22 novembre 2009
I posti ci sono, ma mancano le impegnative regionali
Esauriti i "biglietti d'ingresso" nelle case di riposo padovane
Serve un generale adeguamento delle norme alla reale situazione della non-autosufficienza per età

Si è ricreata una lista di attesa di ingresso nelle Residenze protette per anziani di Padova. Questa situazione non c'era negli ultimi tre anni. Il mutamento, per quanto non programmabile, è cioè all'inizio e dunque caratterizzerà almeno i 3-5 anni prossimi.
Si tratta di una lista di attesa fatta prevalentemente di anziani "insostenibili" in famiglia. Cresce infatti il numero di persone che accettano di ricorrere all'ospitalità anche senza quota regionale, con il pagamento di una retta "alberghiera" maggiorata.
Ogni Ulss ha infatti un numero massimo di impegnative di residenzialità da assegnare: se finiscono, l'anziano resta nel Registro di chi ha diritto all'ospitalità ma resta a casa.
Nell'Ulss di Padova le impegnative di residenzialità sono finite.

 
15 novembre 2009
Nuova destinazione dell'attuale gettito dell'addizionale Irpef
L'assistenza a lungo termine
per la popolazione più anziana del Veneto

Le risorse finanziarie, i programmi e le strutture già disponibili in Regione

Per il 2010 la Giunta regionale prevede che il Veneto sarà l'unica regione in Italia che riesce a togliere l'addizionale Irpef anche sui redditi medio-alti. Una rifinalizzazione - invece della prevista abolizione - dell'addizionale regionale all'Irpef in Veneto nell'ambito della longevità è motivata da ragioni demografiche, di equilibrio nei servizi e di fiscalità generale.
Il Veneto è sfidato nei prossimi anni dalla longevità e dall'assistenza a lungo termine (Long Term Care) alla popolazione più anziana. Si tratta di una sfida che può paragonarsi a quella affrontata dal Veneto con il riequilibrio del sistema sanitario: si tratta infatti di facilitare l'equilibrio tra salute ed età più lunga.
Sono circa 500 mila i cittadini veneti che hanno superato i 75 anni; di questi poco meno di 300 mila sono ultraottantenni, i "grandi vecchi". Si tratta cioè di un numero di veneti identico a quello interessato dalla abolizione dell'addizionale Irpef regionale.

 
2 agosto 2009
Man mano che aumenta l'età media, sempre più ci si trova di fronte a popolazione di disabili
Ammalati di vecchiaia metà degli ultraottantenni
L'ospitalità in residenza sanitaria assistenziale è evidentemente più costosa di quella in casa di riposo

Man mano che aumenta l'età media, sempre più ci si trova di fronte a popolazione di disabili, popolazione che presenta indubbiamente un aumento quantitativo di bisogni. Insomma il costante aumento della popolazione anziana, ha come prima conseguenza quella di accrescere il numero di persone non autosufficienti, che necessitano, sia di cure sanitarie, che di assistenza per quanto riguarda le attività quotidiane.
Assistere anziani dipendenti di elevate età non è la stessa cosa, sia dal punto di vista sociale che da quello biologico ed organizzativo, che assistere anziani dipendenti in età più "giovanili", anche se lo si fa per un tempo minore. L'ospitalità in residenza sanitaria assistenziale è evidentemente più costosa di quella in casa di riposo.

 
26 luglio 2009
Nel Dpef nessuna traccia degli impegni presi dall'Italia all'Aquila
Agricoltura: il governo italiano smentisce subito il G8
Non sono indicate risorse finanziarie aggiuntive, né strategie per riconoscere l'agricoltura come settore primario

