RASSEGNA STAMPA

Il Gazzettino
19 settembre 2003
di C.Z.

URBANA
Servono più fondi dallo Stato per le Unioni dei Comuni

Unioni dei Comuni a secco: "dare più stanziamenti per lo svolgimento dei servizi alle unioni che realmente hanno istituito servizi per le comunità". Lo sostiene il Presidente dell'Unione stessa, Renato Modenese. In Veneto, dal 1997 ad oggi, ben 97 amministrazioni hanno costituito trenta Unioni di Comuni. Le economie di scala nella gestione delle funzioni amministrative sono state le principali motivazioni del mettersi assieme. Nella "Sculdascia" ci sono Urbana , Casale di Scodosia, Merlara, Masi e Castelbaldo. L'unico tasto dolente è rappresentato dalle incertezze che continuano a regnare in merito ai trasferimenti Statali. "Le Unioni rappresentano uno strumento nato per favorire i piccoli comuni -spiega Modenese- ma il decreto ministeriale 318 del 2000 che ha esteso l'accesso ai contributi anche ai comuni fino a 30 mila abitanti sta penalizzando fortemente le unioni formate da piccoli comuni. Per questo l'Anci si sta preparando a far valere la sua voce in sede di elaborazione del nuovo Statuto regionale delle autonomie locali che sarà all'ordine dell'assemblea prevista per oggi". La soluzione al problema si potrebbe ottenere con un maggior rigore. "Negli ultimi anni -continua- si è dato vita ad una miriade di Unioni, facilitate dalla possibilità di attingere finanziamenti statali erogati dalla legge 142 del 1990 sull'ordinamento delle autonomie locali. Però non tutte queste unioni hanno operato e ancora adesso non fanno passi avanti; non tutte hanno instaurato nuovi servizi alla comunità come invece ha fatto l'Unione della Sculdascia con conseguente maggior spesa. Per questo -conclude Modenese- auspico che in futuro gli stanziamenti alle Unioni siano dati a chi opera concretamente all'espletamento di nuovi servizi rivolti ai cittadini".

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23 settembre 2003
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