PARTITO DEMOCRATICO

Diario / LUNEDÌ 13 SETTEMBRE 2021

Incontro con il l'on. Matteo Mauri del Partito Democratico
Il profugato afghano in Veneto
può essere coordinato dai sindaci

Sempre più urgente il decreto del governo per l'emergenza
e per un futuro stabile



Matteo
Mauri


Giacomo
Possamai
   Dare stabilità alla generosa attenzione degli italiani al profugato degli afghani aggiornando rapidamente le norme e gli strumenti nazionali attualmente a disposizione dell'accoglienza e consentendo così sindaci di agire nella chiarezza e senza alimentare illusioni. Questa l'esigenza di cui si è fatto interprete Giacomo Possamai, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale del Veneto, nell'organizzare l'incontro tra un bel gruppo di amministratori locali e il deputato PD Matteo Mauri.
L'on. Mauri conosce gli aspetti tecnici e politici della materia: è stato sottosegretario all'Interno nel secondo governo Conte ed ora è il riferimento del PD nazionale sull'accoglienza e il profugato. E infatti egli ribadisce più volte che da parte del governo è necessario intervenire subito per ampliare il Sistema di Accoglienza e Integrazione (Sai), "che abbiamo messo a punto con il Decreto Immigrazione che abbiamo fatto nel 2020. Il migliore per dare una risposta rapida e di qualità, per garantire al meglio l'integrazione e sostenere concretamente i Comuni italiani".
Il decreto-legge necessario per ampliare risorse e competenze del Sistema Sai, la cui titolarità è assegnata agli enti locali che volontariamente attivano e realizzano progetti di accoglienza e integrazione, è scritto già da alcune settimane, ma ci sono difficoltà. Mauri ricorda che il Ministero dell'Economia è sempre molto attento alla spesa, ma non nasconde che ci sono anche resistenze politiche da superare.
I sindaci presenti all'incontro concordano tutti con questa impostazione. Chiedono che il governo faccia presto, perché non vogliono passare agli occhi dei loro concittadini come quelli che frenano la generosità e la disponibilità di molti. I Comuni hanno necessità di un quadro preciso di norme e anche di certezze finanziarie, perché un sistema di accoglienza può partire dalla generosità, ma deve poter assicurare stabilità di intervento, in modo che l'accoglienza non sia solo emergenza ma integrazione.
È in particolare Franco Balzi, sindaco di Santorso nel Vicentino, a insistere perché si eviti l'improvvisazione e anche perché l'atteso e necessario decreto governativo chiarisca come famiglie e imprese possono essere propositive in questa emergenza. Da parte loro i sindaci sono pronti a coordinare il profugato afghano in Veneto.
Nel dibattito emergono opportunità da costruire: la generosità delle famiglie potrà essere valorizzata, ad esempio, con ruoli di tutoraggio in particolare dei ragazzi che saranno inseriti nelle scuole; oppure l'utilità di puntare sui progetti Sai già attivi, ampliandoli, in modo da superare i tempi tecnici necessari per avviare progetti nuovi. Gli amministratori presenti, come ad esempio Marta Nalin assessore a Padova, sono tutti perplessi sull'altra forma di accoglienza costituita dai Centri di accoglienza straordinaria (Cas), che doveva essere appunto "straordinaria" e che invece tende ad essere utilizzata dalle Prefetture. Mauri conferma che il Partito Democratico è al fianco dei tantissimi sindaci che si sono messi a disposizione e del mondo dell'associazionismo da sempre impegnato sui temi umanitari. Avverte anche il decreto è necessario "non solo per gestire l'emergenza delle prossime settimane ma per gestire al meglio un fenomeno che sarà più lungo nel tempo". Il profugato afghano non si esaurisce infatti nelle cinquemila persone che sono state evacuate dalle Forze armate italiane e che non sarà complicato sostenere. È ragionevole prevedere che il flusso di profughi duri a lungo, su percorsi che del resto erano già stati aperti anche negli anni scorsi.
Giacomo Possamai, concludendo il fruttuoso incontro, chiede ed ottiene la disponibilità di Matteo Mauri per un'illustrazione del decreto non appena il governo lo approverà.


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