RASSEGNA STAMPA

Il Gazzettino
22 aprile 2004
di Gianni Patella

PIOVE DI SACCO. Mario Crosta, portavoce del centro sinistra, è favorevole al ridimensionamento della zona industriale a Tognana voluto dalla Regione
"Stop ai nuovi capannoni, il Prg non si tocca"
"Non siamo contrari allo sviluppo economico, ma i 200 mila metri quadrati previsti dal Comune sono davvero troppi"

Dopo tre rinvii da parte della Giunta veneta circa l'approvazione della variante al Prg piovese, ora l'elaborato è tornato al vaglio della Commissione Tecnica regionale. Pare che il nocciolo della questione riguardi un ampliamento della zona industriale di Tognana di circa 70 mila metri quadrati da riservare alla costruzione di capannoni. La Ctr in un primo momento aveva tagliato 100 dei 200 mila metri quadrati di ampliamento dell'asse produttivo previsto dal Comune, motivando l'intervento con il fatto che il territorio è particolarmente segnato da zone industriali sparse a macchie di leopardo e invitando il Comune di Piove a far squadra con gli altri della Saccisica nel predisporre una zona industriale "comune" su un sito già servito da tutte le infrastrutture comprese quelle viarie. Sui continui rinvii dell'ok regionale al Prg piovese e sulla motivazione di richiesta dell'area da adibire a capannoni interviene il consigliere di minoranza Mario Crosta: "In questo contesto di grande incertezza come minoranza di centrosinistra ci siamo espressi in maniera favorevole alla cancellazione dell'ampliamento della zona industriale piovese, ma non perché siamo contro allo sviluppo. Vogliamo uno sviluppo attento alle ragioni economiche e alle ragioni di sostenibilità: la crescita smisurata di capannoni non significa un automatico miglioramento della produttività. Da quel che mi consta di capannoni sfitti o in costruzione ce ne sono a iosa, così come di zone industriali ne sono sorte molte nel raggio di pochissimi chilometri da Piove. Inoltre il Consiglio regionale ha recentemente approvato la legge urbanistica la cui normativa tra le altre cose contiene concetti innovativi, come appunto lo sviluppo sostenibile. Da questa legge si evince che le attuali modalità di sviluppo hanno portato ad una edificazione, in particolare di capannoni, spesso superiore alle reali necessità del territorio e anche in forma disarticolata. Situazioni che provocano scompensi e in alcuni casi il collasso della viabilità oltre che notevoli spese per le amministrazioni comunali per assicurare a queste zone industriali i dovuti servizi".

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22 aprile 2004
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