RASSEGNA STAMPA

Il Mattino di Padova
4 aprile 2006
di Armando Gennaro


Nuovi "difesori" dei valori cristiani

Vorrei contribuire alla riflessione sulle prossime elezioni con alcune considerazioni, non prima di aver dichiarato tutta l'indignazione per questa orribile campagna elettorale, rissosa, intrisa di menzogne e insulti, che non lascia neanche il minimo spazio al confronto delle idee e dei programmi. Inoltre vorrei dichiarare tutta la contrarietà alla vergognosa legge elettorale che ci ritroviamo, che ci impedisce di scegliere le persone e che qualcuno ha definito "una porcata". Credo si debba trarre qualche conseguenza.
1) Credo sia necessario prendere le distanze da certi "difensori" dei valori cristiani. Casi come quello di chi si dichiara contrario ai Pacs, ma lo vive personalmente con grande tranquillità, o chi si definisce difensore delle radici cristiane e vuol fare la guerra santa all'Islam, fanno solo del male ai valori cristiani e li rendono "barzellette".
Non a caso Benedetto XVI ai parlamentari del Ppe la settimana scorsa ha detto "vi esorto ad essere credibili e coerenti con queste verità fondamentali attraverso la vostra attività politica, e ancor più attraverso il vostro impegno a vivere vite autentiche e coerenti"; per fortuna che qualche politico italiano era assente!
2) Nell'Enciclica Deus caritas est Papa Benedetto XVI ci spiega che "La giustizia è lo scopo e quindi anche la misura intrinseca di ogni politica". Ciò significa che la giustizia è il primo criterio di giudizio di ogni politica, di ogni programma, di ogni coalizione, proprio perché è misura "intrinseca".
Se non c'è giustizia non c'è salvaguardia di valori, non può esserci bene comune, non può esserci dignità della persona; è come il cemento armato: se non c'è il ferro, non è cemento armato, per quanto buono possa essere il cemento: la struttura crolla. Mi pare che si debba trarre anche qui qualche conseguenza, basterebbe ricordare la pesante denuncia dei Vescovi italiani (Educare alla legalità, 1991) contro i condoni, o le tante leggi ad personam di quest'ultima legislatura.
3) Quando dichiariamo che la vita va difesa dal concepimento alla morte naturale non significa solo che siamo contrari all'aborto e all'eutanasia, il che è certamente vero, ma significa che tutta la vita (a tutte le età) e tutte le vite (anche delle persone che ci disturbano) vanno difese.
Perché può esserci una qualche dose di fariseismo in quella affermazione di principio: a me, e a tanti come me, dichiararmi contrario all'aborto e all'eutanasia non costa assolutamente niente, nessuna fatica, mentre rispettare la vita di chi ha bisogno di cure, di chi è immigrato in cerca di lavoro, dei giovani ai quali stiamo rubando la vita, con il debito pubblico che noi (i "cattolici" governi democristiani del Caf dagli anni '80 in poi) abbiamo accumulato per vivere agiatamente, tutto questo mi costa fatica, mi costerà qualche tassa in più, e allora preferisco lavarmi la coscienza dichiarandomi contrario all'aborto e all'eutanasia.
4) Infine la questione del fisco. Nella Laborem exercens (1981) così come nel documento dei Vescovi italiani dello stesso anno La chiesa italiana e le prospettive del Paese, vengono indicati tre principi (che, se sono tali, non sono negoziabili):
- il primato della persona sul lavoro,
- il primato del lavoro sul capitale e sui mezzi di produzione,
- il primato della destinazione universale dei beni sulla proprietà privata.
Ebbene, una situazione in cui il reddito da lavoro è tassato mediamente tra il 23 e il 39 per cento, mentre il reddito da capitale è tassato al 12,5%, possiamo considerarla moralmente accettabile?
Possiamo considerarla coerente con la dottrina sociale della Chiesa? O non dobbiamo dire, come cristiani, che viola il secondo di quei tre principi ed è una grave ingiustizia, che mette in crisi la salvaguardia della dignità della persona, quella persona viva che sta dentro tra il concepimento e la morte naturale? Forse qualche compito per illuminare le coscienze ce l'abbiamo anche in questa direzione, se non vogliamo che poi i bravi cristiani si trovino coinvolti in operazioni come i bond argentini, Parmalat, Cirio e quant'altre.

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6 aprile 2006
rs-06-021
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