RASSEGNA STAMPA

Il Gazzettino
1 ottobre 2002
di Alessandro Mantovani

ABANO TERME. La grande paura degli imprenditori alberghieri per la messa al bando dal Ssn delle cure termali dovrebbe essersi dissolta
Niente tagli, ma il ticket scatta verso l'alto
Il cospicuo aumento riguarderebbe i cicli di terapie: da 36 a 60/80 euro. Ma bisognerà attendere il testo definitivo

"Dovrebbe essere passata l'ipotesi dell'aumento del ticket. Sarebbe un grandissimo successo ma bisogna aspettare le conferme, vedere il testo definitivo". Niente taglio delle cure termali dal Ssn, rivela poco prima delle 19 (di ieri, ndr) uno stanco, ma rasserenato Massimo Sabbion. Per il presidente dell'Associazione Albergatori sono stati giorni frenetici e di tensione. Di contatti ai massimi livelli perché dalla legge finanziaria venisse esclusa la norma "killer" del termalismo. Anche se permane un pizzico di suspance perché manca la sicurezza, l'aumento del ticket, di cui non si conosce ancora il nuovo ammontare, sarebbe misura accettabile. Non mette in discussione l'efficacia terapeutica delle terapie termali. Anzi, in qualche modo, la conferma.
La decisione definitiva sulla sorte del termalismo è stata assunta nel pomeriggio ieri. "Sembra che sia cambiata più volte fino all'ultimo minuto", concede Sabbion. Contrariamente a quanto si prevedeva, alle assicurazioni venute dai più alti esponenti dei partiti di governo, il consiglio dei ministri aveva licenziato un provvedimento che prevedeva il taglio delle terapie termali dal Ssn. O meglio che restassero rimborsabili solo quelle prestate a invalidi di guerra, grandi invalidi per servizio, invalidi civili al cento per cento e grandi invalidi del lavoro. I giochi si sono però riaperti. C'erano, nella finanziaria, una manciata di aspetti da rivedere e sui quali si sarebbe messo al lavoro un gruppo di tecnici. Tra questi aspetti era stata inserita anche la questione delle cure termali. Non è chiaro se ciò sia stato dovuto a una riserva del ministro della Salute Girolamo Sirchia su quanto era stato nottetempo deciso. In campo c'era infatti anche una controproposta formalizzata al Governo da Federterme nella mattinata di ieri: al posto del taglio, un cospicuo aumento del ticket sui cicli di terapie termali; da 36 euro a 60/80 euro. Questa la sostanza della proposta di Federterme che, probabilmente per l'uno e l'altro motivo, sembra sia stata accolta.
All'ora di pranzo il punto sulla situazione, valutazioni sulle prospettive e il lancio di iniziative contro l'adozione di provvedimenti "iniqui" per il termalismo sono stati fatti a in una conferenza a Montegrotto. È stata convocata dai consiglieri regionali Leonardo Padrin (Fi), Iles Braghetto (Cdu), Maurizio Conte (Lega), Piergiorgio Cortellazzo (An). I 4 esponenti della Cdl hanno inviato una lettera ai parlamentari veneti del Polo perché si battano contro "un taglio generalizzato (delle cure termali, ndr) che andrebbe a ripercuotersi negativamente sulle entrate dello Stato". Proposta anche una interrogazione al presidente Galan e all'assessore Gava affinché rappresentino, in sede di Conferenza Stato Regioni, le buone ragioni del termalismo a rimanere nel Sistema Sanitario. A proposito dell'ipotesi del taglio secco Braghetto aveva affermato: "Se questa sarà la decisione finale è un iniziativa devastante. Va contrastata perché è sbagliata dal punto di vista contabile". Per Braghetto l'aumento del ticket sarebbe comunque contraddittorio: "Come ha detto il Ministro Sirchia più cure termali significa meno farmaci. Ci batteremo perché il ticket non venga toccato". In serata anche il Consiglio provinciale ha approvato un ordine del giorno, proposto dal consigliere Flavio Manzolini (Lega), a favore del termalismo. Per il quale, quando ci sarà la certezza, si potrà anche parlare di scampato pericolo. In caso contrario non ci sarebbe che affidarsi a un intenso lavoro di lobbying parlamentare.

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4 novembre 2002
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