RASSEGNA STAMPA

Il Sole 24 Ore
3 ottobre 2003
di Ge. P.


Un mosaico di posizioni a confronto

Un mosaico di posizioni da domani a confronto nella Conferenza intergovernativa. I piccoli Paesi puntano, insieme alla Commissione, a riguadagnare un po' di quel terreno perso nella Convenzione i cui risultati vengono difesi dalla presidenza italiana oltre che da Francia e Germania. Ed ecco nel dettaglio le posizioni dei quindici Stati membri dell'Unione.
AUSTRIA - Privilegia la qualità del risultato finale sui tempi. Poco chiaro il ruolo del Presidente del Consiglio Ue e del "team presidencies" (struttura a servizio del superpresidente) nell'ambito della catena di comando. Per il ministro degli Esteri chiede che venga integrato nella Commissione.
BELGIO - Chiede una distinzione tra funzioni legislative del Consiglio dei ministri e del Consiglio europeo per evitare il "team presidencies". Vuole chiarire incompatibilità tra il superpresidente e il presidente della Commissione.
DANIMARCA - Accetta le proposte della presidenza. Non si oppone al "team presidencies" ma chiede chiarimenti. I commissari senza diritto di voto devono partecipare a tutti gli incontri. Occorre definire meglio la politica estera e di sicurezza comune.
FINLANDIA - Ha già chiesto un ritardo di sei mesi per l'inizio della Cig per consentire una pausa di riflessione. Vuole chiarimenti sul "team precidencies". Non ha accolto con entusiasmo la figura del "superpresidente". Sulla ponderazione del voto preferisce il meccanismo approvato a Nizza.
FRANCIA - Accetta le proposte della presidenza sul metodo di lavoro. É favorevole al "team precidencies" accompagnato da uno "steering commette". Maggioranza per politica sociale e fiscale.
GERMANIA - Accetta le proposte della presidenza. Accetta la rotazione dei consigli settoriali con l'esclusione dell'Ecofin. Ritiene impraticabile il "team precidencies".
OLANDA - Accetta le proposte della presidenza. Sul ministro degli Esteri Ue non vuole indebolire il risultato della Convenzione ma chiede chiarimenti. Unanimità per prospettive finanziarie e cooperazione penale. Maggioranza per politiche sociali, ambiente, commercio, servizi e proprietà intellettuale.
PORTOGALLO - Dubbi sulla possibilità di concludere i lavori prima di gennaio. Sul presidente Ue ritiene che il mandato sia troppo lungo. Per il ministro degli Esteri vuole chiarimenti sui rapporti con la Commissione. Sul voto chiede di mantenere l'unanimità su prospettive finanziarie e risorse proprie. Riferimento ai valori cristiani nel preambolo.
SPAGNA - Accetta le proposte della presidenza. Giudizio entusiastico sul "team precidencies". Sul ministro degli Esteri chiede di chiarire i rapporti con la Commissione. Giudizio negativo sulla ponderazione del voto. Unanimità per prospettive finanziarie, politica fiscale e risorse proprie.
SVEZIA - Esprime dubbi sul Consiglio legislativo. É aperta a discutere la "team precidencies". Sulla composizione della commissione accetta il compromesso raggiunto ma sarebbe aperta a tornare al principio di un commissario per ogni Stato membro.
REGNO UNITO - Accetta le proposte della presidenza italiana. Posizione flessibile sul "team precidencies" ma occorrono proposte sulla catena di comando. Sul ministro degli Esteri chiarire il suo ruolo nella Commissione. Unanimità su risorse proprie, tassazione, politiche sociali e legge penale.
GRECIA - Accetta le proposte della presidenza. Accetta il "team precidencies" per sei mesi. Il profilo del ministro degli Esteri deve essere chiaro quando agisce per la Commissione.
IRLANDA - É il Paese che avrà la presidenza dell'Unione dopo l'Italia. Vuole chiarimenti sui commissari senza diritto di voto. Oltre al ministro degli Esteri vorrebbe anche alcuni viceministri. Sul voto preferisce il risultato di Nizza.
ITALIA - Ritiene che il risultato della Convenzione non debba essere rimesso in discussione anche se il presidente Ciampi, a Bruxelles, ha detto che quel testo può essere migliorato.
LUSSEMBURGO - Accetta le proposte della presidenza. Accetta il "team precidencies" ma chiede chiarimenti sulla catena di comando e sul ruolo del ministro degli Esteri.

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3 ottobre 2003
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