RASSEGNA STAMPA

Il Mattino di Padova
7 agosto 2003
di Simonetta Zanetti


I "Beati" ieri alla Ederle nel ricordo di Hiroshima

In fila con le bandiere dell'arcobaleno. Con una cerimonia di circa tre quarti d'ora ieri i "Beati i costruttori di Pace" guidati da don Albino Bizzotto hanno commemorato il 58º anniversario di Hiroshima davanti alla caserma Ederle di Vicenza.
Una manifestazione che ha visto momenti di rispettoso silenzio alternati alla lettura di testi, tra cui un brano redatto da un superstite. Un'iniziativa per ribadire il rifiuto della guerra e delle armi proprio davanti ai rappresentanti del Paese che il 6 agosto 1945 scelse l'atomica. Ma anche un tentativo di costruire un ponte con i soldati americani.
Dopo i segnali di apertura dei giorni scorsi, quando i vertici della Base si erano detti disposti ad una distensione in occasione della cerimonia, ieri all'improvviso le porte si sono chiuse sulla mano tesa dai Beati: "La nostra intenzione era quella di scambiare qualche parola con i soldati e consegnare una lettera, redatta sia in italiano che in inglese, per spiegare le nostre ragioni, ponendo l'accento anche sulle perdite militari, oltre che su quelle civili inflitte dalla guerra - spiega don Albino - Avremmo voluto dare inizio ad un nuovo ciclo che vede i militari al nostro fianco in una discussione. Invece l'impressione che abbiamo avuto è stata che avessero ricevuto ordini di non parlarci o avessero addirittura paura. Sarebbe anche peggio perché vorrebbe dire che non hanno capito di chi bisogna avere paura".
All'origine del tentativo di distensione, come documentato nella lettera, la necessità di unire le forze e studiare percorsi che sfruttino una visione dei conflitti a 360 gradi: "Abbiamo documenti di soldati Usa che denunciano l'ingiustizia di questa ed altre guerre. Sono uomini e donne che hanno scelto la carriera militare e che tuttavia ci hanno aiutato a mettere a fuoco la realtà" cita il documento che punta il dito anche sulla difficoltà ad essere accettati che incontrano i soldati nei Paesi stranieri, a partire dall'Italia.
Di qui l'invito al dialogo per venire a capo delle forme di ostilità che durante la guerra in Iraq hanno visto i soldati di stanza a Vicenza nel mirino delle manifestazioni dei pacifisti. Tra le commemorazioni dell'anniversario di Hiroshima e quella di Nagasaki (sabato davanti alla base di Longare già sito atomico e sede di una scuola di simulazione di guerra), i Beati hanno organizzato tre giorni di seminario e studi aperti al pubblico sulla possibilità di realizzare un futuro senz'armi.
Dopo l'incontro di ieri sul realismo politico della nonviolenza e le contraddizioni nelle scelte delle chiese, oggi verrà affrontato il tema della sicurezza europea dal punto di vista politico, con la partecipazione del senatore Tino Bedin. Nel pomeriggio invece spazio all'approfondimento sul tema della produzione di armi e sulla posizione della Cgil. Domani con Lidia Menapace si parlerà di neutralità attiva per l'Europa.

VAI ALLA PAGINA PRECEDENTE | STAMPA LA PAGINA | VAI A INIZIO PAGINA


18 agosto 2003
rs-634
home page
scrivi al senatore
Tino Bedin