MEGLIADINO SAN VITALE
«Ospedali nel caos per colpa del Polo»
Polemica dell’ex sindaco Cesare Cecchetto, responsabile dei Ds per la sanità
(C.Z.) Al via la battaglia tra i favorevoli e contrari all'ospedale unico della Bassa. L'argomento è stato nel corso del 2001 il piu' discusso tra gli amministratori locali, e con la nuova riorganizzazione ospedaliera in via d'attuazione da parte della Regione verrà ampiamente dibattuto anche nel 2002. A riaccendere la miccia della polemica è l'ex sindaco di Megliadino S.Vitale ed ex consigliere provinciale Cesare Cecchetto, responsabile per la politica sanitaria dei DS del gruppo Bassa Padovana, che ha bocciato il via libera della Regione per la realizzazione dell'ospedale unico tra Este e Monselice: «L'idea di dar vita all'ospedale unico per la Bassa - spiega Cecchetto - appare sempre piu' come un trucco escogitato dai sindaci della Casa delle Libertà per aggirare e sorvolare sul nodo di fondo della programmazione ospedaliera dell'Usl 17: l'impossibilità di far convivere a distanza di pochi chilometri le due realtà ospedaliere fotocopia di Monselice ed Este. Finchè è stato possibile - continua Cecchetto - il problema è stato sempre rinviato con abili artifizi programmati quali l'ospedale unico in due sedi. Questa ambiguità nelle scelte regionali, oltre che creare sprechi e inefficenza nei due ospedali centrali, ha provocato il collasso dei servizi ospedalieri nella periferia dell'Ulss: Conselve prima, Montagnana poi. Entrando nello specifico caso di Montagnana, è chiaro che la città murata e tutto il suo territorio è stato lasciato al suo destino. La dotazione di posti letto e unità operative lascia intendere chiaramente che oramai il territorio del montagnanese (10 comuni per una popolazione di oltre 32mila abitanti) viene considerato al di fuori della sfera di influenza della nuova struttura dell'ipotetico ospedale unico. Non a caso la maggioranza di cittadini del montagnanese per le loro prestazioni ambulatoriali preferisce servirsi sempre piu' dell'ospedale di Legnago, ospedale dell'Usl 21. A questo punto il Montagnanese, come in altri casi, verrebbe beffatto con la perdita di servizi sanitari per acuti del suo ospedale e con la sistemazione dell'unica struttura e delle specializzazioni in una sede logistica sempre piu' lontana. Con la proposta dell'ospedale unico a 350 posti letto l'Usll, caso alquanto paradossale, compierebbe un gesto unilaterale di autoriduzione di qualche centinaio di posti letto rispetto a quelli previsti dalla programmazione regionale. In pratica - conclude Cecchetto - si tirerebbe la zappata sui piedi».
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