BAONE. Il Tar ha negato la sospensiva del provvedimento con cui il Comune ha requisito le aree dove sorgono i ripetitori fuorilegge "Antenna selvaggia", via libera alle ruspe L'amministrazione può legittimamente fare pulizia della selva di tralicci abusivi che affolla la sommità del Monte Cero
Il Tar spiana la strada alle ruspe sul Cero. Con una sentenza destinata a finire negli annali della lotta proclamata dall'Amministrazione Corso contro l'abusivismo selvaggio che impera sul cocuzzolo del colle che domina la frazione di Caleone. I giudici amministrativi del Veneto, infatti, nei giorni scorsi hanno chiuso per l'ennesima volta la porta in faccia ai titolari delle installazioni abusive. Negando loro la sospensiva del provvedimento con cui il Comune, vista l'inottemperanza alla miriade di ordinanze di demolizione, l'estate scorsa ha "inglobato" nel proprio patrimonio le aree su cui sorgono i ripetitori fuorilegge. "E' l'ennesima vittoria che riportiamo in questa battaglia, lunga, costosa e irta di ostacoli, che come Amministraizone abbiamo deciso di affrontare per ripristinare la legalità sul Monte Cero", afferma il sindaco Francesco Corso. La Seconda Sezione del Tar veneto (Luigi Trivellato presidente, Lorenzo Stevanato e Fulvio Rocco relatore), ha confmato che "le ingiunzioni a demolire sono pienamente esecutive dopo che le sentenze rese da questa stessa Sezione, non sospese dal Consiglio di Stato, hanno rigettato le istanze cautelari proposte verso le ingiunzioni medesime". Come dire, insomma, che domani il Comune potrebbe legittimamente mandare sul Cero una squadra di operai e demolire l'affollata selva di tralicci eretti in barba a qualsivoglia concessione edilizia. E' dal '94 che l'Amministrazione ulivista di Francesco Corso sta conducendo una lotta serrata contro la situazione di abusivismo per molti anni tollerata sul Cero. Le prime ordinanze di demolizione dei tralicci abusivi, una trentina, sono state sempre avallate dal Tar, che ha respinto le istanze di sospensione dei proprietari (una dozzina in tutto) delle postazioni. Pure il Consiglio di Stato ha avallato l'operato del Comune, negando la sospensione dell'esecuzione delle ordinanze di ripristino dello stato dei luoghi. La decisione del Comune di incorporare al proprio demanio, come prescrive la legge, le aree nelle quali sono stati realizzati gli abusi ha scatenato nei mesi scorsi un clima di notevole tensione. Al punto che agli inizi di settembre lo stesso Corso e l'assessore all'Ambiente Giancarlo Piva erano stati raggiunti via posta da pesanti minacce, contenute in altrettante buste chiuse contenenti due proiettili da fucile ed una "firma" riferita senza mezzi termini alla lotta contro "antenna selvaggia".
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