IN PARLAMENTO

Intervista al settimanale Vita diocesana di Noto
L'Italia si mette fuori
dallo spazio giuridico europeo

Con la legge sulle rogatorie internazionali si restringe la collaborazione nella lotta alla criminalità

intervista di  Pino Malandrino al senatore Tino Bedin

"Sarà più difficile ora per i magistrati italiani utilizzare indagini e prove di magistrati di altri paesi nella lotta a crimini che non hanno confini. Ma non è stato solo il contenuto della legge sull'accordo di collaborazione giudiziaria fra Svizzera ed Italia a determinare la durezza dello scontro politico al Senato; noi senatori dell'Ulivo ci siamo preoccupati perché - invocando una fretta inspiegata ma spiegabile - venivano violate le regole parlamentari, che sono una garanzia per tutti". Così il senatore Tino Bedin, del gruppo Margherita, spiega la "battaglia" che si è svolta nell'Aula di Palazzo Madama tra martedì e mercoledì della scorsa settimana. Il senatore Bedin è stato fino all'elezione in parlamento vicedirettore del settimanale diocesano di Padova "La Difesa del Popolo"; per questo il giorno dopo la battaglia parlamentare era a Siracusa per partecipare al convegno sulla mondializzazione promosso dalla Federazione italiana settimanali cattolici ed organizzato dal settimanale di mons. Inserra. Il giorno dopo egli è passato per Noto, dove ha incontrato anche il sindaco e dove gli abbiamo rivolto alcune domande.
- Senatore Bedin, il Senato è tradizionalmente un'assemblea parlamentare "tranquilla"; cosa ha creato la tensione che si è vista in tv e nelle foto?
"Una delle immagini dello scontro trasmesse dalla tv e fissate dai giornali è il lancio di fogli dai banchi dell'Ulivo. Effettivamente quella è un po' l'immagine-simbolo di quello che è avvenuto, perché su quei fogli era scritto l'ordine del giorno della seduta. Martedì 2 ottobre alle ore 16.30 il Senato della Repubblica era convocato con due punti all'ordine del giorno: la relazione introduttiva del ministro Tremonti sulla legge Finanziaria e il decreto-legge sulla violenza negli stadi, di cui stavano per scadere i tempi di approvazione. Invece all'inizio di seduta la maggioranza ed il presidente Pera hanno voluto che si inserisse anche l'approvazione dell'Accordo tra Svizzera e Italia in materia giudiziaria. Cambiare ordine del giorno di qualsiasi assemblea, anche quella di condominio, è un'operazione delicata, perché c'è il rischio di colpi di mano. Infatti il regolamento del Senato prevede che lo si possa fare, ma che devono essere d'accordo almeno i due terzi dei senatori. Questa norma non è stata applicata e si è cambiato in corso di seduta l'ordine del giorno. C'è un precedente storico, quello del novembre del 1936 quando, con lo stesso metodo, è stato istituito il Maresciallo d'Italia".
- Ma il contenuto è così negativo come lo presentate voi dell'opposizione? I cittadini possono ricavare l'impressione che si tratti soprattutto di una contrapposizione a Berlusconi.
"E allora non parlerò né di Berlusconi né di Previti. Mi fermo su un punto che tutti i cittadini possono valutare. In queste settimane, dopo la strage terroristica dell'11 settembre, il presidente americano Bush ha invitato tutti gli Stati e tutte le organizzazioni internazionali a collaborare per bloccare i movimenti di denaro sporco, facilitare i controlli, sveltire le pratiche. A livello europeo, si stava già lavorando prima dell'attacco per la creazione di un unico spazio giuridico europeo e per un mandato di cattura europeo. La legge approvata in Italia va in direzione diametralmente opposta sia all'invito di Bush che all'Europa: vengono inseriei per i documenti giudiziari che devono arrivare in Italia una serie di nuove condizioni burocratiche, che di fatto si trasformeranno in una corsa ad ostacoli per le prove raccolte all'estero. Alla fine di questa corsa ad ostacoli invece della sentenza c'è la prescrizione dei reati per decorrenza dei termini, cioè la peggiore delle conclusioni per un'autentica giustizia".

7 ottobre 2001

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7 ottobre 2001
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