L'attualità 2007 commentata da Tino Bedin

16 dicembre 2007
Un sospiro di sollievo per chi crede nell'Europa
Il Trattato di Lisbona o niente
Non c'è motivo di entusiasmarsi, ma almeno ci si rimette in moto

I capi di Stato e di governo e i ministri degli esteri dei 27 paesi dell'Unione europea hanno firmato, giovedì 13 dicembre, a Lisbona, il nuovo trattato dell'Unione Europea. Mercoledì 12 dicembre al Parlamento europeo a Strasburgo i presidenti delle tre istituzioni comunitarie - José Socrates per il Consiglio, José Manuel Barroso per la Commissione e Hans-Gert Pöttering per il Parlamento europeo - hanno, per la seconda volta, firmato e proclamato in modo solenne la Carta dei diritti fondamentali. La due-giorni europea di metà dicembre fra Strasburgo e Lisbona ha entusiasmato gli europeisti. Io non sono tra gli entusiasti, anche se sono un europeo.
Il sentimento più adeguato è probabilmente il sollievo: finalmente le istituzioni europee hanno trovato il modo di uscire dal blocco politico, istituzionale, comunicativo nel quale l'Europa era incappata nel 2005 con i referendum di Olanda e Francia sul Trattato costituzionale europeo. Non è il superamento definitivo, ma la condizione indispensabile: almeno si è scelto il mezzo di trasporto che porterà alla meta dell'ammodernamento europeo. Certo bisognerà vedere se ci sarà il "carburante" del consenso parlamentare o popolare, cioè se ci sarà la ratifica.

 
29 novembre 2007
L'Italia stabile tra il 1948 e il 1988
Cambiare governo per non cambiare partito
In una società complessa la politica da sola non crea stabilità; vi contribuisce ma non la determina

In una società complessa la politica da sola non crea stabilità; vi contribuisce ma non la determina. In particolare la legge elettorale non è assolutamente un'impalcatura su cui fondare la stabilità. La stabilità è piuttosto originata dalla ampia condivisione sociale di obiettivi, di strumenti di governo, di interessi prevalenti. È quanto è avvenuto nei primi quarant'anni della nostra Repubblica italiana, tra il 1948 e il 1988: l'apparente instabilità politica (statisticamente misurata dal numero di governi che si sono succeduti) ha accompagnato una stabilità programmatica nei settori decisivi, di cui la stabilità dei partiti è stata contemporaneamente premessa e garanzia. Sono state compiute scelte a volte duramente contrastate dall'opposizione, ma che una volta prese sono diventare patrimonio nazionale. Questa è stabilità: sia stabilità effettiva perché l'amministrazione pubblica si attrezza nel lungo periodo e non aspetta a vedere cosa succede con la maggioranza successiva; sia stabilità percepita, perché i cittadini si sentono rassicurati che si va nella direzione buona.

 
17 novembre 2007
La competenza professionale e la capacità affettiva in casa di riposo
Non aiuterà a guarire, ma aiuterà a vivere
Assistenza alla vita nella sua interezza, in modo che si viva la malattia e che si "viva" anche la morte

Vecchiaia e malattia sono due fasi della vita che frequentemente coincidono. Cresce quindi il rischio che la vecchiaia in sé, almeno da una certa età in poi, sia considerata (e trattata) come una malattia terminale.
La sfida è caratterizzare le case di riposo in modo che siano sempre più dimore della vita nella sua interezza, in modo che vi si viva la malattia e vi si viva anche la morte. La sfida investe soprattutto gli operatori sanitari (medici, infermieri, assistenti) che si trovano a vivere nella contraddizione di fornire conforto e migliorare la qualità di vita mentre si preoccupano della morte. Questa contraddizione è quotidiana per chi svolge la propria attività professionale con gli anziani: nella quotidianità assistenziale di una casa di riposo, più che altrove, si richiede di rivedere i tradizionali obiettivi della medicina. Non aiuterà a guarire, ma aiuterà a vivere.


 
3 novembre 2007
La Festa del 4 Novembre con gli anziani dell'Ira di Padova
Celebriamo combattenti e caduti con chi ne porta il nome
Qui più che altrove possiamo valutare quanto è decisivo per la vita di un'intera comunità tenere vivi i ricordi

Furono 650 mila solo in Italia i militari caduti nella Grande Guerra. I loro nomi sono ancora scritti su migliaia di monumenti che la pietà paesana prima ancora che la celebrazione istituzionale innalzò molto presto in paesi, frazioni, contrade: pianto e orgoglio di chi li aveva conosciuti.
Non solo nomi di marmo. I loro nomi furono tenuti vivi con il battesimo in fratellini e in figli e nipoti in modo che la loro giovinezza interrotta nelle trincee del Carso, sulle sponde dell'Isonzo, sulle Prealpi venete, potesse continuare ora che la guerra era finita. Vittorie familiari della vita, di cui molti anziani oggi sono il simbolo perché portano magari proprio quei nomi, ricordano quei caduti.
Qui all'Istituto di Riposo per anziani di Padova non abbiamo un monumento ai Caduti, abbiamo molto di più: abbiamo molti tra coloro che ne hanno continuato la vita e forse realizzato le speranze. Figlie e figli, fratelli e sorelle dei caduti: ecco la nostra memoria; ecco chi celebriamo oggi.


