona. Ora sono venti gli Stati membri dell'Unione Europea ad aver completato la procedura di ratifica. Hanno votato a favore del nuovo trattato 31 deputati dei partiti Diko e Edek (entrambi al governo) e del partito Dysi (opposizione). Invece, i 18 deputati del Partito comunista (Akel, il maggiore partito della coalizione al governo) del presidente Demetris Christofias hanno votato contro. Insomma, dove non divide i cittadini (come è successo con il referendum in Irlanda), l'Europa unita divide i governi (come è successo a Cipro e come è stato preannuniato in Italia). Oppure divide addirittura le istituzioni, come sta avvenendo in Polonia, Germania e Repubblica ceca.
Le possibilità di vedere il nuovo trattato entrare in vigore prima delle elezioni europee del giugno 2009 sono relativamente scarse. Di sicuro non avremo certamente il nuovo trattato per l'1 gennaio: la stessa Presidenza francese di turno ha escluso di essere in grado nel proprio semestre di superare il problema.

 
8 giugno 2008
Mentre dice di voler accrescere la sicurezza
La Destra al governo riprivatizza la violenza sulle donne
Abolito il Fondo speciale di 20 milioni di euro istituito da Prodi

Il Governo Prodi ha previsto nella legge finanziaria per il 2008 uno stanziamento di 20 milioni di euro per un piano d'azione contro la violenza alle donne. Si trattava della risposta ai dati drammatici sulla violenza contro le donne, che è diventata la più frequente causa di morte, un vero e proprio allarme sociale. Tra i primi atti del Governo Berlusconi vi è, invece, la cancellazione di quel fondo e la sua destinazione alla copertura dell'abrogazione dell'ICI. La conseguenza di quell'atto è che vi saranno meno risorse per le donne maltrattate,offese e violentate, per i centri antiviolenza e per la prevenzione. Si tratta di un assurdo abbassamento della guardia che riporta il fenomeno della violenza sulle donne nel segreto delle famiglie, mentre la maggior parte delle violenze alle donne avviene proprio in ambito familiare.

 
2 giugno 2008
La celebrazione del 2 Giugno in una Residenza per anziani
La Repubblica godrà di buona salute,
se i suoi cittadini saranno in buona salute

Il regalo di compleanno è attuare la Costituzione su cui si fonda

Il 2 Giugno, compleanno della Repubblica, celebrato in una Residenza per anziani è un voler ricordare, insieme, che il regalo di compleanno per la Repubblica è attuare la Costituzione su cui si fonda. Ed attuarla in situazioni nelle quali l'anziano è una persona fragile, sia fisicamente che psichicamente, per cui la tutela della sua dignità necessita di maggiore attenzione nell'osservanza dei diritti della persona, sanciti per la generalità dei cittadini. Qui siamo,infatti, testimoni che lo sviluppo pieno della persona umana è un processo continuo, non circoscrivibile in una classe di età particolare, perché si vive per tutto l'arco della vita.
È dunque nei principi di libertà, di salute, di giustizia l'augurio che ci facciamo in questo compleanno della Repubblica. La Repubblica,infatti, godrà di buona salute, se i suoi cittadini saranno in buona salute.

 
4 maggio 2008
Una procedura politica resa possibile dal Trattato di Lisbona
Scegliere insieme Parlamento e Presidente dell'Europa
Un modo per battere chi ha paura dei simboli e dei cittadini europei

Venerdì 9 maggio è la Giornata dell'Europa, un po' come il 2 Giugno per la Repubblica italiana. Gli europei però non lo sanno.C'è da sperare che il Trattato di Lisbona sia ratificato e consenta di migliorare comunque la gestione e anche l'immagine dell'Unione Europea. Ma subito dopo la ratifica è indispensabile assumere con chiarezza una decisione: non si può proseguire l'integrazione con gente che non la vuole. Ci sono stati membri che non utilizzano la moneta europea, che non hanno aderito allo spazio Schengen, che non riconoscono il valore giuridico della Carta dei diritti fondamentali. Avranno le loro ragioni, ma non possono poi decidere insieme agli altri. Chi si chiama fuori, chi rallenta, non può pretendere di fermare tutti.
La Festa dell'Europa potrebbe essere una sfida simbolica: cominciamo a celebrarla come "festività" in alcuni Stati membri, chi ci sta: un giorno in cui non si lavora con la sola motivazione che si è europei. Varrebbe più di molte giaculatorie europeiste che ogni tanto si sentono anche in Italia.

 
20 aprile 2008
Una sfida esistenziale che riguarda tutte le età
Crescere con la vita degli anziani
Una magistrale lezione dal Coro degli Ospiti dell'IRA e del Piaggi

L'Istituto di Riposo per Anziani di Padova ha confermato il suo impegno nell'approfondimento della vita delle persone anziane, organizzando anche per il 2008 un ciclo di incontri su aspetti molto concreti della vecchiaia. Il ciclo ha per tema "Crescere con la vita degli anziani". Il tema generale propone una sfida esistenziale: la "crescita" della società nel suo complesso anche grazie agli anziani. Per l'IRA di Padova si tratta di un'esperienza quotidiana, vissuta attraverso un calendario pensato e organizzato non per "passare il tempo" ma per "vivere il tempo": con l'attesa, la partecipazione, il ricordo. Aggiunge cioè non solo giorni ma vita all'età delle persone.

