SCUOLA
Risorse insufficienti nella finanziaria
Toglie formazione e ci ruba il futuro
Un danno per l'economia della Bassa Padovana

di Tino Bedin senatore

Questa è una finanziaria che ruba il futuro al paese, come è stato detto da altri; a me questa espressione piace, per cui la ripeto. Il segno di questo furto di futuro è il taglio delle risorse per l'università, per la scuola e per la ricerca. Le scelte che vengono operate in questo campo, attraverso stanziamenti per specifici nuovi istituti (il fantomatico Istituto italiano per la Tecnologia), dimostrano ancora una volta l'atteggiamento centralista di questo Governo rispetto alla necessità di favorire lo sviluppo di una seria e responsabile autonomia universitaria. Si preferisce dar luogo a nuovi carrozzoni pubblici.
Questa finanziaria doveva mettere a disposizione le risorse per la riforma della scuola. Sono 90 i milioni di euro destinati a tale scopo: ne mancano semplicemente 4 mila per raggiungere la cifra prevista dalla legge.

Le piccole imprese hanno bisogno di innovazione. Le risorse pubbliche destinate alle conoscenze e alle innovazioni tecnologiche sono insufficienti, e per di più trascurano la peculiare caratteristica del sistema produttivo nazionale, formato da medie e piccole imprese, che non sono in grado da sole di investire in tecnologia e innovazione. Questo è tanto più vero per il Veneto, per Padova, per la Bassa Padovana, dove uomini e donne continuano a investire il loro lavoro ma forse perderanno la sfida del futuro, quella del mercato globale, perché la concorrenza di chi produce a costi più bassi colpisce dappertutto.
È inutile lamentarsi dell'intraprendenza cinese, come fa il ministro Tremonti, se non si mettono in campo appropriate iniziative di contrasto, consistenti in promozione di innovazione e non in antistoriche barriere doganali.

Perché togliere risorse alle nostre università? Si enfatizza l'istituzione di un centro italiano di tecnologia di alta eccellenza e non di potenziano gli istituti universitari esistenti, che hanno già dato prova di produrre ricerca e innovazione. Invece era proprio da qui che bisognava partire, dalle nostre antiche università, dove le tradizioni, gli scambi di esperienza e le sinergie diffuse hanno creato un sistema di sapere avanzato facilmente applicabile alle necessità di modernizzazione industriale del nostro paese, altrimenti destinato a incontrare un'irrimediabile decadenza. Non basta creare un centro di eccellenza (se non nasconde qualcos'altro) quando le politiche per la cultura, per le istituzioni formative sono deludenti e inadeguate a promuovere la modernizzazione.

9 dicembre 2003


9 dicembre 2003
sc-025
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Tino Bedin