 
20 ottobre 2007
Ricordo del prete giornalista mons. Alfredo Contran
L'articolo di fondo scritto ascoltando la gente
Scriveva per sua mamma: così ha innovato il giornalismo popolare

La vera "notizia" settimanale della "Difesa" diretta da don Alfredo Contran era l'articolo di fondo del direttore. I "fondi" di don Alfredo non erano quasi mai commenti alla cronaca immediata. L'interesse che destavano non derivava dalla curiosità per i lettori di sapere "cosa pensava la Chiesa padovana" sull'argomento della settimana. La loro attualità era esistenziale. Parlavano di quello di cui migliaia di persone ogni settimana, proprio quella settimana, sentivano l'urgenza.
Bisogna essere contemporaneamente un bravo giornalista e un bravo prete per saperli scrivere. Con la curiosità del cronista e lo scandaglio del confessore ogni settimana don Alfredo riusciva ad individuare le domande e le incertezze dei suoi lettori e le traduceva in parole attese.

 
2 settembre 2007
L'incomprensibile indagine della Commissione europea sugli "aiuti di Stato" alle Chiese
Non piace ai cittadini l'Europa che fa solo mercato
Il percorso costituzionale non è rallentato dai referendum popolari ma dalle "teste" di Bruxelles

Ci si è meravigliati a Bruxelles e altrove quando i cittadini di due paesi fondatori dell'Europa moderna si sono messi di traverso al Trattato costituzionale europeo. Non ci si meraviglia abbastanza quando - come nel caso dell'indagine sugli "aiuti di Stato" alla Chiesa cattolica - è proprio la dirigenza dell'Unione che rifiuta il percorso costituzionale. Non si convinceranno i cittadini che il Mercato unico è una buona cosa, se in suo nome si vogliono limitare funzioni educative, assistenziali, sociali che una comunità affida ad altri soggetti, quali le Chiese, di cui è partecipe, di cui si fida, che desidera finanziare perché sa che generalmente i risultati sono socialmente positivi anche in termini di costi collettivi.
Non ci sarà Costituzione europea finché l'ambizione dell'Unione non sarà quella di interpretare il cuore e non solo il portafoglio.

 
5 agosto 2007
Il calendario del Partito Democratico prevale su quello del governo
Chi presenterà la Finanziaria agli italiani?
Si possono esercitare la lotta e il governo, ma una prima dell'altro, non insieme

Chi tra settembre e ottobre studierà la legge finanziaria; chi costruirà un equilibrio sostenibile fra giustizia sociale e compatibilità economiche, chi difenderà in Parlamento e tra gli italiani questo equilibrio e lo farà in modo che diventi patrimonio collettivo e non una torta da dividere non a seconda della fame ma a seconda dei coltelli? Temo che non lo faranno né Bindi, né Letta, né Veltroni. Nel circo mediatico che si allestirà attorno al Partito Democratico neppure Prodi riuscirà a parlare di Finanziaria: risulterebbe fuori tema.
È stato opportuno scegliere metà ottobre per le primarie del Partito Democratico? C'era così tanta urgenza nello scegliere il capo del Partito Democratico, visto che tutti dicono che si presenterà agli italiani fra quattro anni?
La contestualità di lotta e di governo della sinistra comunista mi preoccupa. Ma mi preoccupa anche l'incomunicabilità del prossimo Partito Democratico con la vita dei cittadini, le loro attese, le loro ansie. Anche una data sbagliata ne è un segnale.

 
1 luglio 2007
Gruppi di almeno 9 stati potranno procedere a cooperazioni rafforzate
Più Europe nell'Unione Europea
Una delle novità del nuovo Trattato che sarà pronto entro quattro mesi

Tra luglio e ottobre l'Unione Europea aggiornerà le proprie regole attraverso una Conferenza intergovernativa che inizierà il 23 luglio. Al vertice europeo informale del 19 ottobre a Lisbona il nuovo testo di Trattato europeo dovrebbe essere approvato.
Non necessariamente quando avremo il "Trattato di Lisbona" i 27 andranno avanti tutti insieme. Esso infatti conterrà una nuova disposizione (il mandato per la Conferenza intergovernativa è chiaro) che fisserà a nove il numero di Stati membri che potranno avviare una cooperazione rafforzata. Il meccanismo delle cooperazioni rafforzate si applicherà all'interno delle regole generali dell'Unione e non provocherà in alcun modo lo smantellamento dell'entità politica e istituzionale dell'Europa. Al contrario, permetterà di attuare nuovi campi per un'Unione più stretta.

