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Mancano le risorse per un centro di fecondazione assistita Niente bebè in provetta
PIOVE DI SACCO. Sempre più spesso figli della scienza. Sono in aumento anche a Piove le coppie che si rivolgono al reparto di Ginecologia per chiedere l'aiuto della medicina moderna: desiderano diventare genitori e, visto che i metodi naturali non sortiscono effetti, ci provano con la fecondazione assistita. La circostanza è confermata dal primario Antonino Oro. "Negli ultimi anni assistiamo a un aumento progressivo intorno al 20% di richieste. E' un incremento che fa riferimento a un numero circoscritto di persone (la maggior parte delle coppie riesce ad avere un figlio naturalmente), ma è ugualmente significativo per la tipologia d'utenza". Coniugi giovani, ma non giovanissimi, che dopo diverso tempo trascorso insieme a cercare un minimo di stabilità, arrivano alla svolta familiare. "Si è spostata in avanti l'età della prima gravidanza - conferma Oro - Nella maggior parte dei casi le donne hanno il primo figlio oltre i trent'anni. Più si va avanti con l'età, più diminuisce la fertilità: non è raro trovarsi davanti una donna di 35 anni che sta per avere il primogenito". La divisione di Oro non si occupa di fecondazione medicalmente assistita. "Arrivano e chiedono un consiglio, ma poi dobbiamo indirizzare gli sposi verso i centri che praticano l'inseminazione artificiale". Padova, Rovigo, Cittadella, Mestre i più vicini. Per ora a Piove non se ne parla: "Qualche tempo fa avevamo pensato di aprire un centro anche qui - fa sapere Oro - ma i problemi più grossi sono il personale medico e le risorse".
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28 aprile 2005 rs-05-052 |
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