MARGHERITA

Una lettera del coordinatore provinciale
La preparazione della Margherita padovana
al Congresso regionale

Nel rispetto delle precise indicazioni della Direzione

di Dino Scantamburlo
Coordinatore provinciale della Margherita di Padova

Cari Amici,
sollecitato da molti iscritti, ritengo doveroso esprimere alcune valutazioni sul primo Congresso Regionale della Margherita che si è appena concluso.
Ho ricevuto molte lettere, del resto indirizzate anche a moltissimi componenti degli organi provinciali e addirittura ad altri. Una lettera a volte ne ha talvolta provocate altre, segnale di condivisione di una insoddisfazione diffusa. A qualcuna che trattava temi personali, io preferisco e ritengo corretto rispondere solo agli interessati.
Gli argomenti trattati richiedono una riflessione ampia e da fare insieme, cosa che faremo. Lo scontento emerge sugli uomini scelti e sulle modalità di scelta, sulla solidità del partito, sui metodi di lavoro adottati.
Mi scuso per essere lungo, ma vista l'importanza degli argomenti, prego tutti voi di pazientare e di leggere tutto.

Mi pare che possa essere utile a tutti, sia a chi era presente, sia a chi non c'era, richiamare, solo per memoria ed esatta conoscenza dei fatti , non per giustificazioni, i vari passaggi politici che abbiamo seguito a Padova, in preparazione al Congresso regionale.
Ricordo pertanto, in sintesi, i contenuti e le conclusioni a cui sono pervenute la Direzione provinciale dell'11 novembre, l'Assemblea provinciale dell'11 novembre, la Direzione provinciale del 18 novembre, la Direzione provinciale del 23 novembre.
Ho convocato la Direzione provinciale e l'Assemblea provinciale dell'11novembre (riunioni alle quali non ho potuto forzatamente partecipare). Mi atterrò ai verbali e a quanto mi è stato riferito.
Considerato lo scontento che è emerso dalle modalità di svolgimento congressuale, ritengo eccezionalmente di indicare, seppure per flash sostanziali, i contenuti delle riunioni.

Direzione dell'11 novembre
Odg: preparazione alla successiva assemblea provinciale che doveva indicare i cinque suoi rappresentanti nell'Assemblea regionale. Un rappresentante afferma che è necessario che nell'Assemblea regionale ci siano anche rappresentanti dei Circoli, come i portavoce. Un altro si associa e sostiene la proposta. Inoltre, per i cinque nomi da indicare, propone: Dosso, Cavazzana, Sinigaglia.
Un parlamentare condivide le indicazioni e propone di aggiungere Roberta Donolato, anche in considerazione del suo attuale ruolo nazionale (vicepresidente Commissione naz. Pari opportunità). Su tali quattro nomi la Direzione concorda. Sul quinto, che esprima l'area politica intermedia tra i partiti fondatori, dopo alcune valutazioni la Direzione concorda su Saonara.
La Direzione presenterà tali proposte alla successiva Assemblea provinciale.

Assemblea provinciale dell'11 novembre
La Presidente propone i cinque nomi indicati dalla Direzione. Pedron esprime perplessità sul metodo seguito. Dal Bo si associa. Con due astenuti e il voto unanime dei restanti l'Assemblea vota la proposta dei cinque nomi. Incarica poi la Direzione di proporre i nomi della lista dei candidati padovani da votare al Congresso (senza indicare alcun nominativo).

Direzione del 18 novembre
Dopo gli interventi di alcuni parlamentari sulle candidature a coordinatore regionale, due componenti raccomandano la candidatura di rappresentanti dei Circoli e di candidati che rispecchino le diverse aree di territorialità provinciale. Un altro componente raccomanda la presenza di una rappresentanza degli anziani. Un parlamentare propone di delegare a un gruppo ristretto le indicazioni dei candidati. La proposta viene accolta e vengono indicati: Scantamburlo-Dosso-Cavazzana-Sinigaglia.
Il Gruppo di lavoro (Dosso-Sinigaglia-Cavazzana) effettua un incontro che risulta interlocutorio.

