Occorre integrare a carico dello Stato le esigue risorse del bilancio comunale 
BEDIN - Al Ministro dell'ambiente e al Ministro degli interni - Premesso:
che sulla sommità del monte Cero, in comune di Baone (Padova), a partire dagli anni 1979-85, sono state installate, senza alcuna concessione o autorizzazione amministrativa, numerose e imponenti antenne radiotelevisive (sono circa trenta postazioni, con relativi tralicci e "casematte" in muratura di supporto);
che il colle è gravemente deturpato da questi insediamenti che danneggiano l'ambiente e il paesaggio collinare e, ancor prima, sono pregiudizievoli per la salute, generando campi elettromagnetici di elevati valori a tutto danno della popolazione residente nella sottostante frazione di Calaone;
che, con l'entrata in vigore delle leggi statali sul condono edilizio (L. 47/85 e L. 724/94), oltre che della legge regionale veneta n. 61/85, numerose ditte titolari delle postazioni radiotelevisive hanno presentato istanza di sanatoria relativamente ai manufatti abusivamente realizzati;
considerato:
che l'area dove sono state installate le antenne è assoggettata a vincolo paesaggistico ex lege 1497/39 in virtù del D.M. 21/1/75, ed è altresì inclusa nel Piano Ambientale del Parco dei Colli Euganei (istituito ai sensi della L.R. n. 38/89);
che il Comune di Baone ha negato le concessioni in sanatoria richieste, con la motivazione che i manufatti in questione non possono essere condonati, giusta conforme parere dell'Amministrazione Provinciale di Padova competente all'epoca ex L.R. 11/84, e ha adottato le conseguenti ingiunzioni di demolizione delle opere abusive;
osservato:
che tale complessa attività amministrativa, preceduta da una completa e puntuale ricognizione, da parte degli uffici comunali, di tutti i manufatti abusivi, si è rivelata assai faticosa e dispendiosa per un Ente locale di piccole dimensioni e modeste risorse, quale è il comune di Baone, che conta poco più di tremila abitanti;
che l'intera operazione di repressione e sanzione degli abusi edilizi di Monte Cero, e i relativi elevati costi avrebbero potuto forse essere evitati se fosse stato approvato il cosiddetto "Piano antenne", previsto dal Piano Ambientale del Parco Colli Euganei proprio al fine di risolvere l'annoso e grave problema delle antenne radiotelevisive abusive;
che il "Piano antenne" non è a tutt'oggi ancora stato approvato, cosicché il Comune di Baone si è trovato a dover difendere da solo, e in prima persona, le previsioni urbanistiche e legislative, statali e regionali, poste a presidio del proprio territorio;
che inoltre i titolari delle antenne hanno impugnato dinanzi al Tar Veneto tutti i provvedimenti comunali con i quali è stato negato il condono e ordinata la demolizione delle opere abusivamente realizzate;
che il Comune di Baone ha deliberato di costituirsi in tutti i contenziosi pendenti, sostenendo le relative spese legali, che sono venute a incidere pesantemente sulle scarne finanze comunali, dato l'elevato numero delle controversie instaurate;
che il Tar Veneto si è definitivamente pronunciato sulle impugnative con sentenze del dicembre 2000, con le quali ha rigettato tutti i ricorsi, riconoscendo la legittimità dei provvedimenti assunti dal Comune;
che, inaspettatamente, il giudice amministrativo non ha applicato la rituale regola delle soccombenza e ha compensato tra le parti le spese legali: decisione, questa, che ha gravemente penalizzato il piccolo Ente locale che si è trovato - e si trova - costretto a difendere al legittimità dei propri atti - emanati in forza di leggi superiori - esclusivamente con le esigue risorse del proprio bilancio, che debbono perciò necessariamente essere distolte da altri necessari interventi pubblici, a tutto danno della collettività;
valutato che:
alla data attuale le spese legali già pagate (quali semplici acconti) dal Comune di Baone ammontano a euro 51.645,69, mentre il saldo finale dell'intero contenzioso ammonterà verosimilmente a euro 154.937,07;
che le sentenze del Tar Veneto, favorevoli al Comune di Baone, sono state appellate avanti al Consiglio di Stato, per cui il Comune ha dovuto necessariamente costituirsi anche in appello e conseguentemente impegnare ulteriori ingenti fondi di bilancio;
giudicato che un piccolo Ente locale quale è Baone non può in alcun modo, neanche ricorrendo a mezzi straordinari di imposizione tributaria a carico dei propri cittadini, far fronte a tale abnorme esposizione contabile, che pregiudica lo stesso normale funzionamento dell'Amministrazione, essendo fonte sicura di squilibri di bilancio;
chiede di sapere:
se il governo consideri una competenza non strettamente municipale quella relativa alla difesa del territorio dall'inquinamento elettromagnetico;
quali sono gli intendimenti del Governo di fronte al fatto che il Consiglio e la Giunta comunale di Baone hanno dato mandato al sindaco di far presente tale preoccupante situazione ai competenti Organi statali, regionali e provinciali, e di formulare a questi formale richiesta affinché venga accordato al Comune di Baone un urgente e congruo contributo finanziario per far fronte alle ingenti spese legali imposte dal contenzioso in essere, spese assolutamente insostenibili con le sole risorse del bilancio comunale.
28 febbraio 2002