Era il 10 luglio del 2009, a L'Aquila. La Dichiarazione congiunta del G8 sulla sicurezza alimentare, da cui ho ricavato le citazioni, è uno dei "risultati" vantati da Berlusconi e soprattutto dal suo ministro dell'Agricoltura. Il 15 luglio del 2009, cinque giorni dopo, lo stesso Berlusconi e il suo ministro dell'Agricoltura approvano il Documento di programmazione economica e finanziaria per l'Italia nel 2010. Ci si aspetta di leggere come l'Italia comincia ad onorare "gli impegni presi dai Paesi presenti a L'Aquila per il raggiungimento dell'obiettivo di mobilitare almeno 20 miliardi di dollari in tre anni attraverso questa strategia coordinata e integrata per lo sviluppo agricolo sostenibile".
Leggi e rileggi il Dpef e non trovi nessuna delle preoccupazioni così accorate di Berlusconi e del suo ministro dell'Agricoltura finché erano in... mostra all'Aquila. Non trovi neppure la parola "agricoltura".

 
19 luglio 2009
A due anni dal cambiamento dell'accesso alle case di riposo
Spendere in salute l'impegnativa di residenzialità
Consentire alle famiglie di scegliere non solo dove ma anche come sostenere la disabilità degli anziani

Sono passati due anni dall'inizio dell'applicazione della nuova normativa regionale per l'accesso nella case di riposo. Dal luglio del 2007 la "titolarità" della residenza è passata dalle case di riposo ai singoli anziani. Le quote riconosciute alle strutture sono state trasformate in impegnative a disposizione dei cittadini. Ma un'altra, decisiva sfida riguarda la componente sanitaria. A me pare, dunque, che uno dei punti essenziali su cui confrontarsi sia il valore organizzativo ed assistenziale delle cure sanitarie ricevute dai residenti nelle case di riposo.
La personalizzazione della scelta non si esprime esclusivamente nella capacità (ancora teorica) di scegliere la casa di riposo più rispondente alle proprie attese. Questa personalizzazione dovrebbe potersi esprimere anche nella scelta di come spendere l'impegnativa: trattandosi di una impegnativa sanitaria, essa dovrebbe eventualmente poter essere spesa anche in un centro diurno oppure ad integrazione del servizio infermieristico a domicilio.

 
12 luglio 2009
Un'integrazione comunitaria più profonda come risposta alla crisi economica
L'Europa può portare i popoli fuori dalle macerie del mercato
Eventualmente in pochi Stati, come è avvenuto dopo le macerie della guerra, dando appuntamento agli altri più avanti

Per l'Unione Europea si apre una stagione in cui - sia perché i tempi sono maturi sia perché il Trattato di Lisbona lo faciliterà - si porranno le condizioni perché finalmente si riprenda la stagione dell'Europa che va avanti anche senza portarsi dietro tutti. È già avvenuto con l'euro; è già avvenuto con il trattato di Schengen. Le ragioni per una nuova integrazione europea con chi ci sta sono in gran parte dentro la crisi economica attuale o meglio dentro il fallimento della globalizzazione mercantile e finanziaria, cui l'Europa si è adeguata perché non aveva la forza sufficiente per imporre il suo modello di integrazione. Ora l'Europa può dimostrare che la sua storia e le sue istituzioni sono migliori del Fondo monetario internazionale o dell'Organizzazione mondiale del commercio. È molto probabile che non tutti i Ventisette saranno d'accordo. E allora avanti in pochi, quelli che ci stanno, quelli che hanno assimilato il "progetto europeo" di integrazione, all'origine in risposta alle macerie della guerra, oggi in risposta alle macerie del "mercato".

 
5 luglio 2009
La casa di riposo risponde soprattutto ad esigenze sanitarie
È la famiglia il luogo di vita nella terza età
La richiesta di residenzialità si fa forte attorno agli 85 anni

La scelta della residenza protetta per gli anziani avviene sempre più tardi e quasi sempre è una scelta necessitata non da ragioni economiche od abitative ma da ragioni sanitarie. L'Ulss di Padova ha documentato da tempo che la richiesta di residenzialità si concentra nelle fasce di età più alte, che vanno oltre i 75 anni, con un picco dopo gli 85 anni.
Dunque la terza età viene ormai vissuta in famiglia e anche oltre è la famiglia il luogo normale di vita. Ovviamente a condizione che la complessiva viota familiare non ne risulti compromessa. È estremamente significativo che solamente l'8 per cento delle persone proposte per l'accesso in struttura residenziale presentasse una rete familiare in grado di garantire una buona assistenza, mentre il rimanente 92 per cento presentava una rete parentale in difficoltà o addirittura assente.