Sabato 23 novembre, alla fine della prima giornata congressuale, ho convocato la Direzione (con parlamentari e consiglieri regionali) affinché in quella sede (che è la più idonea perché trattasi dell'organo collegiale e ufficiale) scaturisse la lista dei candidati.
Ho indicato i seguenti criteri:
- la necessità di rappresentare le quote dei giovani e delle donne;
- ho detto che il regolamento non lo prevedeva, ma che proponevo di valutare l'opportunità politica di inserire un rappresentante della numerosa presenza di anziani nella Margherita;
- ho evidenziato che, dalle valutazioni raccolte, vari delegati lamentavano o temevano la prevalenza di candidati della città, a scapito di quelli del territorio della provincia. Proponevo pertanto di tener conto di candidati che rappresentassero anche l'alta, la bassa, i colli, il piovese-conselvano;
- la opportunità che fosse rappresentata anche l'area politica ambientalista;
- ho detto infine che occorreva un equilibrio politico complessivo nello scegliere i (9? 10?) nomi, al fine di soddisfare l'intero partito.
A quel punto, passando dai giovani alle donne, all'anziano, all'area ambientalista, tenendo conto dei diversi territori, vari componenti presenti hanno formulato le specifiche proposte: 9, poi 10. A quel punto ho chiesto come avrei fatto a presentare 9 candidati, visto che i proposti erano 10. A quel punto veniva proposto un altro candidato (11). Poi, il sen. Giaretta dichiarava che avrebbe potuto anch'egli proporre un altro nome, ma che vi rinunciava. Zanellato, indicato dalla sua zona, rinunciava. Schiavon e altri ritiravano un nome ulteriore che avevano proposto all'inizio.
I candidati restavano 11.
Nessuno di noi conosceva le norme sulle modalità di presentazione dei candidati, fino a domenica mattina. Infatti nella riunione di Direzione di sabato sera non sapevamo ancora se i candidati di Padova sarebbero stati 9 o 10; quale sarebbe stata la quota delle donne: 2 o 3; quanto avremmo dovuto tenere conto nelle candidature di donne e giovani, delle stesse candidature fatte dalle altre province al fine di rispettare complessivamente le quote.
Domenica mattina verso le ore 11.00 seppi che i posti per Padova passavano da 9 a 10 e non di più.

La mia ferma volontà è stata quella di rispettare fino alla fine le precise indicazioni dei candidati che erano state formulate dalla Direzione provinciale la sera precedente. Se qualcuna di esse fosse stata manipolata da uno, da due, da tre persone, si sarebbe giustamente detto che i soliti decidono loro, in barba alle decisioni collegiali!
Non penso ai nomi; penso al metodo seguito e su questo aspetto, non mi sono pentito di essermi comportato così

Allora si capì anche che non si sarebbe votato. Perché?
Oltre alle candidature presentate dai 7 coordinatori provinciali, ce n'erano soltanto due presentate individualmente, le quali avrebbero fatto sì che si dovesse votare. La Presidenza del Congresso intervenne ripetutamente affinché i due si ritirassero, cosa che avvenne.
Non giudico in questa sede la validità di tale scelta, sulla quale si può dissentire. Faccio solo notare che a quel punto, se i delegati avessero votato, avrebbero comunque eletto tutti i candidati, meno due.
Io mi scuso per la forzata assenza dal Partito avvenuta proprio in queste settimane. Ho seguito l'attività preparatoria al congresso parzialmente e comunque mantenendo i contatti e partecipando alle due giornate di assise. Ora sto per riprendere la attività, per cui conto di poter seguire direttamente dalle prossime settimane tutto quello che mi compete.
A chi mi ha scritto con critiche anche pesanti, rispondo che sono consapevole di svolgere un servizio politico che mi è stato chiesto nell'interesse della comunità padovana e niente, proprio nessun altro fine mi ha interessato in questi mesi e mi interessa!
Un cordiale saluto a tutti

4 dicembre 2002

Le considerazioni di Dino Scantamburlo, coordinatore provinciale

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6 dicembre 2002
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