RASSEGNA STAMPA

Il Gazzettino
8 maggio 2002
di C. B.

BASSA PADOVANA Per il segretario provinciale della Cna il quadro è preoccupante. È stata cancellata anche la previsione di una riduzione di Irpef e Irpeg
"L'economia ristagna, dobbiamo ridurre la pressione fiscale"

Bassa Padovana. Clima di ristagno nell'economia della Bassa. Ritardi nella realizzazione delle infrastrutture, soprattutto viarie (come la nuova Statale 10 o il prolungamento dell'A 31 "Valdastico") e aumento della pressione fiscale, costituiscono i nodi principali delle difficoltà alle quali devono far fronte i titolari di piccole e medie aziende della zona.
"La legge finanziaria è ormai stata approvata, così come il bilancio della Regione Veneto - afferma Venanzio Rosina, segretario provinciale della Cna - Abbiamo inoltre di fronte il 'quadro' completo dei bilanci dei singoli Comuni. Solo mettendo in relazione questi tre 'tavoli' si potrà leggere e definire un giudizio univoco. Con la legge finanziaria il Governo ha sostanzialmente deciso di mantenere inalterata la pressione fiscale. Non ci sono aumenti delle imposte, ma è stata cancellata la previsione di una riduzione di un punto percentuale dell'Irpef e dell'Irpeg. Non dobbiamo dimenticare il beneficio che avrà sull'economia il mantenimento della detrazione del 36 per cento sulle opere di ristrutturazione edile".
Sui vantaggi per l'economia della Bassa che deriveranno dalla Tremonti-bis Rosina manifesta un certo scetticismo. "Non tanto per i contenuti, certamente positivi - osserva -, quanto per il momento difficile in cui essa è caduta. Quale imprenditore, in un momento di ristagno della domanda come questo, si avventura in investimenti cospicui?".
La Regione dal canto suo ha deciso un aumento dello 0,5 per cento dell'addizionale regionale sull'Irpef e del 10 per cento delle tasse automobilistiche. Molti Comuni hanno già deciso l'aumento delle aliquote Ici o dell'addizionale comunale sull'Irpef o delle tasse per l'asporto rifiuti.
"Il quadro è preoccupante - riconosce Rosina - primo, perché di fatto si va in una direzione opposta a quello che la situazione economica richiederebbe. Si dovrebbe infatti, in una fase di ristagno congiunturale, sostenere la domanda interna attraverso la riduzione della pressione fiscale e agendo sia sulle imposte sul reddito che su quelle dei consumi.

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5 giugno 2002
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