RASSEGNA STAMPA

Il Gazzettino
7 febbraio 2004
di Riccardo Piva

BASSA PADOVANA. Nuova odissea giovedì sera per coloro che tornavano dal lavoro a Padova. "Bisogna sbloccare la questione delle sanzioni". Venerdì summit con la Provincia
Il treno per non pagare penali lascia a piedi i pendolari

La pazienza dei pendolari del treno della Bassa è giunta al limite. Venerdì prossimo, nell'incontro convocato dall'assessore provinciale Mario Verza con i responsabili locali di Trenitalia e i sindaci, diranno a voce alta che i tempi delle promesse e delle belle parole sono finiti. È il momento dei fatti. Ormai non si contano più gli episodi, che al mattino fanno perdere ore di lavoro o di lezione e che alla sera portano all'esasperazione persone stanche che non vedono l'ora di rientrare a casa.
L'ultima perla nella collana dei disagi è arrivata giovedì sera, con l'ennesimo accumulo di ritardi e salto di coincidenze. La disavventura comincia sotto le pensiline della stazione di Padova, quando viene annunciato che il treno per Bologna delle 18,37 è previsto con 25' di ritardo; di fatto il ritardo sarà di 43'. Alcuni pendolari, nel frattempo, si recano dal capostazione per chiedere che venga almeno bloccata la coincidenza che deve partire a Monselice alle 19,30, ma quando arrivano alla stazione sotto al Monte Rico il treno per Este e Montagnana è già partito puntualissimo.
"La questione è legata alle sanzioni che la Regione impone a Trenitalia per i disservizi - spiegano alcuni pendolari, ormai al corrente dei meccanismi burocratici - Se un treno accumula ritardo Trenitalia paga una multa, per cui preferisce far partire un treno vuoto piuttosto che attendere e venir sanzionato. Servirebbe una maggiore elasticità anche nel comminare sanzioni: è maggiore il disservizio di un treno che viaggia vuoto e in orario, o quello di uno che parte in ritardo per la colpa, facilmente riscontrabile, di un altro treno?".
I problemi di giovedì sera, però, non si sono fermati lì: la corsa successiva, che è il pullman sostitutivo delle 19,45, per molti pendolari rimane una chimera. Troppi quelli che cercano di salire in una corriera chiaramente insufficiente. L'autista si rifiuta di partire sovraccarico, qualcuno abbozza il blocco, poi ci ripensa e alla fine l'autocorsa si mette in moto. Chi è rimasto a terra si rassegna ad un'ulteriore attesa, fino al treno delle 20,30.
Il giovedì nero, in effetti era cominciato dal mattino, con il convoglio bloccato dal ghiaccio fra Este e Monselice treno: "Come è possibile - si chiedono i pendolari - che una gelata mattutina, normalissima in questo periodo dalle nostre parti, sia sufficiente per mandare in tilt una linea ferroviaria?"

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