Il presidente della Commissione regionale Sanità rivela che Montagnana potrebbe soffiare il pronto soccorso a Noventa "O ci sono i soldi o lo stralcio" Padrin è chiaro sul progetto dell'ospedale unico nella Bassa
Ospedale unico: Leonardo Padrin, presidente della Commissione Sanità della Regione, fissa le scadenze. "Se entro un anno non ci sarà un quadro finanziario completo di reperimento delle risorse per la costruzione del nuovo ospedale unico dell'Uls 17, - premette Padrin - io proporrò di rivedere la programmazione sanitaria nella Bassa Padovana, Veronese e Vicentina. E in questa nuova programmazione, che riguarda una vasta area scoperta dove garantire l'emergenza, l'Ospedale di Montagnana diventa un punto di riferimento per motivazioni puramente geografiche. Ciò comporterà che il pronto soccorso dell'Ospedale di Noventa Vicentina verrà spostato su quello di Montagnana".
Sono affermazioni che, nel Basso Vicentino, suoneranno provocatorie, ma Padrin non è certo uno che si fa intimorire. "Alcuni sindaci hanno dichiarato che si dimetteranno - incalza - e io li invito a farlo se sono coerenti. D'altra parte altro non farò che rivolgergli contro le motivazioni che a suo tempo sono state da loro addotte in sede di audizione per garantire i servizi alla loro struttura ospedaliera. Intendiamo, nulla di personale. Però, quando fra un anno entrerà in funzione il nuovo ospedale di San Bonifacio, che assorbirà buona parte della domanda di sanità di una parte del Basso Vicentino, l'area che non sarà garantita per l'emergenza avrà al suo centro Montagnana". Questo, ovviamente si verificherà se non dovesse andare in porto il progetto dell'ospedale unico.
"Io qui sono stato chiaro - spiega Padrin - ci sono dei tempi, diciamo tecnici, che non sono comprimibili: un anno per il progetto, 4 anni per la costruzione, uno per il trasferimento dei vecchi ospedali nel nuovo. Insomma sei/sette anni perché la nuova struttura diventi operativa. Ma quando si va a cominciare? Sono due anni e mezzo che se ne parla, i sindaci hanno avuto il grande merito di essere uniti, ma il punto debole del progetto è quello finanziario. Ci vogliono 350 miliardi delle vecchie lire e il problema è di individuare come e dove attingere le risorse necessarie, tenuto conto che il progetto dovrà essere gestito dal pubblico, anche se non è da escludere la partecipazione del soggetto privato per una parte minoritaria. Il punto allora è questo: - aggiunge Padrin - tra un anno voglio aver davanti il quadro finanziario completo per partire subito con la progettazione. Se non c'è la garanzia delle risorse, taglierò l'ospedale unico dalla programmazione regionale e ne proporrò una di nuova, con due ospedali per acuti nella Bassa: Monselice e Montagnana".
Una proposta come questa era già emersa alla metà degli anni Novanta, per poi rientrare precipitosamente davanti alla soluzione dell'ospedale unico in due sedi, Monselice e Este. "Altri tempi, altre condizioni. Se non sarà fattibile l'ospedale unico, questa è la strada obbligata da percorrere - conclude Padrin - noi abbiamo il dovere di garantire l'emergenza sanitaria in un'area scoperta".
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