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L'impegno del ministero per creare le condizioni operative
Comincia a settembre
l'autonomia scolastica
Intanto si stanno trasformando i provveditorati agli studi

Il ministro della Pubblica Istruzione ha confermato la volontà di far partire l'autonomia scolastica con il prossimo anno scolastico 2000/01, almeno per le parti della riforma che avevano già questa scadenza, cioè il dimensionamento definitivo e soprattutto l'autonomia didattica.
Per il primo provvedimento, commissariate le ultime regioni inadempienti e fissato il tetto numerico delle loro istituzioni, si tratta ora di insediare i nuovi dirigenti scolastici, dopo il corso obbligatorio effettuato dai capi di istituto di ruolo. Stanno per prendere il via i corsi di fasce particolari di presidi e direttori ed è in via di essere stipulato il contratto dei dirigenti delle scuole (importante perché dovrà meglio definirne ruolo e mansioni). Il decreto attuativo dell'art. 8 del DPR 275/98, relativo al curriculum e alla quota di pertinenza della singola scuola, è in corso di registrazione. Il regolamento di contabilità è in corso di emanazione.
Manca il provvedimento relativo agli organi collegiali di istituzione, ancora in discussione in Parlamento e non ancora calendarizzato alla Camera.

Bisogna spendere altri soldi per la qualità
Il cammino dell'autonomia è ancora lungo e faticoso. Si rilevano incertezze e grandi perplessità; talora si tende a mettere sotto tutela le nuove autonomie scolastiche. Occorre quindi riprendere in modo forte e convinto il percorso, definendo i binari principali: quello del rapporto fra scuole autonome, enti locali e parti sociali operanti sul territorio; quello della nuova professionalità richiesta a tutti gli operatori a partire dagli insegnanti; quello della formazione di tutte le componenti, preparando anche i genitori e gli studenti ai nuovi ruoli dentro la scuola dell'autonomia.
Sul piano più propriamente applicativo, i Popolari ritengono che il perno sia l'autonomia didattica e che, ferma la connessione profonda con il riordino dei cicli, alle istituzioni scolastiche ed ai soggetti in essa operanti debba essere dato ogni possibile sostegno in forma rispettosa e coordinata, selezionando i canali (oggi troppo confusamente espressi) e concentrando sugli Irrsae-Irre, sulla BDPe sul CEDE la competenza del supporto e della ricerca in funzione dell'autonomia, puntando alla formazione dei docenti e ad un sistema di valutazione coinvolgente.
Infine nella prossima finanziaria dovrà essere prevista una serie di risorse espressamente indirizzate all'autonomia ed alla sua attuazione, con particolare riguardo al perseguimento della qualità nel processo scolastico-educativo-formativo.

La riforma del ministero della Pubblica Istruzione
L'autonomia delle istituzioni scolastiche comporta un radicale cambiamento dell'apparato amministrativo sia in termini strutturali che funzionali. Si passa da un apparato burocratico, com'è quello vigente ancora caratterizzato dal modello piramidale fissato dalla vetusta Legge Casati del lontano 1859, ad una architettura amministrativa che mette al centro del nuovo sistema scolastico le unità scolastiche autonome dove devono esplicarsi anche gli adempimenti amministrativi per l'utenza scolastica. I corsi di formazione per direttore amministrativo e per dirigente scolastico realizzati, rispettivamente, per i segretari e i presidi, consentono l'assunzione di nuove e più pregnanti responsabilità nella sede dove deve erogarsi il servizio scolastico.
Peraltro, i processi di formazione in atto per il personale dell'amministrazione scolastica centrale e periferica rendono visibile il come si stia realizzando il superamento degli attuali Provveditorati agli Studi che saranno chiamati a svolgere un ruolo di supporto e consulenza alle autonome istituzioni scolastiche nel contesto del territorio. L'Ufficio Scolastico Regionale, di nuova istituzione, realizza il decentramento più volte auspicato ponendosi come un autonomo centro di responsabilità amministrativa a livello periferico per tutte le materie non gestite direttamente dalle singole unità scolastiche o non riservate al Ministero.
A livello centrale vengono definitivamente superate le vecchie articolazioni delle direzioni generali divise per ordini di scuola e, invece, si istituiscono due dipartimenti con precise funzioni da esplicare secondo i principi della distinzione tra responsabilità politica di indirizzo politico-amministrativo e di controllo di competenza del Ministro e responsabilità di gestione che fa a capo alla dirigenza. I due dipartimenti, rispettivamente per lo sviluppo dell'istruzione e per i servizi nel territorio, sono strutturati in conformità a quanto previsto dalle le nuove norme di cui al decreto legislativo 29/1999 e successive modificazioni, per assicurare il massimo di efficienza e di efficacia all'azione amministrativa

Agosto 2000


3 agosto 2000
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