PADOVA

Diario / MARTEDÌ 13 GIUGNO 2017

Le Cucine Popolari saranno un simbolo della pietà antoniana
Il Pane di Sant'Antonio nutrirà Padova
La Festa del Santo occasione per il lancio di una "profezia"
   La Festa del Santo per noi padovani è la festa di casa; per questo è un po' festa personale, un po' festa di famiglia, un po' festa di comunità. La "percentuale" fra le tre "feste" varia per ciascuno e magari varia da un anno all'altro nella stessa persona, ma ci sono sempre tutte e tre.
Ci sono nei padovani che anche in questo 13 giugno erano già pronti davanti alla basilica alle 5 e mezza della mattina, in modo da "parlare col Santo" prima che arrivassero i "foresti": devoti anche questi, ma a volte un po' rumorosi.
Ci sono nei padovani che non hanno mancato neppure quest'anno la processione pomeridiana, che è il "luogo" della comunità civile padovana, che continua ad avere fiducia in sant'Antonio, anche se a volte non si sente proprio a suo agio nella Chiesa.
Ci sono nelle famiglie che alle 11 sono in basilica per la messa solenne, quella celebrata dal vescovo di Padova, che qui non ha "potere" ed è forse per questo che qui spesso esalta la "profezia".
Succede anche quest'anno. Il vescovo mons. Claudio Cipolla utilizza uno dei segni più tradizionali della carità antoniana: il pane. Dice alle migliaia di padovani presenti (ci sono anche i "foresti", ma questa è la messa dei padovani): C'è un simbolo che ben rappresenta le necessità fondamentali della persona umana: quello del pane. Sant'Antonio molte volte ne parla nei suoi Sermoni. (..) Il pane è il simbolo del frutto del lavoro onesto, che permette alla persona di vivere dignitosamente, senza dover elemosinare. Il pane è simbolo di ciò che nutre il corpo, è simbolo degli elementi essenziali che servono all'essere umano per vivere: il cibo, il vestito, la casa, l'istruzione e la cultura, le cure e l'assistenza nella malattia e nella vecchiaia, la possibilità di riscaldarsi.
Il vescovo cita il Sermone scritto da sant'Antonio per la quarta domenica di Quaresima: Sant'Antonio descriveva la carità come capacità di riempire quel sacco che ciascuno porta con sé fino alla fine della vita. E concludeva con queste parole che vogliamo fare nostre in questo giorno: ""Getta il tuo pane sulle acque che passano", dallo cioè ai poveri che passano di luogo in luogo e di porta in porta, "e dopo lungo tempo", cioè il giorno del giudizio, "lo ritroverai" (Eccle 11,1), ne avrai cioè la ricompensa: "Avevo fame e mi avete dato da mangiare" (Mt 25,35). Sei pellegrino, o uomo! Porta questo sacco lungo la strada del tuo pellegrinaggio perché, quando alla sera giungerai al tuo asilo, tu possa trovarvi il pane con cui rifocillarti".
Il Sermone del Santo aiuta ad inserire nella spiritualità e nella culturale antoniana di Padova l'annuncio che mons. Claudio Cipolla ha appena dato ai padovani e che riguarda le Cucine Economiche Popolari, istituzione simbolo della carità e del "pane" donato nella nostra città. Esse diventeranno un vero e proprio "Cantiere di Carità e Giustizia", con l'istituzione di una Fondazione canonica. (…) La Fondazione avrà come scopo quello di dare continuità all'opera di vero e proprio culto e di concreta carità delle Cucine Economiche Popolari; (…) affinché ogni persona in difficoltà non si trovi sola, ma senta che qui c'è una comunità che nel suo insieme se ne fa carico.
Le Cucine Economiche Popolari non sono un luogo "neutrale" in questo momento a Padova. Sono state luogo di contraddizioni muscolari per la breve giunta padovana guidata dal leghista Massimo Bitonci. È nello stile tipico di sant'Antonio che le Cucine Popolari siano lanciate nel cuore di una campagna elettorale che nelle risposte al disagio dell'accoglienza ha uno dei temi più difficili. Il vescovo sa bene che siamo in campagna elettorale, ma non rinuncia alla profezia. Ha infatti incominciato la sua omelia così: La festa di sant'Antonio è l'occasione che il calendario della fede cristiana offre alla nostra città di Padova per fermarsi e per pensare a se stessa, confrontandosi ancora una volta con la forza del messaggio evangelico di cui il Santo è stato voce potente e coerente. Quest'anno la festa cade in un momento in cui la città sta scegliendo chi la amministrerà per i prossimi anni: un atto importante, un'occasione di consapevolezza, di dibattito, di scelta. L'auspicio della comunità cristiana è che ogni passaggio elettorale sia sempre occasione di crescita di tutta una città, in termini di partecipazione, di consapevolezza, di senso di appartenenza, di visione alta della vita civile.
Con la nuova Fondazione canonica, in titolata ai preti padovani mons. Giovanni Nervo e mons. Giuseppe Benvegnù-Pasini, la Chiesa di Padova mette un nuovo strumento a disposizione della città.
È il pane che continuerà a restare nel tempo di questa Festa del Santo 2017: quello "nuovo" messo in… forno dal vescovo Claudio e quello tradizionale, il "pane dei poveri".
Oggi il Corriere del Veneto pubblica un'intervista a padre Oliviero Svanera, che vive il suo primo 13 Giugno come rettore della Basilica del Santo. Al giornalista che li chiede se ha previsto delle novità, risponde: Sono appena arrivato, è buona norma stare attenti a cosa si muove attorno alla Basilica e ascoltare, prima di mettersi a cambiare le cose. L'unica novità che ho inserito è l'aver coinvolto le associazioni antoniane nella distribuzione del pane dei poveri, compito finora svolto solo la mattina della festa dall'Arciconfraternita del Santo. Quest'anno invece partecipano tutti i volontari, che dal 31 maggio ogni pomeriggio, dalle 16, sono sul sagrato con le ceste del pane di Sant'Antonio, acquistabile con un'offerta. Così chi viene a Messa non si limita alla devozione ma contribuisce ad aiutare i bisognosi.
I volontari che traggono la loro ispirazione dalla spiritualità antoniana sono la sintesi della Festa di casa che Padova vive il 13 Giugno. Anche oggi sono loro a far sentire a loro agio le migliaia di pellegrini. Ne sono in servizio almeno un centinaio tra Arciconfraternita di Sant'Antonio, associazione "Mario Tommasi" onlus del Villaggio Sant'Antonio, Cisom, Croce Rossa, Croce Verde, Gioventù francescana, Milizia dell'Immacolata, Protezione civile, Rangers, associazione Domus familiae padre Daniele, Scout. Almeno altrettante sono le persone che stanno tra i pellegrini per lavoro: le pattuglie antiterrorismo di polizia e carabinieri con i mezzi blindati, gli agenti in borghese mescolati alla folla, gli agenti della polizia locale che regolazione la circolazione. La Festa del Santo è una festa anche grazie a loro.

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2 agosto 2017
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Tino Bedin