 
30 giugno 2009
Il richiamo della Corte costituzionale tedesca
I cittadini decidono sull'Europa attraverso i Parlamenti nazionali
Più vicina l'entrata in vigore del nuovo Trattato dell'Unione

Il futuro Trattato dell'Unione Europea ha superato un altro esame, quello della Corte costituzionale tedesca. Il Trattato è già stato ratificato dal Parlamento tedesco, ma la ratifica non è ancora operativa perché si aspettava il parere della Corte costituzionale. Questo parere è arrivato il 30 giugno ed è molto importante per l'evoluzione dell'Europa; è anche molto interessante per tutti gli altri Stati membri.
Il vicepresidente della Corte ha così riassunto il verdetto: "La Costituzione dice sì al Trattato di Lisbona, ma esige a livello nazionale un rafforzamento della responsabilità del Parlamento in materia d'integrazione". Questa legge d'accompagnamento deve ribadire i diritti di codecisione del Parlamento tedesco sia "per garantire l'efficacia del diritto di voto" dei cittadini tedeschi sia per far sì che l'Unione "non superi le competenze che le sono state assegnate".

 
31 maggio 2009
Nelle più grandi elezioni transnalizionali della storia
L'Europa non è di attualità
Il nuovo Parlamento europeo dovrà dedicarsi ai cittadini

L'Europa non è di attualità. Sottoposta a spintoni avanguardistici (gli Stati Uniti d'Europa), a freni a mano nazionalistici (le paure di ogni straniero), a "maldicenze governative" (ogni governo addossa all'Europa la colpa di quello che non riesce a fare) l'Unione Europea è diventata immobile. O così appare agli occhi dei suoi cittadini: ed è quello che in democrazia conta.
Il nuovo Parlamento europeo avrà compiti più rilevanti di quelli che lo hanno preceduto. Ma la vera "battaglia" del nuovo Parlamento, quella decisiva, non dovrà più riguardare le questioni interne alle Istituzioni europee. A questo punto diventano addirittura secondari i poteri del Parlamento, se i cittadini non li conoscono, non li apprezzano, non li adoperano.

 
19 aprile 2009
La logica mercantile non può prevalere sulla storia e sul gusto
L'Europa si faccia amare con un calice di rosé
Il gruppo liberal-democratico europeo non è proprio la "casa" dei cattolici democratici

Il vino rosato che conosciamo (e gustiamo) è prodotto da uve rosse la cui polpa e la buccia sono macerate in un tempo relativamente breve. Il rosé che rischiamo di trovarci in tavola è invece una miscela di vini bianchi e di vini rossi. Il 19 giugno a Bruxelles si voterà infatti sulla la revoca prevista dalla Commissione europea del divieto di tagliare vini da tavola bianchi con vini rossi per "produrre" vino rosé.
Come si fa a prendersi a cuore una Istituzione che non rispetta la sua storia, le sue tradizioni, i suoi gusti nemmeno per un calice di rosé?
Come si fa a pensare che il voto dei cittadini conti per la vita di ciascuno, se le regole europee sono fatte per il "mercato" e non per la vita?

