Ticket sulle terme, un ostacolo alle cure
Gli operatori del settore delle cure termali alzano gli scudi contro l'intervento della Finanziaria sul settore. La manovra, così come è stata modificata in Commissione al Senato, prevede di introdurre, per chi usufruirà delle cure, un ticket di 40 euro. I trattamenti rimarranno gratuiti soltanto per chi è totalmente invalido e per chi soffre di malattie definite "croniche e invalidanti". L'anno scorso, in tutta Italia, un milione e mezzo di persone si sono sottoposta a questo tipo di trattamenti. Con una spesa, per il Sistema sanitario nazionale, di cento milioni di euro, lo 0,13% della spesa sanitaria pubblica. In Veneto, i costi dei trattamenti termali convenzionati rappresentano una fetta pari al 4,3% dell'intero costo della sanità pubblica. Un dato superiore alla media nazionale, pari al 3,8. Nel 1999 si sono registrate 1.337 prestazioni, lo 0,38% del totale di quelle realizzate in Italia. Sebbene siano molte le strutture di cui è dotata la regione, resta bassa la propensione dei veneti a far ricorso alle cure. "Spero che misure del genere non vengano introdotte", si augura Francesco Casa, presidente di Terme Recoaro Spa. Attualmente, la terapia termale è garantita, in forma gratuita, a tutti coloro che soffrono di specifiche patologie, in particolare per forme bronco-catarrali e reumo-artropatiche. "Si tratta di trattamenti molto diffusi - sottolinea Casa - e l'introduzione del ticket, che pure comporta l'eborso di una cifra abbastanza contenuta, potrebbe fortemente limitare l'accesso alle cure". Secondo Marco Gottardo, presidente dell'associazione albergatori di Abano e Montegrotto, sono due le priorità per il settore: "Anzitutto fare in modo che si garantisca un accesso facilitato a chi ha più di 65 anni di età e non supera i 35mila euro lordi di reddito, e per i bambini con meno di sei anni". Il secondo obiettivo, in questo caso raggiunto, era quello di ridurre, contenere il più possibile l'importo del ticket. Nel caso delle Terme di Abano e Montegrotto, i provvedimenti in Finanziaria avrebbero comunque un impatto limitato. Soltanto il 10% degli introiti di queste strutture, pari a 15 milioni di euro, arriva dai mutuati. Che nel 2001 sono stati 84mila, su un totale di 900mila clienti. "In generale - suggerisce Costantino Miravalle, segretario generale dell'Associazione italiana tecniche idro-termali - invece di disincentivare l'uso delle terme attraverso ticket, bisognerebbe promuovere la medicina generale come medicina da applicare nella prevenzione e nella riabilitazione".
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