RASSEGNA STAMPA

Il Mattino di Padova
5 aprile 2003
di Beatrice Andreose

I lavori per l'elettrodotto
Il Parco Colli intima lo stop all'Enel
Diffida del presidente: "Convenzione decaduta, progetto non valido"

Secondo il Parco Colli la Convenzione del '98 tra l'ente e l'Enel è formalmente decaduta "in quanto l'Enel non ha dato corso a quanto previsto nell'articolato della stessa". Assume toni clamorosi la diffida, largamente anticipata da giorni, che il presidente del Parco Colli Simone Campagnolo ha firmato ieri mattina: l'Ente intima all'Enel di non dare inizio ai lavori di costruzione dell'elettrodotto in area Parco, in quanto contrastante col Piano ambientale e con la convenzione sottoscritta a suo tempo tra i due enti nell'ottobre del '98. Inoltre il progetto autorizzato manca della Valutazione di incidenza né è fornito del necessario studio di Impatto ambientale. Toni chiari ed articolati che piacciono molto al comitato Lasciateci respirare. "Siamo soddisfatti nel vedere portato a compimento un atto dovuto, un atto teso a tutelare la salute, l'ambiente e il territorio - afferma Francesco Miazzi - Sappiamo anche che contro questa diffida l'Enel sicuramente ricorrerà al Tar Veneto, dove ha sempre trovato ragione. Quindi manterremo aperte tutte le iniziative e mobilitazioni in programma". L'Enel, comunque, non appare intimorito. Tanto da scaricare l'altra mattina, in pieno Parco, il materiale destinato all'avvio dei lavori per l'installazione di un traliccio in via Chiesette Branchine. Avvisati dal Comitato, ieri hanno fatto due sopralluoghi i vigili Urbani di Este. Del fatto è stato avvisato anche il parroco di Meggiaro, don Orlando Zampieri. Campagnolo, nella sua diffida, tra i numerosi argomenti giuridici, ricorda che l'elettrodotto è ritenuto "incompatibile" con le finalità del Parco e che il progetto non ha considerato le direttive sulla conservazione degli uccelli selvatici e sulla conservazione degli habitat naturali e seminaturali. Dal canto suo il comitato dichiara: "A questo punto, auspichiamo con forza un intervento della Regione Veneto, che riconduca l'Enel al tavolo di trattativa, con minori pretese e più disponibile ad accogliere le proposte del Comitato e dei cittadini". Inevitabili i riferimenti a recenti provvedimenti giudiziari: "Il funzionario del Parco che ha coperto l'iter autorizzatorio dell'elettrodotto - ricorda Francesco Miazzi - è oggi trasferito in altra sede, in quanto inquisito per aver utilizzato telefoni e computer del Parco per accedere ai siti pornografici a pagamento; il Dirigente responsabile del Genio civile di Padova che ha firmato i decreti di costruzione dell'elettrodotto, dopo aver rigettato un centinaio di osservazioni fatte dai cittadini che riprendevano i motivi della "diffida", oggi è agli arresti domiciliari in quanto coinvolto nell'inchiesta sulle mazzette pagate dai cavatori abusivi di sabbia. Fino alla sentenza, anche noi continueremo a considerarli innocenti, ma sarebbe ipocrita nascondere che molte delle cose accadute attorno a questa vicenda dell'elettrodotto, non ci hanno mai convinto".

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10 aprile 2003
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