 
1 marzo 2009
Correndo fuori dalla miseria hanno cambiato la regione
I patriarchi della rivoluzione veneta
Anche ora che sono vecchi sanno che ogni giorno ha il suo futuro, ma per costruirlo hanno bisogno delle altre generazioni

Sicuramente la memoria porta gli anziani nella loro infanzia, ma la loro identità non è frutto delle radici dell'infanzia; la loro identità è piuttosto il Veneto di oggi, perché il Veneto di oggi è frutto del loro lavoro.
Nel pieno della loro giovinezza e della loro maturità, essi sono stati protagonisti della "grande rivoluzione" veneta: la rivoluzione che ha fatto di una regione di braccianti ed emigranti, di donne di servizio e di casoni un territorio di eccellenza a livello mondiale. Anzi, più di un territorio di eccellenza, un "modello": appunto, un'identità.
Erano ventenni e trentenni ed uscivano dalla guerra: gli uomini l'avevano fatta, molti a lungo, cominciando ancor prima del conflitto mondiale; le donne l'avevano subìta con i bombardamenti, le paure, i lutti, e avevano salvato le famiglie nella tragedia. Appena sono stati di nuovo insieme ed in pace, non si sono fermati a tirare il fiato; hanno continuato a correre, per uscire dalla miseria, così come erano stati capaci di uscire dalla morte.

 
8 febbraio 2009
In attesa della legge-lumaca sul federalismo fiscale
Lo Stato lasci al Comune il 20 per cento
dell'Irpef pagata dai suoi cittadini

Invece la Destra di Berlusconi e Bossi scarica sui municipi anche i tagli fatti alla Scuola

La Destra ha già buttato via un'intera legislatura (2001-2006) in cui governava senza attuare l'articolo 119 della Costituzione, in base al quale gli Enti locali devono avere risorse sufficienti al finanziamento integrale delle funzioni (cioè delle prestazioni e dei servizi) loro attribuiti. Con i suoi numeri parlamentari la Destra ha poi bloccato le riforme del centrosinistra tra il 2006 e il 2008. Finalmente nel 2009 la Destra approverà questa legge-lumaca sul federalismo fiscale. Nove anni già buttati, nove anni per attuare la legge: faranno 18 anni. È un purgatorio insopportabile e ingiustificato in cui sono lasciate le attese dei cittadini e le attività dei Comuni. I tempi di attuazione della riforma sono incompatibili con la necessità di agire subito.
Senza intaccare la riforma in discussione al Parlamento, un modo c'è ed è stato indicato dai sindaci di tutte le parti politiche: la compartecipazione fissa dei Comuni all'Irpef nella misura del 20 per cento dell'imposta pagata nei rispettivi territori.

 
16 novembre 2008
L'Europa esporterà la Politica agricola comune?
Il cibo torna a non essere solo merce
Una nuova era per i cetrioli storti e le carote nodose

Il cibo non è merce. Da slogan dei campesinos, l'affermazione entra nella filosofia economica dell'Unione Europea. Vi entra all'interno del ripensamento planetario sul ruolo dell'agricoltura, determinato prima dalla esplosione dei prezzi delle derrate agricole (a causa di una speculazione finanziaria sull'uso energetico e non alimentare dei prodotti della terra) e poi dal crollo dell'economia di carta.
Al riguardo dall'Unione europea arrivano due notizie sostanzialmente molto diverse fra loro, ma che non sarebbero state immaginabili solo 12 mesi fa in un clima di "adorazione" del dio mercato, che coinvolgeva opinioni pubbliche, governi e istituzioni. La prima: non solo è utile all'Europa avere una sua politica agricola, ma sarebbe bene portare fuori dall'Unione europea le conoscenze tecniche e l'esperienza europee. La seconda: la frutta e la verdura "fuori norma" avrà diritto di esistere.

 
17 agosto 2008
Se di fronte alla globalizzazione prevale la paura
Sovrani su tutto, padroni di niente
Senza una forza adeguata, la sovranità nazionale è una finzione; l'Unione Europea è una soluzione

L'Europa è molto spesso vissuta (o presentata) come un problema. C'è questo problema? Lo si può risolvere?
Davanti alle sfide di questo tempo (clima, energia, immigrazione, lavoro, qualità sociale) gli Stati nazionali da soli non bastano. Vale per loro ciò che Geoffrey Howe osservava di Robinson Crusoe sulla sua isola: Robinson Crusoe era sovrano su tutto ma padrone di niente. L'Europa è l'unico modo per i nostri Stati di recuperare peso reale e capacità di azione.
La maggior parte dei cittadini europei sostiene che sulla globalizzazione è necessario scrivere una nuova pagina di regole comuni a livello mondiale. L'Europa è esperta, perché lo ha fatto al proprio interno. In questa prospettiva, l'Europa unita non è un problema o un pezzo del problema; è una parte di soluzione ai problemi di una globalizzazione governabile e di una sovranità nazionale e di un controllo democratico adatti alle sfide di oggi.

