15 gennaio 2012 | |
Dalla depressione della crisi al cambiamento alimentato dai giovani Improvvisamente stranieri nel nostro mondo Bisognava arrivare a questo punto per accorgersi che liberismo e consumismo non possono avere l'esclusiva nei rapporti economici e sociali? La recessione si mangia posti di lavoro (stipendi che entravano in famiglia o di giovani che li aspettavano), si mangia i risparmi familiari e personali (messi nella casa o nella formazione dei figli ed ora necessari per mantenere il tenore di vita), si mangia la democrazia quotidiana (mezzi di trasporto troppo costosi e senza alternative, ticket sulla sanità, blocco del valore delle pensioni, luce acqua e gas da usare come "beni", e via tagliando). La recessione si mangia ogni buona iniziativa. Cambi governo e non succede nulla. Aggiungi anni di lavoro alla tua vita e il tuo sudore scivola via. Dai soldi al tuo Comune per la casa in cui vivi e le rette dell'asilo nido crescono ancora. Deprimente. Il mondo che ci avevano detto essere il nostro, il migliore possibile e insieme sempre insufficiente, non c'è più. Improvvisamente siamo stranieri nel nostro mondo. Letteralmente spaesati. ![]() |
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25 aprile 2012 | |
Il loro rapporto precario con il lavoro ci rende tutti deboli Senza i giovani non si supera la crisi Il copione non è stato scritto dai "bamboccioni"; loro lo subiscono, sono costretti ad interpretarlo Il precario rapporto tra giovani e lavoro rischia di renderci ancora di più deboli nella grande transizione sia geo-economica sia geo-politica che per brevità governi ed informazione chiamano "crisi". Mano a mano che i tempi della recessione si allungano, mano a mano che si assottigliano e ormai spesso sono consumate le risorse sia familiari sia collettive accumulate nel tempo della crescita, mano a mano che la data della ripresa viene spostata in avanti, perché è prevalentemente una speranza e non ancora un risultato, le società nel loro insieme perdono fiducia. Il senso di impotenza cresce. Non basterà trovare un colpevole (la politica si presta magnificamente a questo ruolo). Non basterà sacrificare beni preziosi come il riposo domenicale. Servirebbero più forze, che solo il lavoro e i giovani possono dare; ma sia l'uno che gli altri scarseggiano. I giovani sono alle prese con i nomi fantasiosi e i duri fatti dei lavori atipici dopo l'introduzione di regole di flessibilità lavorativa che sono state utilizzate non per innovare la produzione ma per farla costare meno. Il dramma nasce da qui. Il copione non è stato scritto dai "bamboccioni"; loro lo subiscono, sono costretti ad interpretarlo. ![]() |
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3 giugno 2012 | |
Succede dovunque, non solo in Medio Oriente, non solo nel Sud del mondo Nella persecuzione dei cristiani c'è tutta la violenza della paura Il fine ultimo non è la supremazia di una religione sull'altra, ma la "ripulitura" dalle minoranze religiose e la conseguente ridefinizione delle aree culturali del pianeta A causa della loro fede in Gesù Cristo, più di 150 milioni di credenti nel mondo soffrono di discriminazioni gravi o di atti di violenza. A manifestarsi oggi in tutto il Medio Oriente, ma anche in Cina, in India, ed ultimamente in Africa (sia quella mediterranea sia quella sub sahariana) è una forte spinta ad omogeneizzare il tessuto sociale prima che la multiformità della globalizzazione "contagi" comunità spesso tenute insieme dalle classi dirigenti più che dalla loro storia. La religione e la religiosità sono - oggi come ieri, lì come in Europa - contenuto e forma essenziali delle comunità, per cui rendere religiosamente omogenee le società è uno degli obiettivi della cristianofobia e della repressione religiosa in generale. Per quanto riguarda il Cristianesimo il conseguente disegno finale è di "occidentalizzare" questa religione, di lasciarle cioè il suo spazio storico, ma di interdirle il ruolo di religione planetaria. La cristianofobia contemporanea ci riporta inevitabilmente alla Croce di Cristo, innalzata sul Golgota per paura: la paura dei sacerdoti di perdere il potere, la paura di Pilato di perdere il consenso. I carnefici di allora hanno nascosto le loro paure dentro la violenza della forza. Succede anche oggi. ![]() |
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1 luglio 2012 | |
La vita degli anziani aggiorna un'organizzazione competente e disponibile All'Ira di Padova molti gli attori della qualità personalizzata Gli obiettivi per il 2012 sono frutto del confronto con i familiari degli utenti Le persone sono il contenuto del lavoro e del servizio complessivo dell'Istituto di Riposo per Anziani di Padova. Qui le persone anziane e i loro familiari sono destinatari di un'attività ininterrotta, ma sono soprattutto attori di questa attività. Lavoro e servizio dell'IRA si realizzano infatti "nelle persone" e non solo "verso le persone". Esattamente come avviene per la funzione educativa e formativa della Scuola, anche per la funzione sociale e sanitaria della IRA la misura della qualità è nella vita delle persone oltre che negli "strumenti" (Personale, attrezzature, organizzazione). Ne consegue una personalizzazione della qualità che va ben oltre il raggiungimento di standard pur impegnativi, ma che si misura sulla vita delle persone anziane, che è in grado di aggiornare un'organizzazione competente e disponibile. ![]() |
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30 settembre 2012 | |
Possono continuare a crescere insieme rifiuto della politica e difesa dei beni comuni? La democrazia: contenuto e strumento del bene comune La devastante crisi di questo inizio di millennio certifica tutta l'insufficienza dell'ideologia utilitaristica Non hanno gli stessi protagonisti, se non casualmente. Non sono collegati; addirittura sembrano ininfluenti l'uno per l'altro. Ma crescono insieme, nello stesso tempo, nella stessa società. Cresce il rifiuto della politica. Per sempre più cittadini il rifiuto diventa odio: non solo si può fare a meno della politica, ma bisogna combatterla, eliminarla. Cresce contemporaneamente la consapevolezza che esistono beni comuni, che fino a pochi decenni fa avrebbero definito "pubblici", se non semplicemente "beni" cioè oggetti del mercato. Possono continuare a crescere insieme rifiuto della politica e difesa dei beni comuni? Può maturare il più generale "bene comune" senza la politica? Sembra proprio di no. La politica - e la democrazia in particolare - ha la natura stessa del bene comune: l'una e l'altro riguardano la qualità delle relazioni tra persone; qualità che si crea quando accanto all'io e al tu si fa sempre coesistere il noi; qualità che si accresce con il mio, il tuo e anche con il nostro. ![]() |
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IL SENATORE | IN PARLAMENTO | EUROPEI | CITTÀ E PAESI DI PADOVA | IN POLITICA | ULIVO |
23 marzo 2020 Redazione Euganeo.it |
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