RASSEGNA STAMPA

Il Mattino di Padova
21 aprile 2005

Mancano le risorse per un centro di fecondazione assistita
Niente bebè in provetta

PIOVE DI SACCO. Sempre più spesso figli della scienza. Sono in aumento anche a Piove le coppie che si rivolgono al reparto di Ginecologia per chiedere l'aiuto della medicina moderna: desiderano diventare genitori e, visto che i metodi naturali non sortiscono effetti, ci provano con la fecondazione assistita. La circostanza è confermata dal primario Antonino Oro. "Negli ultimi anni assistiamo a un aumento progressivo intorno al 20% di richieste. E' un incremento che fa riferimento a un numero circoscritto di persone (la maggior parte delle coppie riesce ad avere un figlio naturalmente), ma è ugualmente significativo per la tipologia d'utenza". Coniugi giovani, ma non giovanissimi, che dopo diverso tempo trascorso insieme a cercare un minimo di stabilità, arrivano alla svolta familiare. "Si è spostata in avanti l'età della prima gravidanza - conferma Oro - Nella maggior parte dei casi le donne hanno il primo figlio oltre i trent'anni. Più si va avanti con l'età, più diminuisce la fertilità: non è raro trovarsi davanti una donna di 35 anni che sta per avere il primogenito". La divisione di Oro non si occupa di fecondazione medicalmente assistita. "Arrivano e chiedono un consiglio, ma poi dobbiamo indirizzare gli sposi verso i centri che praticano l'inseminazione artificiale". Padova, Rovigo, Cittadella, Mestre i più vicini. Per ora a Piove non se ne parla: "Qualche tempo fa avevamo pensato di aprire un centro anche qui - fa sapere Oro - ma i problemi più grossi sono il personale medico e le risorse".

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28 aprile 2005
rs-05-052
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