 
10 agosto 2008
La filosofia di Maastricht non le basta per essere protagonista
L'Europa è un mercato senza Stato
Rischia di subire la globalizzazione come un contagio

A fine luglio a Ginevra è fallito il tentativo di compromesso sul commercio internazionale nell'ambito del Doha Round. Questo è stato il primo Round dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto, World Trade Organization) in cui l'Europa non ha giocato una parte di primissimo piano.
L'Europa non è nata per promuovere la globalizzazione tra gli europei ma per difendere il modello ed i valori europei. Questo modello però è entrato in tensione nell'epoca della globalizzazione. L'origine della crisi è nella dimensione dell'esercizio della sovranità (e quindi della guida democratica da parte degli europei), dimensione che in questo secolo e già in quello precedente è almeno continentale. In Europa la sovranità perduta dai singoli Stati non viene guadagnata dall'Unione Europea, che ha una Banca centrale europea che si occupa della stabilità dei prezzi, ma non ha un Ministro europeo dell'economia che definisca una politica europea di sviluppo e non c'è quindi una manovra di bilancio europea discussa con i cittadini. L'Unione Europea, insomma, è un mercato senza Stato. Non ha cioè un governo.

 
3 agosto 2008
Il Trattato di Lisbona ratificato dal Parlamento italiano
Dall'Europa comunitaria alla Federazione europea
In molti particolari, giuridicamente decisivi e simbolicamente eloquenti, c'è una parte del nostro futuro

Non c'è alternativa all'Unione Europea. Il Parlamento italiano lo ha ufficialmente constatato ratificando il Trattato di Lisbona. Più che votata, questa constatazione è stata proclamata con un voto tanto significativo quanto inconsueto: prima al Senato e poi alla Camera il rinnovato patto tra europei è stato approvato all'unanimità: nessun voto contrario, nessuna astensione, tutti i senatori favorevoli, tutti i deputati favorevoli.
I due trattati su cui si basa l'Unione Europea cambiano nome: il Trattato sull'Unione europea si chiamerà Trattato di riforma di riforma dell'Unione Europea e il Trattato che istituisce la Comunità europea diventerà il Trattato sul funzionamento dell'Unione europea. È come se gli Stati membri dicessero: l'Unione Europea è definitivamente una realtà per tutti e non si discute; discutiamo invece su come migliorarla e su come farla funzionare. Senza avere le ambizioni proclamate e quindi avversate del Trattato Costituzionale, mai entrato in vigore, il Trattato di Lisbona non è solo un aggiornamento funzionalistico dell'Unione Europea. Basta qualche particolare, giuridicamente decisivo ma altrettanto eloquente simbolicamente per ritrovare nel Trattato una parte del nostro futuro.

 
13 luglio 2008
Con lo spirito che ha fatto nascere l'Europa
Una Comunità europea dell'energia
per ripartire dai bisogni dei cittadini

Dare agli europei il diritto di scegliersi il governo dell'Unione

L'agenda dell'Unione Europea nel corso della Presidenza francese nel secondo semestre 2008 porterà a discutere di immigrazione, di Unione per il Mediterraneo e agricoltura. Un semestre è certamente troppo breve per portare a condivisione tutti questi obiettivi, che del resto sono assai complessi. L'importante è che l'Europa prenda decisioni - dico bene decisioni - sui temi in cui è competente e che interessano di più i cittadini. L'aumento dei prezzi dei carburanti, ad esempio, ha messo in risalto ancora una volta l'incapacità dell'Unione Europea a decidere rapidamente. Non dico che sia facile creare questa capacità. Non basta la sola volontà dell'Europa, perché la scena è planetaria e non c'è un solo protagonista. Però è ora di provare ad avere coraggio: lo stesso coraggio che ebbero gli ideatori dell'Europa mezza secolo fa. Le sfide sono le stesse.

