TINO BEDIN

Diario / DOMENICA 5 FEBBRAIO 2017

Una festa che continua a raccontare la vita
La luce della Candelora nell'epoca senza buio
Celebrazione domestica nella domenica più vicina al 2 febbraio

   Ogni anno nella domenica più vicina al 2 febbraio festeggiamo con un gruppetto di amici la Candelora. Quest'anno l'appuntamento è per il 5: la domenica ci serve per avere un po' di tempo che un giorno lavorativo non ci consentirebbe. La Candelora, del resto, non è mai stata festa, ma un giorno di comunità sia religiosa che contadina.
Oggi che i contadini arano anche alla luce dei trattori e che la religiosità non è propriamente di massa, è un po' singolare tenere viva questa festa tra amici, tutti molto urbani.
In molte chiese per fortuna la ricorrenza della Purificazione di Maria ha ancora un posto particolare: la liturgia della festa della Purificazione prevede la benedizione collettiva e l'accensione d'un grande numero di candele, una per ogni partecipante alla funzione religiosa, che continua secondo tradizione con una breve processione con le candele accese all'interno della chiesa. Sono candele benedette che poi sono portate a casa, come una volta.
Ricordo quelle che mio papà Edalo preparava pronte per l'accensione quando il temporale estivo minacciava di lasciarci senza luce per lo stacco della corrente elettrica. Facevano luce, ma facevano anche coraggio. In casa da bambino questo era la festa della "Siriola". Più tardi ho imparato l'origine di questo nome: dal latino Cereus sono derivati Cero, Sero, e quindi Ceriola/Ciriola/Seriola/Siriola. Di quell'età ho anche un'altra immagine, questa non in casa ma in chiesa a Mejaniga, dove facevo il chierichetto: la benedizione delle puerpere, che allora il parroco don Valentino Vialetto raccomandava vivamente. Se ne è persa almeno da mezzo secolo la tradizione e a ricordarsela saranno ora solo alcune nonne.
Per la festa di quest'anno abbiamo riletto qualche pensiero del nostro beato Papa Paolo VI, in occasione della festa del 2 febbraio 1972, quarantacinque anni fa, che spiega anche quella benedizione delle puerpere: "Rimase per noi caratteristico di questa festa il rito della benedizione delle candele, forse derivato dalla solennità che a questa celebrazione era data, fin dalla fine del IV secolo a Gerusalemme, o forse a causa della processione notturna, istituita da Papa Gelasio (492-496) per sostituirla nel costume cristiano a quelle lustrali pagane, solite a compiersi nel mese di febbraio".
Le candele sono dunque il segno della Candelora. Ce ne sono anche per questa nostra celebrazione domestica fuori… contesto, perché oggi di buio non ce n'è molto, nemmeno di notte. Ma quando il lume a petrolio era uno per abitazione e la luce elettrica non esisteva la Siriola era anche una forma di invocazione del fuoco-luce dopo il buio dei giorni più corti dell'anno. Era anche un modo per dar fretta all'inverno, come spiega il proverbio che è probabilmente l'unica memoria di massa di questa festa: " Da la Madona Candeòra / de l'inverno semo fora; / ma se xe piova e vento, / de l'inverno semo drento". All'indomani di quelli che tutti chiamano "i giorni della merla", i giorni più freddi dell'anno a fine gennaio, le candele della Siriola fanno luce alla primavera ancora lontana.

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24 febbraio 2017
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