RASSEGNA STAMPA

Il Gazzettino
13 gennaio 2004

ATTIVITÀ COMUNITARIE. La maglia nera per il ritardo nelle direttive passa a Francia e Germania. Ci sono 131 direttive che non sono ancora diventate leggi italiane
L'Italia resta la più indisciplinata nella Ue per le infrazioni

L'Italia passa a Francia, Germania e Belgio la maglia nera per il ritardo nell'applicazione delle direttive Ue , pur restando sempre nel gruppo dei paesi più indisciplinati, mentre conquista il primato nella classifica degli stati membri con il maggior numero di procedure di infrazione in corso.
È quanto emerge dalle ultime cifre diffuse dalla Commissione europea, secondo le quali sono 131 le direttive - pari all'8,5% di que lle relative al mercato interno - che non sono ancora state trasposte nelle leggi nazionali dall'insieme dei Quindici. Quanto ai ricorsi avviati dalla Commissione per assicurare il rispetto degli impegni da parte degli stati membri, l'Italia, al 31 ottobre scorso, con 146 procedure di infrazione in corso, ne ha collezionato un numero poco inferiore di que lli di Danimarca (21), Svezia (26), Finlandia (25), Lussemburgo (38) e Portogallo (44) messi insieme. Tra gli ultimi della classe figurano, insieme all'Italia, la Francia e la Spagna rispettivamente con 135 e 102 casi di infrazione. Francia e Italia inoltre registrano, da sole, il 28% dei casi europei di ricorsi per cattiva trasposizione delle normative Ue .
Per deficit di applicazione delle direttive , l'Italia invece non è più l'ultima della classe come lo era stata nel maggio scorso quando la percentuale di normative non trasposte era stata del 3,9%. Al 30 novembre scorso il deficit è risultato del 3%, passando ad una cifra assoluta di 46 direttive non ancora applicate contro le 59 del maggio. Hanno invece peggiorato la loro performance, insieme alla Francia e alla Germania rispettivamente con 54 e 53 direttive Ue non ancora applicate e una percentuale del 3,5%, il Belgio (54 direttive pari al 3,5%), il Lussemburgo (52 direttive pari al 3,4%) e la Grecia (48 direttive pari al 3,1%).
Tra i paesi virtuosi, al primo posto c'è la Danimarca con solo cinque direttive non ancora trasposte in leggi nazionali, pari allo 0,3%. Buono anche il dato della Spagna con 14 direttive da applicare pari allo 0,9%. Que sti due paesi, insieme a Finlandia, Gran Bretagna e Irlanda sono gli unici ad aver rispettato l'obiettivo di un deficit di applicazione delle direttive Ue inferiore all'1,5% fissato dal Consiglio europeo.
Tra gli esempi di direttive non applicate dagli stati membri, l'esecutivo europeo cita que lla sulle qualifiche professionali - non ancora trasporta nelle leggi nazionali da otto paesi, tra cui non figura l'Italia - e que lla per la protezione giuridica delle invenzioni della biotecnologia. Que st'ultima normativa europea non è stata ancora applicata oltre che dall'Italia da altri sette paesi (Belgio, Germania, Francia, Lussemburgo, Olanda, Austria e Svezia). "È deludente constatare che alcuni stati membri sembrano giudicare accettabile la messa in atto tardiva di numerose direttive, così come l'applicazione non corretta di disposizioni adottate da tutti di comune accordo", ha affermato il commissario Ue per il mercato interno, Frits Bolkestein, secondo il quale "Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Grecia e Italia devono semplicemente sforzarsi per fare molto meglio".

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17 gennaio 2004
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