Da due anni è diventato poco più di un poliambulatorio con Radiologia Montagnana, il "taglio" non è gradito alla gente
Nell'ipotesi di una ristrutturazione ospedaliera, iniziata a circolare nell'ambiente ospedaliero nel gennaio 2002, l'ospedale di Montagnana figurava già nella colonna "declassati". In pratica era inserito tra i "morituri". Pian piano si è cercato di dare attuazione a questa strategia in un territorio fragilissimo dal punto di vista della tutela della salute e, soprattutto, nei casi di emergenza. A febbraio è stata aperta la nuova struttura ospedaliera, ma quanta è stata la delusione nello scoprire che è stata ridimensionata a poco più di un poliambulatorio con la radiologia. Il nuovo ospedale, così com'è, non piace a nessuno. A evidenti difetti di natura strutturale, somma un'altrettanto evidente carenza nella distribuzione dei locali. Ovvero a enormi saloni vuoti corrispondono ambulatori che sono veri e propri "buchi". Compreso il punto di primo intervento, che non è un pronto soccorso vero e proprio, anche questo caratterizzato da spazi ristrettissimi (nonché da una pavimentazione esterna realizzata in porfido) che stridono di fronte ai soliti spazi sconfinati. Il bubbone è saltato fuori in tutta la sua evidenza quando i sindaci veronesi della vicina Usl 21 di Legnago, di fronte alla prospettiva di veder dimezzato il contributo regionale per il rimborso spese di pazienti provenienti da altra Usl, hanno minacciato di rispedire i malati al mittente. Guarda caso quei pazienti provengono in gran parte dall'sl 17, da tutta la parte ovest del territorio Montagnanese, città murata compresa. Recentemente hanno tagliato anche il day hospital oncologico, costringendo pazienti che si trovano in situazioni di salute perlomeno delicate, a recarsi ad Este. Per non dire del Cup, vero fallimento, aggregato al servizio di trasfusione del sangue.
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