 
13 aprile 2008
Anche se il prossimo Parlamento deve ratificare il Trattato di Lisbona
Nessuno ha preso impegni con gli italiani sull'Europa
Governo dell'euro e confini finali dell'Unione i due temi più urgenti

Nella campagna elettorale italiana che si conclude con il voto del 13 aprile l'Europa non ha avuto l'attenzione (e l'impegno) che invece merita una dimensione decisiva della cittadinanza e della rappresentanza. Eppure uno dei primi impegni del nuovo Parlamento sarà quello di votare sul Trattato di Lisbona per consentire ai cittadini di andare alle elezioni europee con un impianto istituzionale più adeguata all'Europa unita. Visto che non ci sarà un voto diretto dei cittadini sull'argomento, sarebbe stato giusto offrire loro l'opportunità almeno di discuterne con i temi locali e di scegliere il governo dell'Italia anche in funzione dell'Europa.

 
23 marzo 2008
Far amare le istituzioni, riducendone i costi
Politica, oh cara!
Il tema entra nel confronto elettorale con i cittadini grazie al Partito Democratico

Secondo un recente sondaggio di "Repubblica", gli italiani sono preoccupati in primo luogo per il carovita, seguito dal lavoro incerto e precario e poi da malasanità e ambiente. Sono le quattro priorità dei cittadini; a ruota sono preoccupati della "casta politica": un quinto posto da non sottovalutare perché è anche il collettore dei risentimenti generati dalle mancate risposte alle prime quattro priorità. C'è un legame forte tra le ragioni di malcontento e i comportamenti di chi sta al comando. I cittadini sono più esigenti, e la loro attenzione per la vita dei leader, e per quanto guadagnano, diventa più occhiuta e mirata. I cittadini che chiedono di più alla politica, vogliono coerenza e meno distanza, nello stile di vita e nei guadagni. Non si tratta di cedere all'antipolitica ma di creare le condizioni perché i cittadini tornino ad amare la politica.

 
21 febbraio 2008
Un'indagine tra gli anziani dell'IRA di Padova
Come si fa a vivere senza stress
la vecchiaia e tutte le sue pastiglie?

Un'équipe universitaria analizza la percezione della qualità della vita

Due su tre fra le persone che abitano nelle Residenze dell'Istituto di Riposo per Anziani di Padova vivono con serenità; alcune tra loro ne traggono anzi una sensazione di benessere. È il dato essenziale che è emerso dall'Indagine sulla percezione della qualità della vita da parte di anziani istituzionalizzati, che è stata condotta all'IRA dalla Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell'Università di Padova.
Qui la qualità della vita non è un dato statistico, ma un'esperienza soggettiva e personale. Per questo il risultato che ho citato all'inizio solleva non pochi interrogativi.Ne pongo solo uno, che utilizza un altro dato dell'indagine: come si fa a non vivere un grave stress quando si hanno in media 5 patologie a testa, che vengono fronteggiate con una media di 7 farmaci a testa al giorno?

 
27 gennaio 2008
Una data per ricordare l'Olocausto ed anche i Giusti
Scoprirsi eroi nel Giorno della Memoria
Tra gli anziani che ora vivono all'IRA sicuramente molti hanno aiutato, nascosto, salvato amici e conoscenti in tempo di guerra

Furono milioni di persone, intere comunità: quasi tutti gli Ebrei d'Europa furono vittime della Shoàh. Riflettendo sulla Shoah, noi italiani non possiamo dimenticare che lo sterminio di oltre un quinto degli ebrei italiani non fu dovuto soltanto alla barbarie nazista; fu reso possibile anche dalle vergognose leggi razziali del 1938. Ma è giusto ricordare il grande numero di italiani non ebrei, migliaia di uomini e donne di ogni ceto e di ogni regione, che non obbedirono a quelle leggi e soccorsero gli ebrei perseguitati, e non solo gli ebrei italiani, ma anche stranieri, salvandone e proteggendone molte migliaia.
Il Giorno della Memoria è prima di tutto della generazione che vive qui all'Istituto di Riposo per Anziani di Padova. È la generazione di tanti italiani "giusti" di cui non sapremo mai il nome, ma sappiamo che essi hanno onorato l'Italia, che hanno contribuito a tenere viva la Patria. Sicuramente anche gli anziani, che ora abitano all'IRA, ci sono state ragazze e ragazzi che hanno aiutato, nascosto, salvato amici che rischiavano la vita per la persecuzione. Ne siamo loro grati.

 
3 gennaio 2008
I 100 anni della "Difesa del Popolo"
Il popolo e il paese diventano opinione pubblica
Il giornalismo professionale del settimanale diocesano di Padova

I settimanali cattolici veneti singolarmente ed insieme hanno vissuto dopo il Concilio Vaticano II un'autentica rivoluzione prima culturale e poi organizzativa e quindi professionale. La "rivoluzione" consisteva nel considerare il giornalismo nel settimanale diocesano come un lavoro: caratterizzato quindi da formazione, stabilità e retribuzione. Dalla metà degli anni Sessanta La Difesa del Popolo diretta da don Alfredo Contran aveva cominciato questo cambiamento professionale prima che aziendale. Nella scelta del direttore non c'era (e non ci sarebbe mai stato neppure più tardi, per carattere e per formazione) un progetto di impresa. C'era e ci sarebbe stata sempre la convinzione che per fare opinione pubblica occorre fare un giornale vero e quindi avere propri giornalisti. Essere parte attiva dell'opinione pubblica rappresentando la realtà e la sua evoluzione era la nuova missione della Difesa; la sua informazione non doveva solo rassicurare e difendere i fedeli della messa domenicale, doveva principalmente arricchire la comunità civile padovana dei pensieri, delle volontà, delle preoccupazioni e delle speranze dei credenti. Davvero "stampa di parrocchia", non nel senso riduttivo, ma nel senso di amplificatore della voce del popolo e dei paesi fino a farla diventare opinione pubblica.

 
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22 agosto 2010
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