RASSEGNA STAMPA

Il Gazzettino
30 luglio 2002
di Luca Ingegneri

MASI. Il comitato contro l'impianto di termovalorizzazione delle carcasse animali ha inscenato un sit-in di protesta in piazza Antenore
"Provincia e Cosecon, spostate l'inceneritore"
L'intero paese sta ostacolando l'operazione. Fumi e sostanze inquinanti potrebbero danneggiare i prodotti orticoli

"Casarin dacci una mano, facci sognare... lasciaci l'aria respirare". Hanno affidato le loro speranze al Presidente della Provincia i promotori del comitato per la salute nella Bassa padovana, che si sta battendo contro il progetto di installazione dell'impianto per la termovalorizzazione dei rifiuti nella zona artigianale di Masi. Ieri mattina hanno inscenato un pittoresco sit-in di protesta in piazza Antenore sventolando cartelli ed intonando slogan bellicosi all'indirizzo del Cosecon, la Spa che sta gestendo l'intera operazione. Una delegazione del comitato, che raccoglie anche cittadini di Castelbaldo, Piacenza d'Adige e Urbana, si è poi intrattenuta a lungo con il vicepresidente della Provincia Mario Verza e con l'assessore all'ambiente Domenico Riolfatto. E' toccato alla portavoce Laura De Marchi illustrare le ragioni della contrarietà ad un inceneritore che il paese non vuole accettare: emissioni di fumi e sostanze inquinanti a poca distanza dalle abitazioni, aggravamento dei flussi di traffico pesante lungo la provinciale 91, nessuna ricaduta positiva sul piano occupazionale. Un impianto di quelle dimensioni finirebbe inoltre per danneggiare l'economia della zona, a vocazione prettamente agricola. Al coro unanime si sono uniti i rappresentanti di Cia, Coldiretti e Codacons, risoluti nel difendere alcune specificità della Bassa come la mela Doc di Castelbaldo e le produzioni vitivinicole Doc della cantina sociale di Merlara.
La protesta del comitato è stata appoggiata dai consiglieri regionali ulivisti Giovanni Gallo e Margherita Miotto, oltre che dai capigruppo di Margherita e Ds in consiglio provinciale Mariano Schiavon ed Elisabetta Leban. Proprio Gallo ha ripetutamente chiesto agli amministratori provinciali un formale impegno di Palazzo Santo Stefano ad individuare un'ubicazione alternativa al termodistruttore di scarti di macellazione animale. Nella sua duplice veste di assessore provinciale e di vicepresidente del Cosecon, Riolfatto ha assicurato che non vi saranno rischi per la popolazione. E' prevista l'installazione di un impianto di trattamento degli scarti di pollame e tacchini con successiva trasformazione in farine di tipo animale. Non vi saranno quindi inceneritori di alcun tipo. Assicurazioni che non hanno però convinto il comitato. Il Cosecon pare intenzionato a proseguire per la propria strada. Lo conferma il recente ricorso al Tar contro le deliberazioni del comune di Masi, che ha stoppato l'operazione in attesa di ulteriori approfondimenti.

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1 agosto 2002
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