È stato trasferito a Este Montagnana. Day hospital oncologico chiuso In quei locali sarà riaperto il Cup
Annunciato con enfasi per mezzo della rivista Bussola Salute che arriva in tutte le famiglie dell'Usl 17, il Day hospital oncologico nel nuovo ospedale è esistito solo per poche settimane. Adesso non c'è più. Al suo posto non è rimasto che un semplice ambulatorio.
Il Centro unico prenotazione, sempre allestito nel nuovo ospedale, è stato sospeso il primo agosto. Riprenderà a funzionare dove prima c'era il Day hospital oncologico, rapidamente adattato ad uffici, mentre la struttura contro i tumori è stata trasferita all'ospedale di Este. Problemi invece per attrezzare il servizio di Radiologia. Si è scoperto che le porte erano troppo strette per far passare gli strumenti, così il trasloco dal vecchio ospedale da giugno è slittato a questo mese. Ma è un po' tutto il nuovo ospedale a non soddisfare l'utenza e i medici. A grandi saloni inutilizzati corrispondono ambulatori che sono veri e propri buchi. Anche al punto di primo intervento gli spazi sono limitatissimi.
Il problema di questa Usl comunque è prima di tutto territoriale: per trasferirsi da un ospedale all'altro è necessario mettere in conto un viaggio di almeno un'ora. Ecco spiegata la grande fuga, in continuo aumento, dei pazienti dei Comuni della porzione ovest del Montagnanese (Masi, Castelbaldo, Merlara, Urbana, Casale di Scodosia e la stessa Montagnana) verso l'ospedale di Legnago nella vicinissima provincia di Verona. E di conseguenza la grande apprensione dei sindaci padovani dopo la divulgazione del documento approvato dai sindaci veronesi in cui si minacciava, se la Regione avesse tagliato del 50% i rimborsi, di rispedire i pazienti ai loro medici di base. E quelli dell'Usl 17 sono i più assidui frequentatori del nosocomio legnaghese.
Qualche mese fa il presidente della 5ª Commissione regionale "Sanità" Leonardo Padrin, ebbe a dichiarare che il nuovo ospedale dell'Usl 17 era un sogno non supportato dalle esigenze sanitarie della popolazione. Nell'ottobre del 2002 lo stesso Padrin aveva dato un anno di tempo alla Regione per definire un piano finanziario. I dodici mesi sono adesso scaduti.
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