RASSEGNA STAMPA

Il Gazzettino di Padova
28 gennaio 2007

Padova. Legambiente boccia il Comune sul "parco" e lo accusa di continuità con la giunta Destro
"Basso Isonzo, un errore"
Lironi: "Dimenticati gli impegni assunti prima del voto"

Legambiente sul "parco" del Basso Isonzo non ci sta. A replicare alla recenti dichiarazioni che magnificano l'operato della Giuna Comunale, è il presidente dell'associazione ambientalista, Sergio Lironi. "Messo da parte il progetto unitario di parco urbano elaborato dagli architetti Castelnovi Thomasset, quando assessore al verde era l'architetto Luisa Calimani, e dimenticati gli impegni assunti in campagna elettorale, l'attuale giunta comunale in assoluta e preoccupante continuità con quella di centrodestra con la variante ai servizi (ritornata dalla Regione nelle settimane scorse e quindi attualmente operativa) ha introdotto anche per le aree del Basso Isonzo i criteri della perequazione urbanistica. L'iniziativa viene così delegata ai proprietari privati, che quale contropartita delle nuove volumetrie edilizie concesse dovranno "regalare" al Comune quota parte delle loro aree per la realizzazione di strade, parcheggi, servizi ed infrastrutture pubbliche di varia natura e spazi verdi. I tre o quattro proprietari delle aree di maggiori dimensioni hanno già da tempo i loro progetti pronti, che L'amministrazione ha pedissequamente accettato".
Ed ecco il risultato, spiega Lironi.
Primo, tutta l'area nord viene "sganciata" dalle regole perequative e dal disegno unitario di parco, destinandola genericamente ad impianti sportivi con norme talmente elastiche da consentire, come già è avvenuto in questi anni per il Couver Tennis di via Monte Pertica, praticamente qualsiasi tipo di edilizia.
Secondo, per facilitare l'iniziativa dei privati di maggior peso patrimoniale, l'area destinata alla perequazione è stata in primo luogo suddivisa in due comparti. Il primo comparto (quello immediatamente operativo) consentirà l'edificazione di circa 48 mila mc, ovvero di circa 150 ÷ 160 alloggi localizzati in aree diverse all'interno del "parco": una logica che esprime l'esatto contrario di quanto a suo tempo dichiarato a giustificazione dei meccanismi perequativi introdotti con la variante ai servizi.
Terzo, l'entità della nuova edificazione e la localizzazione degli interventi previsti fanno sì che gli unici spazi residui destinati a verde pubblico siano di fatto dei giardini a servizio dei nuovi quartieri residenziali, che se non verranno "privatizzati", come già è avvenuto per molte aree verdi dei Peep cittadini, potranno tutt'al più integrare la dotazione di verde del quartiere, ma non potranno certo costituire, per le loro ridotte dimensioni, un "Parco Urbano Cittadino".
Quarto, tutta la vasta area centrale del Basso Isonzo (in larga parte attualmente di proprietà dell'IRA Istituto Riposo Anziani), che secondo il progetto Castelnovi-Thomasset, con un intervallarsi di zone boscate e radure prative di libera fruizione, avrebbe dovuto costituire il vero cuore del parco, viene in parte destinata all'edificazione ed in parte destinata a "parco agricolo".

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rs-07-013
10 febbraio 2007
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Tino Bedin