 
2 giugno 2007
Dal referendum istituzionale del 2 giugno 1946
Voto dopo voto ci hanno conservato la Repubblica
Riconoscenza agli ottantenni per l'esercizio della loro sovranità

Negli ultimi anni si sono moltiplicate le iniziative dei sindaci che coinvolgono i diciottenni nella festa del 2 Giugno, proprio per sottolineare il loro diventare cittadini sovrani. Però se a 61 anni dal referendum del 2 giugno 1946, a sessant'anni dai mesi durante i quali è stata scritta la Costituzione, era appunto il 1947, abbiamo ancora la repubblica, abbiamo ancora la Costituzione, le attuali generazioni lo devono ai cittadini che per tutto questo tempo non hanno rinunciato alla loro sovranità.

 
6 maggio 2007
Family Day: tra festa e manifestazione
La sovranità familiare dalla Costituzione alle leggi
Ma anche la società deve realizzarla: ad esempio equilibrando il peso dei lavori di cura tra donna e uomo

Il governo Prodi, solo nel primo anno di attività, è il governo dei tre miliardi in più agli assegni famigliari, del potenziamento degli asili nido comunali, della tutela della maternità per le lavoratrici precarie, del fondo per i disabili e la non autosufficienza. Tutte decisioni che la Destra in cinque anni di governo non ha prese, quando addirittura non ha preso decisioni negative, come il blocco dei finanziamenti agli asili nido pubblici.
Sono ingenerosi i cattolici che né tre anni fa, né due anni fa e neppure alla vigilia delle elezioni del 2006 hanno fatto festa per la famiglia e la fanno ora con un governo che ha invertito la rotta? Viene da rispondere che lo fanno adesso perché adesso, con il centrosinistra, hanno la speranza di essere ascoltati, mentre con la Destra - al di là delle pacche sulla spalla da parte di capi bigami e plurisposati - non potevano aspettarsi né leggi né risorse finanziarie. A Berlusconi era inutile chiedere; con Prodi si protesta per i Dico, sapendo che si può essere ascoltati sugli assegni familiari. Soprattutto si può essere ascoltati sul ritorno alla "sovranità familiare" ben codificata nella Costituzione, cui il centrosinistra fa riferimento, a differenza della Destra.

 
15 aprile 2007
Buone prospettive per la ripresa del negoziato
L'Europa funziona meglio con un Trattato
Un ordinamento istituzionale più adeguato alle sue funzioni e alle sue ambizioni

Non la chiameremo più Costituzione, almeno per qualche anno. Non useremo parole che evochino l'Europa come lo Stato europeo al di sopra dello Stato nazionale. Se questo servirà a dare all'Unione Europea un ordinamento istituzionale più adeguato alle sue funzioni e alle sue ambizioni, ben venga. Importante è ora superare i due referendum negativi di Olanda e Francia sulla Costituzione europea, ma anche superare le velleità che hanno preso corpo nella Convenzione europea che doveva elaborare un Trattato e si è invece illusa di poter scrivere una Costituzione.
La Presidenza tedesca dell'Unione Europea vuole riprendere i negoziati sulla revisione del Trattato di Nizza (quello attualmente in vigore) entro il mese di giugno, cioè nell'ambito del suo mandato.

 
25 marzo 2007
Nel 1967 Paolo VI pubblica l'enciclica "Populorum progressio"
Quarant'anni di ritardi nella costruzione della pace con lo sviluppo
Non esistono vie unilaterali alla sicurezza e al benessere

Il 26 marzo del 1967 Papa Paolo VI pubblicò l'Enciclica "Populorum progressio". Quarant'anni fa il 26 marzo era la domenica di Pasqua. Forse non sono molti a ricordare o a conoscere il titolo dell'enciclica; molti di più nel mondo, anche non cattolico, ne conoscono la conclusione: "Lo sviluppo è il nuovo nome della pace".
Quarant'anni fa era politicamente imprevedibile la caduta del Muro di Berlino e la fine della contrapposizione tra Est ed Ovest della Terra. Paolo VI non vede in quella contrapposizione il vero rischio della pace. Il vero dramma - profetizza la "Populorum progressio" - è il crescente e drammatico divario tra "i popoli dell'opulenza" e "i popoli della fame". Questo squilibrio, se non sanato, poteva portare il mondo alla guerra. È esattamente quello che è successo, anche se la guerra non ha le caratteristiche tradizionali e neppure quelle apocalittiche dell'olocausto nucleare immaginato negli anni Sessanta. La guerra tra "i popoli dell'opulenza" e "i popoli della fame" alimenta oggi sia il terrorismo internazionale che l'esportazione della democrazia.

