PADOVA

Diario / GIOVEDÌ 1 GENNAIO 2015

La tradizionale iniziativa della Chiesa padovana
La Marcia della pace conduce a pregare
nel sacrario di guerra

Un'occasione di dialogo interreligioso
   È una tradizione della Chiesa padovana; nel corso dei decenni ha cambiato a volte organizzazione, ma la Marcia della Pace a Capodanno è un appuntamento che non solo accomuna i credenti della città e della diocesi, ma consente anche di "dialogare" con la comunità, richiamando in un giorno speciale un bisogno perenne degli uomini. La marcia di quest'anno è proprio un dialogo in se stessa. Prima di incamminarci ascoltiamo infatti le testimonianze di cittadini musulmani ed ebrei che abitano a Padova. Durante il percorso abbiamo poi ascoltato altri credenti di confessioni cristiane.
C'è il vescovo mons. Antonio Mattiazzo a dire che questa marcia è un fatto di Chiesa, di tutta la Chiesa che è in Padova, anche se - come le precedenti edizioni - anche questa marcia è promossa dalle associazioni laicali (Azione cattolica, Acli, Noi Associazione, Fuci, Csi, Movimento dei Focolari, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Ordine Francescano Secolare), con il supporto della Pastorale sociale e del lavoro.
Siamo almeno cinquecento alle 15 in Piazza dei Signori: nella Loggia della Gran Guardia si spiega in senso dell'appuntamento, che ha per tema marcia "Insieme per la pace - Pace in tutte le terre" nell'intento di "rafforzare la volontà e le iniziative di pace e per ricordare tutte le terre che nel nord e nel sud del mondo soffrono per la guerra e il terrorismo".
Oltre che per la sottolineatura del dialogo, questa marcia si caratterizza per il rimando alla Prima Guerra mondiale, la tragedia del 1914-1918, alla quale in un altro punto della Piazza dei Signori, in Sala Nassiriya sotto l'Orologio, si svolge l'animazione dedicata ai bambini e ai ragazzi, sul tema della Grande Guerra.
Anche il percorso della Marcia e il suo della sua conclusione, il Tempio della Pace, rimandano a quel conflitto.
Sono già passate le 17 quando si arriva nel cortile del Tempo della Pace: qui il dialogo si fa ringraziamento per la condivisione dell'impegno e del messaggio. Poi il vescovo mons. Mattiazzo celebra l'Eucarestia domenicale in chiesa e invita "a fare pace mettendo insieme le diversità, allontanando la paura del diverso" e "ad avere fiducia nel futuro".
A fare da sfondo a questa iniziativa padovana c'è l'impegno "Non più schiavi, ma fratelli", che è il tema del Messaggio di Papa Francesco per la 48a Giornata mondiale della pace che su iniziativa del beato Papa Paolo VI la Chiesa universale ogni Capodanno. "Dobbiamo riconoscere - ha scritto Papa Francesco - che siamo di fronte ad un fenomeno mondiale che supera le competenze di una sola comunità o nazione. Per sconfiggerlo, occorre una mobilitazione di dimensioni comparabili a quelle del fenomeno stesso. Per questo motivo lancio un pressante appello a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, e a tutti coloro che, da vicino o da lontano, anche ai più alti livelli delle istituzioni, sono testimoni della piaga della schiavitù contemporanea, di non rendersi complici di questo male, di non voltare lo sguardo di fronte alle sofferenze dei loro fratelli e sorelle in umanità, privati della libertà e della dignità". .

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4 gennaio 2015
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Tino Bedin