L'UMANITÀ

RASSEGNA STAMPA

Il Mattino di Padova
19 ottobre 2014
Luigi Francesco Ruffato
frate del Santo

Il ricordo
Paolo VI che fu il Papa dal cuore spezzato

Paolo VI, a me sembra sia stato "il papa dal cuore spezzato".
Papa Giovanni XXIII, l'aveva creato in fretta cardinale, perché pronosticato suo successore. Fu eletto papa il 21 giugno 1963. Morì il 6 agosto 1978, dopo un tormentato pontificato, con il cuore spezzato dalla B.R., responsabili dell'assassinio dell'amico Aldo Moro. Aveva loro inviato un pubblico e accorato appello per la liberazione. Invano. Annichilito dal dolore, si rivolse a Dio: "Dio, tu non hai ascoltato la nostra preghiera".
Si trovò a fare il timoniere del Concilio Vaticano II, aperto da Papa Giovanni, e non tollerato da ecclesiastici intransigenti. Bisognava trovare punti di equilibrio. E ci riuscì.
Per superare le distanze tra il mondo e il Vangelo, intraprese nove viaggi internazionali, soffrendo moltissimo. Un miracolo lo salvò da un attentato nelle Filippine.
Fu il papa dei primati: il primo, dopo S. Pietro, a visitare i luoghi di Gesù (Terra Santa); il primo papa, dopo lo scisma d'Oriente (1045), ad abbracciare un Patriarca ortodosso (Atenagora); il primo a promuovere il Sinodo dei vescovi, a celebrare la Messa in un impianto industriale (Italsider di Taranto). Promosse la Giornata Mondiale per la pace. Per primo visitò i cinque continenti; primo a disporre per sé un funerale sobrio, in una semplice bara di legno, su cui posare il Vangelo, da collocare in una tomba nella nuda terra, con il solo nome scolpito sulla pietra.
Difficilmente la storia dimenticherà il suo appello all'Onu (4 ottobre 1965): "Mai più gli uni contro gli altri, mai più, mai più!". All'amico Jean Guitton scrisse che "il vero motivo per amare tutti sta nell'uomo fatto ad immagine di Dio e specchio del volto di Gesù".
Paolo VI promosse la Riforma liturgica, mettendo il popolo dei credenti nella condizione di comprendere la Bibbia. "Un Papa dal grande cuore", lo definì il Patriarca ortodosso Atenagora. A Bombay , visitando un orfanatrofio, si inginocchiò davanti a una bambina focomelica. Regalò la sua auto a Madre Teresa di Calcutta, per i poveri.
Da giovane aveva scritto: "Sono pieno di desideri e di debolezze. Com'è terribile la tua presenza, Dio. Dio come mi giudichi? Tu sai che io ti amo!".

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19 ottobre 2014
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Tino Bedin