 
4 marzo 2007
Operativo il Fondo di adattamento alla mondializzazione
Il lavoro è decisivo per l'Europa
A livello continentale il confronto sulla distribuzione dei benefici della crescita

Sta per diventare operativo in Europa il Fondo di adattamento alla mondializzazione (FAM). Il FAM dispone di 500 milioni di euro l'anno (per il periodo 2007-2013) per aiutare i lavoratori a seguito di operazioni di delocalizzazione delle loro imprese verso paesi terzi, vale a dire fuori dell'Unione Europea.
L'Unione Europea si dimostra in grado di cogliere i momenti di passaggio della società europea e di saperli accompagnare: il Fondo di adattamento alla mondializzazione può essere paragonato, nella sua filosofia, all'insieme di politiche che l'allora Comunità Europea ha messo in campo per accompagnare la trasformazione della manodopera continentale da agricola ad industriale. Oggi i lavoratori europei si trovano di fronte ad un'analoga sfida: l'adattamento al mercato globale non per subirlo ma per essere in grado di influenzarlo e possibilmente di guidarlo.

 
11 febbraio 2007
Nonostante la spinta dei Paesi che l'hanno già ratificato
Incerto il calendario del Trattato costituzionale europeo
Intanto il bisogno di "più Europa" cresce in molti settori

Il nuovo "calendario europeo" stenta ad avere date. Non lo si dice apertamente, perché la Presidenza tedesca dell'Unione Europea è attiva da quaranta giorni, ma anche Angela Merkel sta trovando difficoltà nel realizzare un punto essenziale del suo programma: fissare, appunto, il calendario che consenta di arrivare alle elezioni del 2009 per il rinnovo del Parlamento europeo con il nuovo Trattato costituzionale europeo approvato. Anche perché di Europa politica, coesa, capace di regole comuni e di indicare percorsi alla comunità internazionale c'è sempre più bisogno.

 
14 gennaio 2007
L'importante disegno di legge del Governo va completato già nella fase parlamentare
L'Aiuto pubblico allo sviluppo non può rinunciare al volontariato internazionale
Un'Azienda pubblica di cooperazione piu che un'Agenzia?

L'iniziativa legislativa presa dal Governo Prodi per aggiornare la Cooperazione italiana allo sviluppo è indubbiamente un fatto politicamente importante. Nelle ultime due legislature mai il Governo era intervenuto così tempestivamente, preferendo delegare la materia all'iniziativa parlamentare.Invece il governo dell'Unione, entro il primo anno di legislatura, ha presentato il 12 gennaio nella riunione straordinaria a Caserta il disegno di legge "Delega al Governo per la riforma della disciplina della cooperazione italiana con i paesi in via di sviluppo".
Sul piano dei contenuti, la proposta di delega recepisce alcune delle indicazioni che sia il Parlamento che gli attori della cooperazione allo sviluppo hanno ampiamente elaborate in questi anni. La parte di maggiore innovazione riguarda la creazione di un'Agenzia delegata a gestire la Cooperazione con la flessibilità e l'immediatezza che la struttura ministeriale generalmente e necessariamente non consente.

 
7 gennaio 2007
Incontri ed emozioni del primo Natale all'Istituto di Riposo di Padova
Tra le persone anziane seguendo la stella della vita
Capaci di vedere un Bambino anche in un volto rugoso, saper stare vicino ad una carrozzina come se fosse una culla

Erano anni e anni che non incontravo la Befana. Ci vedevamo dopo le dieci della sera di ogni 5 gennaio assieme ai bambini che frequentavano casa mia. Poi i bambini sono cresciuti ed io (come loro) non ho più avuto occhi per vedere la Befana. Così ci siamo persi di vista. Ci siamo rincontrati, la Befana ed io, il 5 gennaio di quest'anno. Era un po' prima dell'ora dell'appuntamento di un tempo, perché ad aspettarla non c'erano bambini ma anziani, che alla mezzanotte preferiscono la mezza sera. Anche la casa era diversa: è successo infatti a Casa Gidoni a Terranegra. Casa Gidoni è un nuovo "luogo" dell'IRA di Padova. All'IRA ci sono occhi capaci di vedere la Befana. Sono occhi che da bambini non hanno visto Babbo Natale, ma hanno luccicato mettendo le mani dentro la calza che nottetempo la Befana riusciva a riempire anche dove i soldi erano pochi. Oggi dentro la "calzetta" della nuova Befana questi occhi riescono a vedere memorie, storie lontane, immagini di un tempo di speranze; è un gran bel regalo per chi è nell'età "grande".

 
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27 gennaio 2008
Redazione Euganeo.it
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