RASSEGNA STAMPA

Il Sole 24 Ore
3 ottobre 2003
di Enrico Brivio


Percorso tutto a ostacoli con finale ancora incerto

É riassumibile in un unico, grande dilemma, il conflitto di fondo che movimenterà l'avvio della Conferenza intergovernativa ai blocchi di partenza domani a Roma. Fino a che punto si dovrà e si potrà mettere mano al testo che, accompagnato dalle solenni note dell', fu licenziato dalla Convenzione europea il 13 giugno? Fino a che punto i 25 rappresentanti dei Governi potranno migliorare quel risultato, definito "non perfetto ma insperato" da Valéry Giscard d'Estaing, senza ricadere nel labirinto di veti incrociati e conflitti d'interesse, che già sfociò in deludenti compromessi negli ultimi Trattati di Amsterdam e Nizza?
Essenziale è riesaminare qual è la base, la piattaforma già solidificata da cui questa Cig, a differenza di quelle del passato, si trova a partire. Il compito prioritario della nuova Costituzione europea è soprattutto quello di ridisegnare gli equilibri istituzionali e i meccanismi decisionali per dare più efficacia e rappresentatività alla nuova Unione allargata a Est. E il volto di Consiglio europeo e Commissione, oltreché dell'Europarlamento sono stati conseguentemente ridisegnati dalla Convenzione.
É così nata la nuova figura di un presidente del Consiglio, eletto per un periodo di due anni e mezzo (dal mandato rinnovabile una volta), a maggioranza qualificata dagli stessi Capi di Stato e di Governo. Stabilito anche un nuovo metodo per fissare la maggioranza qualificata a partire dal 1^ novembre 2009 che richiede due terzi degli Stati membri, in rappresentanza di almeno il 60% della popolazione dell'Unione. E già questi due punti non sono facili da digerire per tutti. Diversi piccoli Paesi continuano a insistere per una presidenza a rotazione semestrale, mentre i Paesi medio-grandi, Spagna e Polonia, si ritengono danneggiati dal nuovo sistema di ponderazione, rispetto a quello previsto a Nizza. Nascono poi un ministro degli Esteri europeo, che presiederà il Consiglio affari esteri e sarà anche vicepresidente della Commissione.
Sempre dal 1^ novembre 2009 dovrebbe nascere una nuova Commissione europea di quindici membri a pieno titolo, compreso presidente e ministro degli esteri, scelti in base a un principio di rotazione tra gli Stati. I Paesi esclusi avranno, invece, un rappresentante senza diritto di voto. É questo un altro punto che non piace ai piccoli Paesi né a Romano Prodi che intende battersi per dare al rappresentante di ogni Stato diritto di voto, anche se non portafoglio, all'interno di un Esecutivo Ue allargato. Il presidente della Commissione sarà eletto dall'Europarlamento su proposta del Consiglio europeo. L'Europarlamento viene invece mantenuto a suffragio universale con mandato di cinque anni, fissando il numero massimo dei componenti a 736. La bozza di Costituzione estende anche a una quarantina di nuove aree il voto a maggioranza qualificata. Un'estensione ritenuta troppo timida dalla Commissione Prodi che ne chiede l'espansione anche ad aree come la tassazione legata al mercato interno, la lotta alla frode ed evasione fiscale, o la lotta alla discriminazione. La Convenzione ha previsto tuttavia una "passerella" , la possibilità che il Consiglio all'unanimità decida di trasformare a maggioranza qualificata un'area che non lo è.
Il testo già elaborato suddivide anche le competenze esclusive dell'Unione e quelle condivise con i Governi nazionali e ingloba, nella sua seconda parte, la Carta dei diritti fondamentali, già definita a Nizza. Nel preambolo, la bozza di Costituzione, fa riferimento poi alle "eredità culturali, religiose e umanistiche dell'Europa", senza menzionare però espressamente il cristianesimo come invece richiede il Vaticano, che ha dichiarato di ritenere la sua richiesta appoggiata da almeno undici Paesi europei. Un'altra delle tante controverse questioni che rischiano di rendere più tortuoso del previsto l'imprevedibile cammino della Conferenza intergovernativa.

VAI ALLA PAGINA PRECEDENTE | STAMPA LA PAGINA | VAI A INIZIO PAGINA


3 ottobre 2003
rs-685
home page
scrivi al senatore
Tino Bedin