PADOVA

Diario / LUNEDÌ 25 SETTEMBRE 2017

Messa di trigesimo nella chiesa di San Gaetano
Nel crocevia della vita di don Livio Destro
Un prete che resta "un'ala di riserva" per la comunità cristiana padovana
   Già per tempo, prima delle 19, la chiesa di San Gaetano a Padova va accogliendo fedeli. I banchi sono completi quando don Giuseppe Masiero inizia la celebrazione della Messa di suffragio in memoria di don Livio Destro. È passato un mese dalla morte dell'arciprete di Thiene e la Pastorale sociale di Padova ci chiama per il trigesimo in questa chiesa di via Altinate, che è letteralmente un crocevia della vita di don Livio. San Gaetano non è parrocchia, ma di questo gioiello dell'architettura religiosa padovana è stato per lunghi anni rettore don Piero Zaramella, anche quando era responsabile della Pastorale del lavoro diocesana. E don Livio Destro è stato uno dei successori di don Piero Zaramella.
Questa chiesa è stata è stata fatta costruire tra il 1574 e il 1586 dai religiosi Teatini, fondati da San Gaetano Thiene e Pietro Carafa (poi Papa Paolo IV); ed è infatti dedicata al santo fondatore. A San Gaetano Thiene è dedicata anche la parrocchia del Duomo di Thiene, di cui don Livio Destro era arciprete al momento della morte.
Bene dunque hanno fatto suor Francesca Fiorese e don Giuseppe Masiero a proporre questa chiesa agli amici di don Livio. Qui alla messa di trigesimo molti hanno più anni di quanti non ne avesse l'amico scomparso: segno della sua capacità di farsi amico, compagno di strada, piuttosto che maestro. Poi c'è una generazione di quarantenni che da don Livio hanno imparato molto e che stanno continuando le sue esperienze in diocesi.
Don Giuseppe Masiero è fra quelli che sono venuti prima e lo sottolinea, quasi con un senso di… scuse nei confronti dell'amico prematuramente scomparso. Don Masiero, che quest'anno ha ricevuto dal vescovo mons. Claudio Cipolla l'incarico di coordinatore dell'équipe per i preti anziani ed è membro del consiglio presbiterale diocesano, parla di "cordata" che resta ben legata alla vita di chi lavora e di chi s'impegna nella comunità; una cordata che ha una meta: e fa accendere la cupola della chiesa, fino ad un certo punto lasciata al buio: ed ecco nei 16 spicchi della grande volta, dipanarsi un meraviglioso affresco: il Paradiso (è opera del francese Guido Luigi Vernansal , dipinta nel 1724). L'omelia è un ricordo dell'amico sacerdote, ma è soprattutto un affresco della Chiesa padovana, con al centro l'arcivescovo mons. Filippo Franceschi, il vescovo della maturità di don Livio e di don Giuseppe. E la Chiesa padovana torna anche nel ricordo corale dei defunti, chiamati per nome dai molti dei presenti: nomi di laici e di preti che hanno fatto comunità, socialità, che hanno vissuto il cattolicesimo sociale.
Lo spirito con cui don Livio Destro ha partecipato a questa storia collettiva è stato sintetizzato dalla recita di una poesia di don Tonino Bello, quella che ha per titolo "Dammi, Signore, un'ala di riserva":
Voglio ringraziarti, Signore, per il dono della vita.
Ho letto da qualche parte che gli uomini
sono angeli con un'ala soltanto:
possono volare solo rimanendo abbracciati.
A volte nei momenti di confidenza oso pensare, Signore,
che anche Tu abbia un'ala soltanto,
l'altra la tieni nascosta...
forse per farmi capire che Tu non vuoi volare senza me.
Per questo mi hai dato la vita, perché io fossi tuo compagno di volo.
Insegnami allora a librarmi con Te
perché vivere non è trascinare la vita,
non è strapparla,
non è rosicchiarla:
vivere è abbandonarsi come un gabbiano all'ebbrezza del vento;
vivere è assaporare l'avventura della libertà,
vivere è stendere l'ala,
l'unica ala
con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come Te.
Ma non basta saper volare con Te, Signore:
Tu mi hai dato il compito di abbracciare anche il fratello,
e aiutarlo a volare.
Ti chiedo perdono, perciò,
per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi:
non farmi più passare indifferente
davanti al fratello che è rimasto con l'ala,
l'unica ala,
inesorabilmente impigliata nella rete della miseria e della solitudine
e si è ormai persuaso di non essere più degno di volare con Te:
soprattutto per questo fratello sfortunato
dammi, o Signore, un'ala di riserva.
Don Livio Destro è ancora "un'ala di riserva" per la sua Chiesa e per la sua comunità: la grande comunità della Chiesa che è in Padova, quella delle parrocchie e quella della pastorale del lavoro. I preti fratelli, i preti maestri, infatti, non muoiono. Ne era convinto anche don Livio, che aveva composto questa "Preghiera a Cristo Risorto".
Poiché sei risorto,
non voglio agire come se tu fossi prigioniero della morte,
lasciandomi andare al pessimismo e allo scoraggiamento.
Come ti sei rialzato irresistibilmente dalla tomba,
fammi uscire dal mio abbattimento,
rianima senza posa il mio coraggio!
A seguito della tua vittoria,
ravviva la mia fiducia quando è sul punto di venir meno,
e fammi ricominciare con più slancio.
Tu mi vuoi testimone della tua risurrezione;
comunicami il dinamismo di questa vita nuova
che supera tutti gli ostacoli.
Soltanto mediante la forza sovrana della risurrezione,
potrò portare la croce:
non posso offrire pienamente il mio sacrificio
se non vivo il trionfo della Pasqua!
Non permettere che si affermi nel mio animo una mentalità di vinto,
poiché tu sei vincitore;
non lasciarmi cadere nella tristezza e nella malinconia,
poiché tu mi hai meritato la gioia!
Fammi vivere da discepolo ed erede di un Maestro risorto!

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5 ottobre 2017
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