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Dl: 22 senatori a Bordon, a disagio per come fai capogruppo In una lettera, "Così non va, cosa intendi fare?"
(ANSA) - ROMA, 1 GIU - Il presidente dei senatori della Margherita deve rappresentare le posizioni di tutto il gruppo, anche se si sente espressione di una minoranza. Lo chiedono 22 senatori Dl, che scrivono una lettera al capogruppo Willer Bordon per lamentarsi delle sue posizioni e delle sue dichiarazioni pubbliche contro Francesco Rutelli e contro la maggioranza del partito dopo la decisione dell'Assemblea federale della Margherita di dire no alla lista unitaria. Il gruppo dei 22 (su 34 senatori dei Dl), di cui fanno parte, tra gli altri, Lamberto Dini, Tiziano Treu, Sandro Battisti e Luigi Zanda, chiede a Bordon come intenda proseguire il proprio lavoro da qui al termine della legislatura. ''Caro presidente - si legge - riteniamo di manifestarti il nostro disagio politico sulle modalità con le quali da più di un anno stai esercitando le funzioni di capogruppo al Senato della Margherita, carica alla quale sei stato eletto all'unanimità. Riteniamo infatti che costituisca primario dovere politico e istituzionale del capogruppo rappresentare pubblicamente e in ogni circostanza la posizione di tutti i senatori che l'hanno eletto, anche nel caso in cui gli capiti di sentirsi espressione non più della maggioranza dei suoi elettori, quanto di occasionali e durature posizioni di minoranza. ''Da molti mesi - continuano i 22 - l'assemblea del gruppo al Senato della Margherita ha approvato un indirizzo relativo alla costituzione della federazione tra i gruppi dei senatori dei Ds, dello Sdi e della stessa Margherita. Riteniamo che se questa iniziativa avesse avuto seguito, avrebbe potuto concorrere a una migliore gestione della delicata discussione politica che si è svolta nella nostra recente Assemblea federale. Ti chiediamo quindi, nella tua qualità di capogruppo, quali concrete azioni hai compiuto, quali iniziative hai assunto, quali sollecitazioni hai promosso, per dare esito positivo alla decisione dell'Assemblea sulla costituzione della Federazione unitaria al Senato?''. ''Ma c'è di più - si legge ancora - negli ultimi mesi abbiamo letto con sorpresa di tue posizioni pubbliche espresse in una forma che non consideriamo all'altezza del decoro politico del nostro gruppo. Nell'ambito del gruppo che presiedi hai promosso ripetute riunioni di corrente, introducendo così un costume politico che sino a un anno fa era a noi sconosciuto. Hai paragonato il presidente della Margherita al tuo 'punching ball'. Hai sostenuto di temere di essere la prossima vittima di una pulizia etnica. Hai definito 'sciagurata' la decisione presa dall'Assemblea del tuo partito. Hai continuato a evocare la scissione della Margherita, così come già facesti altre volte in passato, a partire dall'estate del 2004. Hai accusato il presidente del tuo partito di voler trasformare la Margherita in un partito fasullo. Hai definito la Margherita un 'parmesan'''. ''A queste considerazioni - proseguono i 22 senatori - dobbiamo anche aggiungere che avremmo preferito che il nostro capogruppo (la cui quotidiana presenza sui media è legata esclusivamente alla carica che ricopre) si fosse espresso negli ultimi tempi anche sulle grandi questioni politiche del momento, a cominciare dalle modalità del rilancio della Federazione unitaria in Senato; dalla questione per il referendum sulla procreazione assistita; dalla grave involuzione del processo di realizzazione dell'Unione europea; dalle condizioni drammatiche dell'economia e del sistema produttivo del nostro Paese; dalla politica italiana in Iraq e in Afghanistan''. ''Caro presidente - concludono - ti saremmo molto grati se tu volessi trovare il modo di farci conoscere con la maggiore sollecitudine possibile, e in Assemblea, la tua opinione sulle modalità con le quali intendi proseguire a esercitare sino al termine della legislatura le tue responsabilità di capogruppo. Ti ringraziamo per l'attenzione e ti inviamo i nostri più cordiali saluti".
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2 giugno 2005 rs-05-055 |
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al senatore Tino Bedin |