 
6 luglio 2008
Si moltiplicano le ragioni di un confronto approfondito
L'Europa unita divide cittadini, governi e istituzioni
Tocca all'Irlanda risolvere il problema creato con referendum

Giovedì 3 luglio, il Parlamento cipriota ha ratificato il Trattato di Lisbona. Ora sono venti gli Stati membri dell'Unione Europea ad aver completato la procedura di ratifica. Hanno votato a favore del nuovo trattato 31 deputati dei partiti Diko e Edek (entrambi al governo) e del partito Dysi (opposizione). Invece, i 18 deputati del Partito comunista (Akel, il maggiore partito della coalizione al governo) del presidente Demetris Christofias hanno votato contro. Insomma, dove non divide i cittadini (come è successo con il referendum in Irlanda), l'Europa unita divide i governi (come è successo a Cipro e come è stato preannuniato in Italia). Oppure divide addirittura le istituzioni, come sta avvenendo in Polonia, Germania e Repubblica ceca.
Le possibilità di vedere il nuovo trattato entrare in vigore prima delle elezioni europee del giugno 2009 sono relativamente scarse. Di sicuro non avremo certamente il nuovo trattato per l'1 gennaio: la stessa Presidenza francese di turno ha escluso di essere in grado nel proprio semestre di superare il problema.

 
8 giugno 2008
Mentre dice di voler accrescere la sicurezza
La Destra al governo riprivatizza la violenza sulle donne
Abolito il Fondo speciale di 20 milioni di euro istituito da Prodi

Il Governo Prodi ha previsto nella legge finanziaria per il 2008 uno stanziamento di 20 milioni di euro per un piano d'azione contro la violenza alle donne. Si trattava della risposta ai dati drammatici sulla violenza contro le donne, che è diventata la più frequente causa di morte, un vero e proprio allarme sociale. Tra i primi atti del Governo Berlusconi vi è, invece, la cancellazione di quel fondo e la sua destinazione alla copertura dell'abrogazione dell'ICI. La conseguenza di quell'atto è che vi saranno meno risorse per le donne maltrattate,offese e violentate, per i centri antiviolenza e per la prevenzione. Si tratta di un assurdo abbassamento della guardia che riporta il fenomeno della violenza sulle donne nel segreto delle famiglie, mentre la maggior parte delle violenze alle donne avviene proprio in ambito familiare.

 
2 giugno 2008
La celebrazione del 2 Giugno in una Residenza per anziani
La Repubblica godrà di buona salute,
se i suoi cittadini saranno in buona salute

Il regalo di compleanno è attuare la Costituzione su cui si fonda

Il 2 Giugno, compleanno della Repubblica, celebrato in una Residenza per anziani è un voler ricordare, insieme, che il regalo di compleanno per la Repubblica è attuare la Costituzione su cui si fonda. Ed attuarla in situazioni nelle quali l'anziano è una persona fragile, sia fisicamente che psichicamente, per cui la tutela della sua dignità necessita di maggiore attenzione nell'osservanza dei diritti della persona, sanciti per la generalità dei cittadini. Qui siamo,infatti, testimoni che lo sviluppo pieno della persona umana è un processo continuo, non circoscrivibile in una classe di età particolare, perché si vive per tutto l'arco della vita.
È dunque nei principi di libertà, di salute, di giustizia l'augurio che ci facciamo in questo compleanno della Repubblica. La Repubblica,infatti, godrà di buona salute, se i suoi cittadini saranno in buona salute.

