"Cercar saggezza tra le rughe"
Soli 5 anziani su 10: assistenza in crisi nera
Dati allarmanti dal convegno della Cgil: "Sistema che rischia di scoppiare"
CONEGLIANO - Emergenza anziani: il 48 per cento (circa 5 su 10, ndr) sono soli e non hanno riferimenti familiari. "Se si perde di vista e non si presta la dovuta attenzione al sociale, il modello socio-sanitario veneto, che rimane un esempio da mantenere, ma da migliorare con l'apporto di tutti, rischia di esplodere" ha affermato Giacomo Vendrame, segretario provinciale della Cgil. La popolazione invecchia e la situazione più critica in tutta la provincia di Treviso, dove gli over 65 anni sono 186 mila (mediamente il 21 per cento della popolazione), riguarda il territorio dell'ex Usl 7, dove sono il 23 per cento dei residenti, mentre nell'ex Usl 8 di Asolo il 18,5 e nell'ex Usl 9 di Treviso il 20,9 per cento. Negli ultimi otto anni sono aumentati del 17 per cento e si prevede che nel 2.030 costituiranno addirittura il 30 per cento della popolazione. Le badanti che li assistono a domicilio, che nel 2005 erano 5.300, sono diventate un esercito. Alla fine del 2016 hanno raggiunto quota 32 mila e si stima che diventeranno 42 mila nel 2030, sulla base delle proiezioni della Fondazione Moressa-Domina. Si tratta di dati inconfutabili che sono stati forniti ieri al convegno "Cercar saggezza tra le rughe", tenutosi per iniziativa della Cgil Spi di Treviso, nel salone della Casa di riposo Fenzi di Conegliano, con la collaborazione della stessa Fenzi e dei centri di servizio per anziani Bon Bozzolla di Farra di Soligo, Cesana Malanotti di Vittorio Veneto e Opere Pie di Onigo di Pederobba. Intervenuti l'assessore regionale ai servizi sociali Manuela Lanzarin, la quale ha sottolineato che i Centri di servizio per anziani "si dovranno sempre più qualificare non solo per la residenzialità, ma anche per le loro attività diurne e a domicilio". Oltre che il sindaco Floriano Zambon, Maurizio Castro presidente del Cesana Malanotti, Giovanni Sallemi direttore della Fenzi, Francesco Benazzi direttore generale dell'Usl. "Senza operare per compartimenti stagni e giocare al ribasso sulle rette, con cui la qualità dei servizi rischia di scadere - ha sottolineato Paolino Barbiero, segretario della Cgil Spi - le soluzioni possono essere garantite da un dialogo tra tutti, per destinate al meglio le risorse disponibili, senza aumentare la spesa e anzi contenendola".
I dati
Il 21 per cento dei trevigiani è over 65 e aumentano le badanti
Quarantacinque le case di riposo convenzionate in provincia di Treviso
TREVISO - Aumenta l'aspettativa di vita, ma cresce a dismisura anche la spesa sanitaria per gli anziani: 21 milioni di euro in più l'anno scorso. Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl 2, prova a fare un po' di conti e conclude che è necessaria una straordinaria razionalizzazione. Il timore del sindacato, e della Cgil in particolare, è che a pagarne le conseguenze siano i servizi sociali, specie quelli per gli anziani. Al convegno di ieri, a Conegliano, Paolino Barbiero dello Spi Cgil, ha fatto anche lui un po' di conti: 82 milioni di euro il valore delle impegnative dei medici per gli anziani, le rette nelle case di riposo valgono 77 milioni, più di 4 mila le persone assistite. I servizi domiciliari per gli anziani costano di media tra i 120 euro e i 400 al mese, con punte fino agli 800. Le statistiche danno, per la Marca, una popolazione anziana, sopra i 65 anni, di 186 mila persone. Gli over 65, oggi, rappresentano il 21% della popolazione trevigiana; la quota è destinata a salire al 26% nel 2030. Le badanti, che nel 2005 erano solo 5300, oggi hanno raggiunto quota 32 mila. Sono aumentate del 42% all'anno e si stima che saranno 42 mila nel 2030, per cui segneranno un aumento ulteriore del 31%. Quarantacinque sono le case di riposo convenzionate in provincia di Treviso. 4.159 le impegnative di residenzialità, di primo e secondo livello. Il fabbisogno è stato quantificato in questa cifra: 4.677. I posti letto sono 5.094. Rispetto al fabbisogno - ecco uno dei problemi - le impegnative sono pari all'89%, mentre il rapporto tra impegnative e posti letto è fermo all'82%. Il finanziamento pubblico di questo vasto mondo dell'assistenza trevigiana è di 81 milioni e 381 mila euro. Per quanto riguarda la cura domiciliare, sono 4.785 gli anziani che vi fanno ricorso. La spesa pubblica è superiore agli 11 milioni e 791 mila euro. Cifre da capogiro, dunque, che fanno intendere perché i grandi gruppi dell'assistenza hanno acceso i riflettori sul Veneto e gli anziani della provincia di Treviso, quelli con la maggiore aspettativa di vita e con più solide redditualità. "Dobbiamo stare attenti al pressing dei grandi gruppi del profit sull'assistenza" dichiara l'assessore regionale Manuela Lanzarin, "sono distanti dai valori che impregnano storicamente i nostri modelli".
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9 febbraio 2017 |
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