IN POLITICA

Né il SÌ né il NO risolveranno le questioni proposte il 12 giugno
Questi referendum
riguardano proprio i cittadini?

La partecipazione democratica deve essere effettiva (e non strumentalizzata)

di Tino Bedin

È difficile appassionarsi alle questioni poste dai prossimi referendum.
Ci chiedono di decidere se avvocati e docenti universitari abbiano diritto di voto nei consigli giudiziari e in Cassazione (scheda grigia), o se eliminare la raccolta firme, da 25 a 50, per chi vuole candidarsi al Consiglio superiore della Magistratura (scheda verde): anche ad essere esperti (ma gli esperti sono divisi tra il sì e il no), la scelta sembra non riguardare i cittadini.
Un po' meno ignota agli elettori è la proposta di eliminare del tutto il passaggio di funzioni da giudice a pubblico ministero per i magistrati (scheda gialla): attraverso le serie poliziesche la tv mostra da decenni vari tipi di sistemi giudiziari e investigativi nel mondo. Si tratta, appunto, di "sistemi": è quindi ragionevole che ogni modifica sia valutata ed inserita in un aggiornamento del "sistema".
Sembra, quindi, avere ragione Enrico Letta quando valuta che "una vittoria dei sì in questi referendum aprirebbe più problemi di quanti ne risolverebbe".
È un rischio che riguarda in particolare gli altri due referendum del 12 giugno: si voterà anche per cancellare il decreto legislativo Severino del 2012 sull'incandidabilità e decadenza dei condannati (scheda rossa) e per impedire la custodia cautelare quando c'è il pericolo di compiere di nuovo lo stesso delitto (scheda arancione).
Sono i due referendum sui quali gli elettori hanno più diretta competenza, sia per le conseguenze della normativa in vigore (ad esempio, la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi in base al decreto Severino), sia per l'incidenza sulla vita delle persone: vittime o imputati che siano. Però i promotori dei referendum, leghisti e radicali, li hanno inseriti in un contesto rivendicativo sulla magistratura che non agevola una riflessione adeguata neppure su questi due.

Il decreto Severino



Alla prova dell'esperienza, ci sono, ad esempio, aspetti del decreto Severino, che rappresenta uno dei più ampi interventi normativi di contrasto alla corruzione degli ultimi anni, su cui va fatta una riflessione come la sospensione automatica dall'incarico di amministratore di chi sia condannato con sentenza non in via definitiva; e su questo ed altri contenuti infatti sono state depositate proposte di legge di correzione.
Ma se si abolisce integralmente la normativa Severino, un condannato per reati gravi o gravissimi può candidarsi o continuare il proprio mandato.
Insomma, si riducono gli strumenti di contrasto alla corruzione.


La custodia cautelare



Altrettanto complessa e quindi rischiosa è la materia della custodia cautelare. Il quesito non interverrebbe solo sulla custodia cautelare in carcere e sugli arresti domiciliari, ma anche sulle altre forme di misure cautelari come l'obbligo o il divieto di soggiorno, l'allontanamento dalla casa familiare, il divieto di avvicinamento nei luoghi frequentati dalla persona offesa, il divieto temporaneo di esercitare una professione o un'impresa, la sospensione della potestà genitoriale e altro ancora.
Salvaguardare insieme il diritto alla libertà individuale e il diritto alla protezione di possibili vittime è operazione complessa, su cui è rischioso intervenire per singole parti.

Il lavoro parlamentare
I referendum sono uno strumento importante di partecipazione democratica. Vanno quindi salvaguardati da un utilizzo strumentale, che sembra essere stato prevalente nell'iniziativa leghista e radicale che porta al voto del 12 giugno. La strumentalità è evidenziata anche da fatto che su molti dei temi proposti dai referendum il Parlamento ha già avviato riforme incisive: avremo presto una giustizia più equa ed efficiente. Certamente la riforma Cartabia del Consiglio superiore della Magistratura è migliore e più incisiva rispetto alle modifiche referendarie. La strumentalizzazione è particolarmente accentuata da parte della Lega, che fa parte del Governo Draghi e della sua maggioranza e che quindi ha lo spazio e il ruolo politico e parlamentare per far valere le proprie posizioni.
Anche questa contraddizione sta allontanando l'interesse dei cittadini per il voto.

5 giugno 2022



Aggiornamento
7 giugno 2022
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Tino Bedin