Gli iscritti al PD si confrontano nella Consultazione proposta dal segretario Enrico Letta
L'impegno politico è generato dalla propria comunità È la vita delle persone a decidere le priorità, ad esempio la salute: quella di tutti o quella degli anziani messa alla prova dalla pandemia
di
Tino Bedin
Il primo paragrafo della Consultazione lanciata tra gli iscritti del Partito Democratico da Enrico Letta nel giorno della sua elezione a segretario nazionale, pone questioni politicamente molto diverse fra loro; è quasi un compendio dell'intera Consultazione. I risultati della Consultazione saranno oggetto dell'Assemblea nazionale del PD convocata per sabato 17 aprile: dalla segreteria del partito sono già state segnalate le risposte di oltre tremila circoli con 40 mila iscritti coinvolti. La sintesi non sarà semplice, perché le venti questioni sono complesse, opportunamente intersecate fra di loro, alcune ideali altre organizzative.
Nessuno si salva da solo. Il primo tema, ad esempio, ha per titolo "Nessuno si salva da solo: salute, scienza, cooperazione dopo l'anno più buio". Lo trascrivo, sia come riferimento per una proposta di lettura, sia perché aiuta a vedere qual è il filo conduttore socio-culturale della nuova segreteria democratica.
Dopo l'anno più buio della storia della Repubblica, al Paese è richiesto ancora uno sforzo durissimo, nuovi lutti e nuove sofferenze, prima della sconfitta definitiva del virus. La "liberazione" avverrà grazie al vaccino, un traguardo raggiunto attraverso la scienza e la cooperazione tra Paesi, ricercatori, istituzioni.
Ancora una volta la pandemia ha ribadito una verità iscritta nei valori democratici: nessuno si salva da solo, siamo tutti interconnessi.
La fine della pandemia è come la caduta del Muro di Berlino: la vita che vince.
Dobbiamo, come comunità, continuare a sostenere ogni azione volta a garantire l'obiettivo prioritario della tutela della salute pubblica e, al contempo, attrezzarci per essere in grado di accogliere la sfida di una nuova fase di rinascita, energie nuove, ricostruzione.
Dobbiamo essere consapevoli della fragilità mostrata dallo Stato, anche nel suo rapporto con le Regioni.
Le questioni. Come esercizio di lettura, che può essere replicato per le altre 19 proposizioni, elenco le questioni nell'ordine in cui sono scritte, che non è un ordine tipicamente politico:
competenze e ruoli tra istituzioni, organizzazioni multilaterali, singoli Stati, ricercatori, imprese multinazionali nella ricerca scientifica;
la solidarietà (quella che la Rivoluzione francese dell'89, quello settecentesco, chiamava fraternitè ed oggi Papa Francesco richiama fraternità) come criterio della democrazia realizzata;
la ricomposizione dei rapporti planetari, ora con la frantumazione della globalizzazione esclusivamente mercantile, come allora nell'altro 89, quello novecentesco, con la frantumazione della guerra fredda;
ora come allora, la frantumazione non è negativa: produrrà rinascita, energie nuove, ricostruzione;
la tutela della salute pubblica come precondizione, evidenziata dalla pandemia, per accogliere la nuova fase;
la fragilità dello Stato segnalata emblematicamente dalla necessità del soccorso esterno di Mario Draghi;
la messa alla prova dello stesso ordinamento costituzione nel rapporto fra Stato e Regioni.
La comunità. A tenere insieme tutti questi temi politici nel testo della Consultazione è la condizione esistenziale dalla quale prende avvio l'intera riflessione:
"Dopo l'anno più buio della storia della Repubblica … nuovi lutti e nuove sofferenze".
I Democratici ne possono ricavare una prima proposta del segretario Enrico Letta su cui discutere e scegliere:
l'impegno politico è originato dalla partecipazione alla vita delle persone e della comunità.
Vuol dire, ad esempio, che non siamo noi a scegliere le priorità dell'impegno sulla base dei nostri valori e dei nostri obiettivi, ma è la vita della comunità in cui operiamo a decidere le priorità del nostro impegno e gli obiettivi diventano quelli comunitari, che noi ci sforzeremo di arricchire con i nostri valori.
Ci pare questo l'atteggiamento più generativo politicamente, cioè capace di generare partecipazione, innovazione, appartenenza?
È più misurabile politicamente il confronto fra la "nostra" proposta, le altre proposte e la comunità?
Nei singoli paesi e quartieri i Democratici, come circolo e come persone, hanno strumenti di lettura della loro comunità? Come partecipano al formarsi di bisogni collettivi che poi diventano esigenze politiche?
Salute pubblica. Ancora come esercizio metodologico, ma anche come approfondimento collettivo dei temi posti dalla Consultazione, prendiamo una delle questioni poste dal primo punto della Consultazione: la questione della salute. Indubbiamente questo è oggi fra i bisogni collettivi più sentiti; non l'unico urgente, ma il preponderante.
Il testo della Consultazione fa della tutela della salute pubblica l'obiettivo prioritario dell'azione istituzionale e quindi dell'azione politica.Più ancora: la salute pubblica è la pre-condizione per affrontare i tempi nuovi che l'uscita della pandemia fa prefigurare. Sono due posizioni molto impegnative dal punto di vista politico, programmatico, organizzativo.
In questo momento impegnano nelle decisioni tra salute e lavoro, tra salute e scuola.
Richiamano opzioni politiche in tema di salute che riguardano: il costo, i gestori (pubblico, privato, convenzionato), le modalità di erogazione, l'opzione tra prevenzione e cura, l'integrazione territoriale, il rapporto tra ricerca ed assistenza, la componente sociale nella tutela della salute.
Pongono anche domande che finora sono solo mediche, ma che la vita delle persone pone ogni giorno e la pandemia ha fatto diventare invocazioni.
Una per tutte: la condizione di multipatologia della vecchiaia, causa prevalente della strage di anziani nella pandemia, è inevitabile? Necessariamente la vecchiaia è una malattia? Sono morte tante persone perché avevano vari problemi di salute, ma è scontato che non possa che essere così? Diventare vecchi significa automaticamente essere malati?
L'erogazione di servizi di prossimità sociali e sanitari è la condizione di cittadinanza per gli anziani. C'è una domanda conseguente: se ci occupiamo davvero dei vecchi, questi hanno un costo, su chi lo carichiamo? Rovesciamo la piramide e lo carichiamo sui giovani? La domanda politica è: come dare equilibrio tra generazioni? Possiamo prevedere che tutte le risorse nazionali che vengono spese per l'età tra gli 80 e i 100 anni siano equivalenti a quelle spese per i cittadini tra 0 e 20 anni? Per ogni persona che accompagniamo al secolo di vita ce ne sarà un'altra che accompagniamo al dottorato?
Altra opzione politica è la titolarità del Servizio sanitario: Regioni o Stato? Lo Stato è fragile o lo è l'ordinamento costituzionale?
Il rapporto Stato-Regioni sulla salute va integrato sulla base della sentenza della Corte costituzionale su una recente legge della Valle d'Aosta?
Va messa in agenda una revisione del Titolo V della Costituzione?
Domande da porci politicamente ed urgentemente. Per non lasciar credere ai cittadini che è necessario mandare in giro per l'Italia un generale degli alpini per risolvere le fragilità della democrazia rappresentativa.
11 aprile 2021
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