SALUTE
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Il centro diurno Casa Gidoni a Terranegra
Anziani e familiari ritrovano il loro tempo
Intervista al presidente di AltaVita Tino Bedin


di Martino Negroni

Una media di duecento presenze settimanali suddivise nei sei giorni feriali della settimana: Casa Famiglia Gidoni, il centro diurno per anziani non autosufficienti di AltaVita, è un punto di riferimento per una settantina di famiglie dell'area metropolitana di Padova che qui trovano il sostegno al loro impegno a condividere la longevità fragile di un loro componente. "Più vengono qui, più a lungo restano a casa", commenta Tino Bedin, presidente di AltaVita, che continua: "Abbiamo pensato ed ora la nostra squadra sta gestendo Casa Gidoni per dare modo alle famiglie di allungare il più possibile la permanenza delle persone anziane non autosufficienti nelle loro abitazioni. Abbiamo in mente la famiglia nel suo insieme e non solo la persona anziana".
AltaVita è la nuova denominazione assunta da qualche mese dall'Istituto di Riposo per Anziani (IRA) di Padova, la più antica istituzione padovana di assistenza alle persone anziane. Esperta ed apprezzata da quasi due secoli nei servizi residenziali, da poco più di quattro anni questa istituzione pubblica ha portato la sua esperienza e la sua professionalità anche nei servizi alla domiciliarietà degli anziani, quale è appunto Casa Famiglia Gidoni a Terranegra e quale sarà a breve, appena l'Ulss avrà firmato la convenzione, il cento diurno Monte Grande già pronto a Selvazzano Dentro.
- Presidente Bedin, nell'organizzazione e nella gestione di Casa Famiglia Gidoni l'obiettivo che vi proponete è il benessere globale della famiglia e non esclusivamente quello della persona anziana. Da cosa nasce questa scelta di AltaVita?
"La vecchiaia non autosufficiente è una fatica: la si affronta con dedizione da parte dei familiari e con determinazione da parte degli anziani stessi, ma è pur sempre una fatica, che figlie, nuore, nipoti, cioè prevalentemente le donne, aggiungono ad altre fatiche quotidiane. Casa Gidoni si fa carico di una parte di questa fatica, in modo che ogni famiglia sia in grado di affrontarla. Per questo fin dall'apertura del Centro offriamo un'ampia elasticità di frequenza (da uno a sei giorni la settimana), teniamo aperto anche al sabato, l'orario è lungo per essere compatibile con quello di lavoro dei familiari, assicuriamo il trasporto per chi lo richiede. L'idea è quella di consentire sia all'anziano sia al familiare di riferimento un tempo quotidiano di reciproca autonomia, in modo che sia facilitato il tempo della convivenza".
- Quali obiettivi puntate a raggiungere in questo tempo dell'autonomia dell'anziano rispetto alla vita di casa?
"Casa Famiglia Gidoni è prima di tutto un luogo di relazioni. La non autosufficienza da età crea inevitabilmente una riduzione dei rapporti personali dell'anziano; a volte l'interlocutore è una sola persona (familiare o assistente familiare) per un'intera giornata; a volte supplisce il televisore. Soprattutto quando la fragilità riguarda la mente, queste situazioni aggravano la fragilità stessa oppure la inducono anche se non c'è. Cambiando ambiente, rapportandosi con un maggior numero di persone, ricreando un'agenda della giornata e della settimana (che probabilmente non hanno in mente da tempo) gli anziani che frequentano Casa Gidoni si rafforzano dal punto di vista cognitivo o almeno rallentano processi inevitabili con l'età".
- Presidente Bedin, questa agenda della settimana è un'immagine o è un contenuto del servizio di Casa Gidoni?
"Nessun giorno è uguale all'altro a Casa Gidoni, per questo ho parlato di agenda. La persona anziana può scadenzare e le proprie attese: dal menù che varia ed essendo prodotto direttamente dalla cucina di AltaVita è adatto agli anziani, oppure dalla ginnastica dolce che una specialista in scienze motorie propone oppure con la messa in piega dei capelli nella sala parrucchiera che abbiamo, oppure con il servizio religioso. In questa agenda entrano appuntamenti del servizio educativo che puntano anche a rafforzare l'autostima dell'anziano. Attualmente è in corso l'esperienza "Tutti in scena: attori per caso", ma già hanno dimostrato, prima di tutto a se stessi, di saper coltivare gli ortaggi e di far sbocciare i fiori".

2 maggio 2013


13 maggio 2013
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