PARTITO DEMOCRATICO

Più dei voti mancanti nelle urne
pesa l'impossibilità di fare coalizione

Sconfitta la missione unitaria del PD
È uno dei compiti fondativi del partito che la storia dell'Ulivo
può far recuperare

di Tino Bedin

L'impossibilità di rimettere insieme forze con le quali ha collaborato ha comportato per il Partito Democratico una sconfitta non solo elettorale, ma anche politica.
Discutere sulle responsabilità della mancata coalizione alle elezioni del 25 settembre è in questo momento un esercizio di ulteriore divisione. Interessa di più - per costruire il futuro - constatare che da queste elezioni potrebbe risultare irrimediabilmente sconfitta una delle sfide originarie del Partito Democratico.
Quindici anni fa al Lingotto di Torino il PD con Veltroni nasceva a vocazione maggioritaria. Si proponeva come lo strumento per interpretare e quindi rappresentare politicamente parti diverse della comunità nazionale, capaci però di avere una visione comune del futuro. Non era solo una vocazione elettorale, legata al sistema elettorale: era una visione politica della società.
Ecco perché - al di là dei numeri - in queste elezioni il PD ha perso.

Attempati protagonisti che maltrattano gli elettori. E perde, anche, nelle settimane dopo il voto. Sono continuati, infatti, intollerabili atteggiamenti e affermazioni di disprezzo da parte di 5S e Calenda-Renzi. La conseguenza è che ai cittadini (elettori o non elettori) appaiono patetici o velleitari i tentativi del PD di promuovere un coordinamento delle opposizioni parlamentari.
Anche lo sfogatoio senza proposte non aiuta il centrosinistra, non serve al PD. È fondato il rischio che, ricercando le ragioni di chi non ha votato i Democratici, qualcuno maltratti chi li ha votati.
E maltrattati - infatti - devono già sentirsi gli elettori democratici dai commenti non richiesti di alcuni attempati protagonisti del PD: personaggi che sembrano non capire che Conte, come Renzi e Calenda, vogliono disintegrare il PD per prenderne i voti (anche se loro tre lo ripetono tutti i giorni). Per l'egoismo di Conte, Renzi e Calenda il PD dovrebbe sciogliersi e mandare allo sbando il sistema politico italiano? Gli attempati protagonisti PD sono diventati agenti pubblicitari di Conte, Calenda e Renzi?
Una decina di giorni fa settimana la ricercatrice Alessandra Ghisleri ha proposto anche sul "Mattino di Padova" alcuni dati sulle intenzioni di voto. FdI cresce arrivando al 27 per cento (+1 rispetto al dato delle elezioni), la Lega di Salvini con l'8,5 perde lo 0,3 e Forza Italia lo -0,8 arrivando al 7,3.
Il Partito Democratico nelle intenzioni di voto è sceso al 17,5 per cento (-1,6), mentre crescono il Movimento 5Stelle e Calenda-Renzi: cioè i due partiti che hanno fatto finta di aver vinto le elezioni.
Queste aggiornate intenzioni di voto sono già la risposta degli elettori agli attempati protagonisti che si sono messi non solo a profetizzare ma a reclamare lo scioglimento del Partito Democratico.

Andare "oltre", verso l'Ulivo. Il PD è, invece, una comunità che va rispettata proprio perché è una comunità. Il ricercatore sociale Ilvo Diamanti ha recentemente testato che una "larga parte del partito" considera necessario andare oltre "questo" PD. Ma per riprendere il cammino. Senza cancellare né rimuovere la propria storia. Al contrario. Mantenendo le proprie radici. Che affondano nell'Ulivo. O meglio, nel passaggio "dall'Ulivo dei partiti al partito dell'Ulivo".
Ritornare a discutere sull'amalgama mal riuscito alla fondazione del PD quindici anni dopo non ha senso. A meno di riconoscere che è stato un tutto un errore, dall'Ulivo in poi. Non è così. Il Partito Democratico può essere un partito orgoglioso della propria storia e convinto della propria visione democratica e progressista.
Questo è il tema del congresso lanciato dal segretario nazionale Enrico Letta. Non è in discussione il Partito Democratico. Non c'è nessuno scioglimento in vista. Nessun cambio di simbolo o del nome.
I Democratici andranno a congresso per ritrovarsi e contribuire a futuro, non solo del loro partito. Perché questo non è per il PD solo un tempo di congresso.

30 ottobre 2022


Aggiornamento
15 novembre 2022
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