IN DIALOGO TRA CITTADINI
Padova, 18 dicembre 2001

Regolarizzazione subito
Gli anziani chiedono:
"Non impedite agli immigrati di aiutarci a vivere"

Una manifestazione/sit-in a Padova, il 20 dicembre alle ore 15, in Piazza del Municipio
 
Illustre Senatore, mi prego inviarle documentazione relativa ad una manifestazione che si svolgerà a Padova il giorno 20 dicembre 2001 alle ore 15. Ritenendola interessata alla cosa mi sono permesso di allegare alcuni comunicati ed un testo che spiega il senso della nostra manifestazione.
Il movimento Viva gli Anziani", cui aderiscono circa 200 anziani a Padova e 15.000 persone in oltre 100 città e piccoli centri in Italia, e i famigliari degli anziani promuovono una manifestazione/sit-in a Padova, 20 dicembre 2001, ore 15, in Piazza del Municipio per incontrare i diversi gruppi comunali e presentare le richieste degli anziani e gli emendamenti urgenti al progetto di legge sull'immigrazione.
La domiciliarità dell'anziano è una domanda forte su cui la Comunità di Sant'Egidio lavora da molto tempo nell'impegno diretto con gli anziani a casa e nella sensibilizzazione della cittadinanza a livelli locale e nazionale. Assistiamo ad una crescita degli ultrasettantacinquenni in Italia e a Padova, come in tutta la Regione Veneto, e contemporaneamente le dimensioni dei servizi residenziali, degli istituti e dei servizi alternativi restano inadeguate, e le proposte minime e indispensabili per uscire da un'emergenza silenziosa che coinvolge gran parte delle famiglie padovane sono ancora insufficienti.
Gli starnieri spesso e volentiri sono l'unica soluzione per permettere ad un anziano di stare a casa propria e di avere una buona qualità di vita dal punto di vista della cura della persona e della casa. La presenza di uno starnieroo starniero permette inoltre uno sgravio alle famiglie stesse, spesso impossibilitate ad assistere i loro cari, soprattutto in condizioni di non autosufficienza, parziale o totale. Molti sono inoltre gli anziani soli per i quali la presenza di uno starniero a casa è anche una compagnia ed una famiglia.
Le difficoltà di regolarizzazione, le restrizioni sulle sponsorizzazioni, e i limiti nei contratti di lavoro rischiano di produrre effetti diversi da quelli sperati ed indicati dai promotori della nuova legislazione in materia di immigrazione. I servizi alla persona e numerosi altri settori della vita quotidiana e del lavoro in Italia richiedono il contributo degli immigrati, stabilizzazione e rapporti di fiducia che la nuova legge tende, invece, a spezzare.
Gli anziani italiani e le loro famiglie chiedono revisioni urgenti Ne emerge un quadro di reciproca necessità e l'indicazione per una immigrazione non lasciata nel limbo dell'irregolarità e a rischio di espulsione.
Alla manifestazione/sit in parteciperà il movimento "W gli anziani", con i famigliari degli anziani, e qualche rappresentante del movimento "Genti di Pace", che raccoglie italiani e immigrati di oltre 50 nazionalità, entrambi promossi dalla Comunità di Sant'Egidio.
Spero di avere un riscontro del Suo interessamento, e le porgo distinti saluti.
Giacomo Colombatti
Comunità di Sant'Egidio
Risponde Tino Bedin
Egregio Dottor Colombatti, ringrazio la Comunità di Sant'Egidio e lei personalmente per avermi coinvolto nella vostra iniziativa di giovedì prossimo a Padova. Dato il calendario del Senato, che prevede sedute sia giovedì che venerdì (con all'ordine del giorno la legge Finanziaria di ritorno dalla Camera) mi è impossibile essere a Padova alle 15 di giovedì. E' solo per questo non ci sarò, perché il tema che voi proponete è di una forte attualità esistenziale e di rilevante contenuto politico.
Il particolare tema del quale vi fate carico è una delle dimostrazioni di come la comunità mondiale intrecciata dalla mondializzazione crei certo dei problemi da superare ma contiene spesso anche delle soluzioni che da sola nessuna delle singole parti della società mondiale riesce a risolvere.
Un "difetto" - per non usare altre definizioni che potrebbero stonare come contrapposizione politica in un tema che invece richiede il massimo di unità - della proposta nuova disciplina dell'immigrazione in Italia è proprio quello di pretendere di dare soluzione solo ai problemi di una parte delle persone coinvolte (gli italiani, e tra gli italiani, le imprese) e di non accettare invece appunto la visione di una società che è più ricca delle singole povertà.
In tema di rapporto tra immigrazione e situazione degli anziani a Padova e nel Veneto ho avuto modo già da oltre un anno - quindi ancor prima che finalmente il tema diventasse oggetto di confronto - di indicare nella regione Veneto l'interlocutore in grado di utilizzare la legge attuale sull'immigrazione sia per "garantire" con la sua organizzazione le condizioni previste dalla legge, sia per ovviare ad alcune impossibilità delle singole famiglie, che anche la presa di posizione della Comunità di Sant'Egidio, da quello che vedo, evidenzia. La rewgione Veneto potrebbe diventare lo "sponsor" collettivo e pubblico, in grado così incanalare ed organizzare l'incontro di diverse "povertà" per farne una ricchezza comune. Certo che se, con la nuova disciplina si eliminerà lo "sponsor", questa mia ipotesi - sollevata in varie occasioni con chi è attualmente maggioranza in Regfione Veneto, non potrebbe nemmeno essere valutata.
Io mi auguro che il lavoro del Parlamento riesca a dare risposte vere ai temi da voi sollevati, con profonde modifiche alla proposta di legge del governo. Mi pare che tutti i punti che voi proponete debbano essere accolti. Ne sottolineo uno, che ritengo il più rilevante: quello dei ricongiungimenti familiari. Lo evidenzio perché il tema che voi ponete riguarda le famiglie, le nostre famiglie e giustamente voi sostenere contemporaneamente alla soluzione dei problemi nostri, anche una condizione di vita accettabile per le famiglie che scelgono di vivere accanto, insieme alle nostre. Ma lo evidenzio soprattutto perché è questa la misura attraverso la quale si crede veramente nella società intrecciata e non si riducono i bisogni alla pura dimensione dell'impresa, che è importante ma non può essere centrale nella organizzazione di una comunità. Infine lo evidenzio insieme a voi con il richiamo ad alcuni diritti che gli europei hanno costruito per sé: essi - nel pensiero anche della nostra Costituzione repubblicana - sono tanto forti quanto sono universali e indivisibili. Se li diminuiamo per qualcuno, rischiamo che diminuiscano per molti.
Mi fermo qui, anche se la vostra sollecitazione merita ancora ampia riflessione. Auguro una accoglienza attenta alla vostra iniziativa del 20 dicembre. Se ciò avverrà, vorrà dire anche che i molti auguri che la nostra società si scambia in questi giorni sono più veri. Il Natale viene apposta per rendere a nostra portata l'impossibile.
È il mio augurio natalizio alla Comunità padovana di Sant'Egidio, a Lei e alla sua famiglia.
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19 dicembre 2001
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Tino Bedin