L'INTERVENTO
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Sulle possibili ricadute negative di un progetto internazionale sul Centro di controllo Enav di Abano Terme, che potrebbe essere ridimensionato sia sul piano dell'occupazione che su quello della professionalità, ho presentato un'interrogazione al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e al ministro del Tesoro.
La verifica del progetto di un'unificazione del controllo dello spazio aereo nell'Europa centrale ha fin da subito mostrato le difficoltà. Da parte sua l'Unione Europea ha approfondito un proprio progetto di "Unico Cielo". Stupisce dunque che un anno fa il governo italiano abbia rilanciato un accordo che non serve tecnicamente all'Europa e danneggia l'Italia dal punto di vista professionale ed economico. Il progetto è denominato Ceats (Central European Air Traffic Services), siglato nel 1997 tra Eurocontrol (organizzazione europea per la sicurezza della navigazione aerea) e i fornitori di servizi di traffico aereo di Austria, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Ungheria, Slovenia, Croazia, Bosnia e Italia; prevede la creazione a Vienna nel 2007-2010 di un unico Centro di controllo del traffico aereo all'interno dello spazio aereo superiore (oltre 29.500 piedi). Lo scopo era il miglioramento del servizio e contemporaneamente la riduzione dei costi.
Tuttavia le valutazioni tecniche dei Provider nazionali hanno quasi immediatamente determinato una stasi del progetto. Un'analisi compiuta nel 2000 ha confermato le perplessità; essa ha individuato la principale riduzione dei costi nella riduzione del numero dei controllori necessari nei Paesi CEATS; nella fattispecie i 30 settori previsti per il CEATS, a fronte dei 55 stimati come necessari (nella regione coinvolta) per il 2007, dovrebbero infatti essere in grado di far fronte ad un aumento del 50\% del volume di traffico, previsto per la stessa data, conseguente con la metà del personale. Il 90 per cento dei settori simulati ha evidenziato problemi di sovraccarico e di complessità di gestione. Da quel tempo il Centro di controllo di Abano Terme, principale struttura dell'Enav nel Nord-Est, unico coinvolto nel progetto, grazie a cospicui investimenti che si concluderanno nella primavera del 2003, ha avuto un potenziamento in attrezzature e personale tale che risulta attrezzato a gestire perfettamente il traffico aereo per il prossimo decennio, rendendo assai appetibili gli spazi aerei superiori dell'area.
Nello stesso periodo i fornitori di servizi di traffico aereo di Austria, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Ungheria, Croazia, Slovenia, hanno progressivamente occupato la maggior parte degli incarichi e delle mansioni di rilievo nel progetto Ceats. Poiché la selezione del personale da impiegare presso il Ceats è affidata ad Eurocontrol, organismo che si estende anche a paesi extraeuropei, ciò comporta la possibilità che a gestire lo spazio aereo italiano di Abano possa essere personale di nuova assunzione proveniente da paesi addirittura esterni all'Europa, con riduzione del personale italiano.
Nonostante ciò, il 22 giugno del 2001 il governo italiano ha sottoscritto a Budapest cinque risoluzioni ed ha ridato slancio al progetto CEATS. Successivamente a quella data però, l'Enav non ha sottoscritto il 6 settembre 2001 a Lubiana un accordo di cooperazione fra i Providers nazionali, che ha dato vita alla associazione CAPA/CAPS (Ceats Air Navigation Service Providers Association/Support) che sembra aver sottratto ad Eurocontrol la parte più rilevante dei progetti di espansione previsti dall'accordo iniziale. Insomma, ci sono le condizioni per rinegoziare subito l'accordo, prima che diventi operativo ed anche per uscire: non sarebbe un tirarsi indietro, per l'Italia è la condizione per partecipare da protagonista allo sviluppo del settore a livello europeo più generale.
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