POPOLARI

ANTOLOGIA

Avvenire
24 aprile 2015
Maria Chiara Gamba

Il cristianesimo incarnato dentro la storia
Don Mazzolari. Il sì all'avvio della causa di beatificazione Una Chiesa che dialoga, povera tra poveri

"Dalla Congregazione delle cause dei santi è arrivato il nulla osta a procedere per le cause di beatificazione di don Mazzolari e di monsignor Cazzani". Con queste parole il vescovo di Cremona Dante Lafranconi, ha comunicato ieri ufficialmente il via libera all'apertura della tappa diocesana del cammino verso gli altari ("sì" ricevuto il 2 aprile scorso, Giovedì Santo) per due figure di sacerdoti cremonesi che hanno segnato la storia e non solo quella, della Chiesa, locale e no.
"La figura di don Primo Mazzolari, la sua spiritualità - commenta a caldo il postulatore della causa don Bruno Bignami, presidente della Fondazione "Don Primo Mazzolari" di Bozzolo - viene così riconosciuta punto di riferimento per la vita cristiana di questo tempo".
Nato al Boschetto, frazione di Cremona, il 13 gennaio 1890, fu ordinato prete nel 1912. Assunse numerosi incarichi da vicario a parroco a cappellano militare nel 1918. Il suo forte spirito critico lo portò a guardare sempre lontano anche davanti all'avanzare dell'ideologia fascista. L'impegno per l'evangelizzazione, la pacificazione, la costruzione di una nuova società più giusta e libera costituirono i cardini del suo impegno dal 1945 in poi. Figlio in questo della Chiesa del suo tempo, egli era convinto che il cristianesimo potesse costituire un rimedio ai mali del mondo e si fece portatore così dell'idea di una vera e propria "rivoluzione cristiana".
Autore di numerose pubblicazioni, alcune delle quali guardate con sospetto anche all'interno della comunità ecclesiale, nel 1949 fondò e assunse la direzione del periodico "Adesso" la cui pubblicazione fu sospesa nel 1951. Nel 1957 predicò la Missione a Milano, chiamato dal cardinale Giovanni Battista Montini. Morì a Bozzolo il 12 aprile 1959. Tanti sono i temi portati avanti dalle sue opere e dalla sua predicazione: quello della pace, dei lontani, della giustizia sociale, di una Chiesa che dialoga, povera tra poveri.
"Ha rappresentato una spiritualità di cristianesimo incarnato dentro la storia" - aggiunge don Bignami -. È stato un uomo capace di leggere i segni dei tempi, di esercitare il discernimento. E questa sua lungimiranza non fu sempre capita da una Chiesa che oggi invece legge la sua presenza come segno dello Spirito Santo.
Ora la diocesi di Cremona ha il compito di programmare l'iter per l'avvio della causa di beatificazione.
Un cammino che prevede 2 commissioni alle quali spetterà il compito di analizzare la testimonianza di fede di don Primo, tanto dal punto di vista del suo pensiero raccolto nelle opere e negli scritti, che sotto il profilo dell'esperienza di vita quotidiana. Il frutto di questo studio, di questo esame dettagliato verrà poi nuovamente affidato al dicastero delle cause dei santi per l'eventuale prosecuzione della causa.

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28 aprile 2015
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