MARGHERITA

Considerazioni del coordinatore provinciale
Abbreviare i tempi della provvisorietà
nella Margherita del Veneto

Le domande a cui rispondere e le scelte da fare
in vista del Congresso provinciale del 2003

di Dino Scantamburlo
Coordinatore provinciale della Margherita di Padova

Tutta la Margherita nazionale vive la sua fase di non lineare e facile formazione e quella di ricerca e di definizione delle modalità e delle regole per trasformarsi in un partito strutturato e stabile, ma con procedure trasparenti. La stessa riunione della Direzione nazionale del 26 novembre, continuata il 2 dicembre, ha registrato la non trascurabile difficoltà a trovare un accordo fra coloro che vogliono proseguire sollecitamente nel definire il tesseramento, le regole, l'organizzazione, la struttura precisa al centro e alle periferie e coloro che invece non concordano con ciò, perché temono che, così facendo, si formino e si cristallizzino gruppi diversi, correnti, gruppi di potere…
Attenzione, perché la soluzione compromissoria è spesso origine di ulteriori problemi…
A Parma, nel marzo scorso, abbiamo sancito la nascita della Margherita nazionale, stabilendo un anno di lavoro in ambito nazionale, regionale, provinciale e dei circoli - con tutte le temporaneità, le cooptazioni, le provvisorietà allora stabilite - in attesa di arrivare nel 2003 a fare i congressi regionali e provinciali con regole standard definitive, con votazioni vere, fatte dagli iscritti e dai delegati, con scelte discusse e votate.
Mentre in molte province si sono svolti i primi congressi provinciali (per Padova, ad Abano nel marzo scorso), soltanto il Veneto ha effettuato il congresso regionale.
Dovremmo chiederci se ci siamo preparati a sufficienza al congresso, ma non tanto sulle scelte dei componenti dell'Assemblea regionale (che tra l'altro, durerà un anno e sarà convocata 4,5 volte), quanto piuttosto sui contenuti di una proposta politica aggiornata e rispondente alle aspettative dei veneti di oggi e di domani, sulla fatica ma anche sulla necessità di mettere insieme culture, visioni di problemi economici, istituzionali, sociosanitari, scolastici, stesse visioni della vita, che risultano essere a volte lontane tra loro e che devono trovare una impegnativa e graduale convergenza, se vogliamo costruire una forza politica vera e duratura.
Su come parlare alle altre componenti politiche e sociali dei veneti, per ottenere ascolto e interesse, dopo avere meglio definito la nostra identità e avere dato così un contributo positivo all'evolversi della situazione politica nazionale della Margherita (certamente, meno favorevole di quella veneta!)… Sulla volontà autentica di superare metodi vecchi di spartizione di posti, di cercarci nicchie di rifugio e di protezione…Lo dico a me stesso per primo e penso a tutti noi impegnati nel Veneto…E' certo, a mio parere, che tutto questo - che conta di più - è stato carente, ma non può venire disatteso per molto tempo ancora.
Ma non è certo pensando a costituire gruppi interni alla Margherita che si risolvono i problemi. Non può esistere la "Margherita pulita" o la "Margherita trasparente" o altre cose fantasiose che qualcuno sembra invocare, accanto alla Margherita!

La Margherita è una e deve essere pulita e trasparente! Guai se non lo fosse!

Tuttavia gli aderenti hanno ampiamente evidenziato che nel Veneto si vuole proseguire senza rallentamenti e freni, abbreviando i tempi della provvisorietà, per arrivare ad avere un partito con una organizzazione scelta e decisa dagli iscritti e che perciò sia riconosciuta e stabile. A mio parere, non possiamo che: lavorare intensamente nei circoli, nelle diverse aree del territorio provinciale - città e provincia tutta; allargare le adesioni (e la campagna aperta del Tesseramento ne costituisce l'occasione importante!); aumentare il numero dei Circoli, per creare dibattito maggiore, per prepararci al Congresso provinciale del 2003, nel quale non potranno più esserci cooptazioni e scelte decise da alcuni, ma gli iscritti ai circoli voteranno i loro rappresentanti; chiunque potrà candidarsi a coordinatore provinciale e a componente dell'Assemblea provinciale.
Soltanto il voto dei delegati al Congresso stabilirà i risultati.
Dovremo fare quello che finora non è stato fatto in alcuna sede della Margherita in Italia, ma che - auspichiamo tutti - deve divenire rapidamente criterio e metodo comune di comportamento politico.
Guardando avanti coscienti delle cose da correggere insieme e comunque fiduciosi nelle possibilità di maturazione e di crescita anche a Padova di una forza politica che può trovare spazio e ascolto, per i suoi caratteri di riformismo, di solidarietà, di innovazione, quale è la Margherita.
Con l'impegno di tutti noi!

4 dicembre 2002

La lettera di Dino Scantamburlo, coordinatore provinciale

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6 dicembre 2002
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