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RASSEGNA STAMPA

Regioni.it
25 febbraio 2015
Giuseppe Schifini

Approvata legge regionale
Toscana riordina funzioni Province

La Toscana riordina le funzioni delle Province e si fa carico del problema del personale. Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, annuncia infatti che i dipendenti delle Province toscane saranno assorbiti "in rapporto alle funzioni che abbiamo assunto: l'agricoltura, caccia e pesca, il governo del territorio, la gestione del territorio e del profilo idrogeologico, oltre alla formazione. Ci riprenderemo queste competenze".
La Toscana ha infatti approvato una legge per il riordino delle funzioni delle Province. Il consiglio regionale ha dato il via libera. Formazione, agricoltura e difesa del suolo sono tra le competenze di cui la Regione tornerà ad occuparsi direttamente. Tra le altre competenze c'è anche caccia e pesca, quelle in materia di rifiuti, difesa del suolo, tutela della qualità dell'aria e dell'acqua. La regione si occuperà anche di inquinamento acustico ed energia, dell'osservatorio sociale e delle autorizzazioni come Aia, Vas, Via e Aia. Il Genio Civile sarà presente nei territori e competente per progettazione, manutenzione e polizia idraulica.
Quanto alle strade regionali, progettazione e realizzazione di opere strategiche saranno regionali mentre la manutenzione rimarrà alle Province. E con le funzioni la Regione riassorbirà anche il personale. Per il trasferimento del personale alla Regione saranno stipulati specifici accordi, preceduti da informative, tra Regione, Province e Città metropolitana, che interesseranno i dipendenti a tempo indeterminato e quelli a tempo determinato con rapporto di lavoro in corso. Saranno inoltre considerate altre tipologie di contratti di lavoro o rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, sempre in corso, relativi esclusivamente alla funzione trasferita.
Una riorganizzazione a parte riguarderà la Città metropolitana fiorentina, che assorbirà le deleghe altrove passate alle amministrazioni comunali e si occuperà, se i Comuni lo decideranno, anche di urbanistica e piano strutturale, mobilità, viabilità e edilizia scolastica. Per rafforzare il ruolo della Città metropolitana di Firenze, quale ente di governo dell'area metropolitana e di coordinamento dei Comuni che la compongono, la Regione riformerà la legislazione e gli atti di programmazione. In questo quadro saranno stipulate specifiche intese per l'attuazione del Programma regionale di sviluppo e per l'attuazione del piano strategico adottato dalla Città. Sarà istituita la Conferenza Regione-Città metropolitana.
"Ridefiniamo oggi un profilo diverso della Regione - piega il presidente Enrico Rossi - che sarà meno ente astratto, meno 'staterello' ed ente di programmazione ma più presente sui territori con propri uffici, pronta ad occuparsi della progettazione degli interventi utili a prevenire il rischio idrogeologico, pronta a controllare con la polizia idraulica il rispetto delle regole, pronta ancora a gestire in modo diverso la formazione e l'orientamento professionale".
Saranno trasferite ai Comuni le funzioni in materia di turismo, esclusa la formazione professionale degli addetti, sport, la tenuta degli albi regionali del terzo settore.
"Alla Città metropolitana - spiega l'assessore Vittorio Bugli - abbiamo riconosciuto un ruolo importante come compete ad un ente di ordine costituzionale. Insieme ai sindaci abbiamo definito una città metropolitana che con la Regione coopererà per definire le scelte urbanistiche, quelle delle infrastrutture materiali e immateriali e che coopererà per definire il nuovo piano strategico, consapevoli che questo ente e tutta l'area potrà essere capace di attrarre risorse e far da volano allo sviluppo economico dell'intera regione".
Sarà rafforzata anche la possibilità da parte dei territori di incidere sulla programmazione regionale.
Ai Comuni andranno in particolare le competenze sul turismo (salvo la raccolta di dati statistici), sullo sport e la tenuta degli albi regionali, oltre agli interventi pubblici di forestazione che erano finora delle Province. Ma occorrerà gestire sempre più funzioni in modo associato: "incentiveremo le unioni più forti e le fusioni di Comuni più strutturate", annuncia Bugli. Sono previsti premi crescenti per le unioni e fusioni con almeno cinquemila, diecimila e quindicimila abitanti.
Infine il presidente Rossi afferma di non condividere le posizioni di "chi lamenta di una perdita di ruolo delle Regioni in rapporto alla riforma costituzionale. Non è una cosa che temo. C'è un errore di fondo che ha portato a tante distorsioni, ovvero che le Regioni siano diventati una sorta di staterello".
"C'è invece bisogno - afferma Rossi - di una regione forte, presente sui territori e che si qualifica per la capacità di intervenire. Una sorta di fratello maggiore rispetto ai Comuni e agli enti locali".

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