 
4 maggio 2008
Una procedura politica resa possibile dal Trattato di Lisbona
Scegliere insieme Parlamento e Presidente dell'Europa
Un modo per battere chi ha paura dei simboli e dei cittadini europei

Venerdì 9 maggio è la Giornata dell'Europa, un po' come il 2 Giugno per la Repubblica italiana. Gli europei però non lo sanno.C'è da sperare che il Trattato di Lisbona sia ratificato e consenta di migliorare comunque la gestione e anche l'immagine dell'Unione Europea. Ma subito dopo la ratifica è indispensabile assumere con chiarezza una decisione: non si può proseguire l'integrazione con gente che non la vuole. Ci sono stati membri che non utilizzano la moneta europea, che non hanno aderito allo spazio Schengen, che non riconoscono il valore giuridico della Carta dei diritti fondamentali. Avranno le loro ragioni, ma non possono poi decidere insieme agli altri. Chi si chiama fuori, chi rallenta, non può pretendere di fermare tutti.
La Festa dell'Europa potrebbe essere una sfida simbolica: cominciamo a celebrarla come "festività" in alcuni Stati membri, chi ci sta: un giorno in cui non si lavora con la sola motivazione che si è europei. Varrebbe più di molte giaculatorie europeiste che ogni tanto si sentono anche in Italia.

 
20 aprile 2008
Una sfida esistenziale che riguarda tutte le età
Crescere con la vita degli anziani
Una magistrale lezione dal Coro degli Ospiti dell'IRA e del Piaggi

L'Istituto di Riposo per Anziani di Padova ha confermato il suo impegno nell'approfondimento della vita delle persone anziane, organizzando anche per il 2008 un ciclo di incontri su aspetti molto concreti della vecchiaia. Il ciclo ha per tema "Crescere con la vita degli anziani". Il tema generale propone una sfida esistenziale: la "crescita" della società nel suo complesso anche grazie agli anziani. Per l'IRA di Padova si tratta di un'esperienza quotidiana, vissuta attraverso un calendario pensato e organizzato non per "passare il tempo" ma per "vivere il tempo": con l'attesa, la partecipazione, il ricordo. Aggiunge cioè non solo giorni ma vita all'età delle persone.

 
13 aprile 2008
Anche se il prossimo Parlamento deve ratificare il Trattato di Lisbona
Nessuno ha preso impegni con gli italiani sull'Europa
Governo dell'euro e confini finali dell'Unione i due temi più urgenti

Nella campagna elettorale italiana che si conclude con il voto del 13 aprile l'Europa non ha avuto l'attenzione (e l'impegno) che invece merita una dimensione decisiva della cittadinanza e della rappresentanza. Eppure uno dei primi impegni del nuovo Parlamento sarà quello di votare sul Trattato di Lisbona per consentire ai cittadini di andare alle elezioni europee con un impianto istituzionale più adeguata all'Europa unita. Visto che non ci sarà un voto diretto dei cittadini sull'argomento, sarebbe stato giusto offrire loro l'opportunità almeno di discuterne con i temi locali e di scegliere il governo dell'Italia anche in funzione dell'Europa.

 
23 marzo 2008
Far amare le istituzioni, riducendone i costi
Politica, oh cara!
Il tema entra nel confronto elettorale con i cittadini grazie al Partito Democratico

Secondo un recente sondaggio di "Repubblica", gli italiani sono preoccupati in primo luogo per il carovita, seguito dal lavoro incerto e precario e poi da malasanità e ambiente. Sono le quattro priorità dei cittadini; a ruota sono preoccupati della "casta politica": un quinto posto da non sottovalutare perché è anche il collettore dei risentimenti generati dalle mancate risposte alle prime quattro priorità. C'è un legame forte tra le ragioni di malcontento e i comportamenti di chi sta al comando. I cittadini sono più esigenti, e la loro attenzione per la vita dei leader, e per quanto guadagnano, diventa più occhiuta e mirata. I cittadini che chiedono di più alla politica, vogliono coerenza e meno distanza, nello stile di vita e nei guadagni. Non si tratta di cedere all'antipolitica ma di creare le condizioni perché i cittadini tornino ad amare la politica.

