RASSEGNA STAMPA

Il Gazzettino
12 novembre 2002
di Nicoletta Cozza

INQUINAMENTO
Nelle acque del Fratta Gorzone
ci sono salmonelle, batteri e microbi

I diessini chiedono di attivare un tavolo di concertazione per salvarlo

Nel Fratta-Gorzone c'è di tutto. Salmonelle, batteri vari, microbi, residui della lavorazione delle concerie e schifezze di ogni tipo. Una situazione che va risolta, anche perché i sindaci dei Comuni interessati dal passaggio del fiume hanno invitato i contadini a non utilizzare le acque per irrigare gli orti, ma dove non si può fare altrimenti l'approvvigionamento idrico viene comunque fatto in questo modo. Ieri mattina i diessini Gianni Gallo, consigliere regionale, ed Elisabetta Leban, suo omologo a Palazzo Santo Stefano, hanno criticato la decisione della Provincia che nei giorni scorsi aveva presentato una proposta di legge per tutelare il Fratta. "In Regione - hanno osservato - è già stato depositato un progetto legislativo, finalizzato all'erogazione di un finanziamento per salvare il fiume. A presentare il documento - ha osservato la Leban - è stato Gallo e quindi quello emanato dal governo di casarin è inutile e tardivo. La verità è che la Provincia non si confronta con la Regione e finisce per produrre provvedimenti-doppioni". "L'Arpav - ha proseguito il consigliere regionale - ha effettuato una serie di monitoraggi, dai quali risulta che nelle acque del Fratta oltre ad essere presente una carica batteriologica rilevante, ci sono anche cospicue quantità di metalli pesanti che superano abbondantemente i limiti previsti dalla legge. L'iniziativa della Provincia, quindi, di fronte a una situazione del genere, è piuttosto debole. Noi abbiamo chiesto che venga attivato un tavolo di confronto, in cui devono essere rappresentati tutti i politici, senza distinzioni di tessera, e la Regione stessa. È solo a questi livelli che possono essere adottati i provvedimenti giusti. Come impegno triennale abbiamo chiesto che vengano stanziati 35 milioni di euro".

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24 novembre 2002
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