 
21 febbraio 2008
Un'indagine tra gli anziani dell'IRA di Padova
Come si fa a vivere senza stress
la vecchiaia e tutte le sue pastiglie?

Un'équipe universitaria analizza la percezione della qualità della vita

Due su tre fra le persone che abitano nelle Residenze dell'Istituto di Riposo per Anziani di Padova vivono con serenità; alcune tra loro ne traggono anzi una sensazione di benessere. È il dato essenziale che è emerso dall'Indagine sulla percezione della qualità della vita da parte di anziani istituzionalizzati, che è stata condotta all'IRA dalla Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell'Università di Padova.
Qui la qualità della vita non è un dato statistico, ma un'esperienza soggettiva e personale. Per questo il risultato che ho citato all'inizio solleva non pochi interrogativi.Ne pongo solo uno, che utilizza un altro dato dell'indagine: come si fa a non vivere un grave stress quando si hanno in media 5 patologie a testa, che vengono fronteggiate con una media di 7 farmaci a testa al giorno?

 
27 gennaio 2008
Una data per ricordare l'Olocausto ed anche i Giusti
Scoprirsi eroi nel Giorno della Memoria
Tra gli anziani che ora vivono all'IRA sicuramente molti hanno aiutato, nascosto, salvato amici e conoscenti in tempo di guerra

Furono milioni di persone, intere comunità: quasi tutti gli Ebrei d'Europa furono vittime della Shoàh. Riflettendo sulla Shoah, noi italiani non possiamo dimenticare che lo sterminio di oltre un quinto degli ebrei italiani non fu dovuto soltanto alla barbarie nazista; fu reso possibile anche dalle vergognose leggi razziali del 1938. Ma è giusto ricordare il grande numero di italiani non ebrei, migliaia di uomini e donne di ogni ceto e di ogni regione, che non obbedirono a quelle leggi e soccorsero gli ebrei perseguitati, e non solo gli ebrei italiani, ma anche stranieri, salvandone e proteggendone molte migliaia.
Il Giorno della Memoria è prima di tutto della generazione che vive qui all'Istituto di Riposo per Anziani di Padova. È la generazione di tanti italiani "giusti" di cui non sapremo mai il nome, ma sappiamo che essi hanno onorato l'Italia, che hanno contribuito a tenere viva la Patria. Sicuramente anche gli anziani, che ora abitano all'IRA, ci sono state ragazze e ragazzi che hanno aiutato, nascosto, salvato amici che rischiavano la vita per la persecuzione. Ne siamo loro grati.

 
3 gennaio 2008
I 100 anni della "Difesa del Popolo"
Il popolo e il paese diventano opinione pubblica
Il giornalismo professionale del settimanale diocesano di Padova

I settimanali cattolici veneti singolarmente ed insieme hanno vissuto dopo il Concilio Vaticano II un'autentica rivoluzione prima culturale e poi organizzativa e quindi professionale. La "rivoluzione" consisteva nel considerare il giornalismo nel settimanale diocesano come un lavoro: caratterizzato quindi da formazione, stabilità e retribuzione. Dalla metà degli anni Sessanta La Difesa del Popolo diretta da don Alfredo Contran aveva cominciato questo cambiamento professionale prima che aziendale. Nella scelta del direttore non c'era (e non ci sarebbe mai stato neppure più tardi, per carattere e per formazione) un progetto di impresa. C'era e ci sarebbe stata sempre la convinzione che per fare opinione pubblica occorre fare un giornale vero e quindi avere propri giornalisti. Essere parte attiva dell'opinione pubblica rappresentando la realtà e la sua evoluzione era la nuova missione della Difesa; la sua informazione non doveva solo rassicurare e difendere i fedeli della messa domenicale, doveva principalmente arricchire la comunità civile padovana dei pensieri, delle volontà, delle preoccupazioni e delle speranze dei credenti. Davvero "stampa di parrocchia", non nel senso riduttivo, ma nel senso di amplificatore della voce del popolo e dei paesi fino a farla diventare opinione pubblica.

 
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22 agosto 2010
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